Polonia: nuova legge sui media cerca di censurare TVN, rete critica nei confronti del governo Duda

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Qualche mese fa vi abbiamo parlato di come il governo Duda in Polonia stesse cercando di limitare il potere dei social network in modo che i polacchi omofobi potessero continuare a essere omofobi, ebbene il discorso inverso non funziona con i media, poiché la TVN è a rischio censura a causa di una legge che prevede il divieto di concessione agli organi di informazione in cui una quota delle azioni maggiore del 49% sia in mano a capitale extra UE, per cui vuole colpire direttamente il programma americano e che più volte è stato critico nei confronti del governo Duda.

Mentre in Italia ci si lamenta di come un politico ospite in più trasmissioni televisive non sia stato invitato a una diretta live su Instagram da un influencer (che non ha alcun obbligo a livello politico o di informazione), in Polonia si affrontano problemi molto più seri di cui in Italia si parla troppo poco, soprattutto perché qui si utilizza troppo spesso il termine censura senza però sapere neanche cosa sia una censura. Se tu, politico, non vieni invitato in 1 trasmissione su 9 ma sei presente nelle altre 9, questa non è censura. Se puoi dire quel che vuoi sui social, non sei censurato.

La situazione in Polonia, invece, è molto più seria. Ma non è diventata seria adesso. In diverse occasioni vi abbiamo parlato di come la comunità LGBT sia vista come ideologia e non come delle persone che amano, con gli stessi diritti di chi ama una persona di sesso diverso. In Polonia delle ragazze sono state accusate e hanno rischiato il carcere per aver messo i colori dell’arcobaleno in una foto della Vergine Maria. E non dimentichiamo neanche tutti gli altri problemi che ci sono in Polonia, lo stato più omofobo dell’Unione Europea, persino più dell’Ungheria.

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Fonte: Twitter

In Polonia l’aborto non è legale. O meglio, è legale, ma solo per pochissimi casi molto rari. Al momento è possibile abortire solo in caso di stupro, incesto o se la madre dovesse rischiare la vita. Proprio recentemente è stato reso illegale anche se il feto dovesse avere delle gravi malformazioni. E adesso la situazione è divenuta ancora più tragica a causa di questa legge.

Tra l’altro, le donne che avranno un aborto spontaneo (e che quindi già potrebbero soffrire tanto per la perdita di un figlio), verranno indagate se è stato effettivamente spontaneo oppure di una interruzione di gravidanza «deliberata» o tramite cliniche illegali. In quest’ultimo caso, alle donne spettano cinque anni di carcere e lo stesso per i medici che abortiscono.

E, con tutti questi problemi umani e civili (perché il 98% degli aborti in Polonia avviene in modo illegale nello stesso Stato e quindi in modo pericoloso, oppure molte donne, quelle che ne hanno la possibilità, vanno ad abortire in altri stati), adesso si aggiunge anche la censura alla TVN, che non è affatto un caso e non è assolutamente da sottovalutare, perché, come abbiamo scritto precedentemente, la TVN è sempre stata molto critica nei confronti del governo Duda. Coincidenze? Io non credo.

TVN a rischio censura per una legge sui media

In primis, la TVN è una rete televisiva generalista polacca, ma appartiene a Grupa ITI, che è stato integrato in Discovery, per cui è un programma statunitense. Quello che rende TVN nel mirino del governo Duda è il fatto che in diverse occasioni sia stata molto critica nei suoi confronti, o meglio, semplicemente, ha espresso la realtà dei fatti su situazioni che i programmi pro-Duda hanno fatto passare per buoni. Ma possono essere buoni degli atti di omofobia?

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La sede di TVN in Polonia
Fonte: TVN Discovery

A mettere in pericolo la TVN è un emendamento alla legge polacca sui media, per media però, siamo onesti, intendiamo solamente TVN, poiché è l’unico programma che rischia di essere censurato. L’emendamento è ovviamente stato proposto dal PiS, che lo ha presentato alla Camera bassa del Parlamento (Sejm) la scorsa settimana, e recita: «chiarire le norme che consentono al Consiglio nazionale di radiodiffusione (Krrit) di contrastare efficacemente la possibilità che le emittenti radiotelevisive siano rilevate da qualsiasi ente esterno all’Unione europea, comprese le entità di Paesi che rappresentano una minaccia immediata per la sicurezza dello Stato».

Nell’art. 35 del nuovo disegno di legge si stabilisce che la licenza di radiodiffusione in Polonia può essere concessa solo a un ente straniero la cui sede legale o il luogo di residenza permanente si trovi all’interno dello spazio economico europeo. In poche parole, vuole buttar fuori dalle reti televisive polacche la TVN, solo perché non è filo-Dudiana. Dove si trova in questo momento quel politico italiano che si lamentava (in trasmissioni televisive e sui social network) della censura da parte di Giuseppe Conte e che è un grande fan della Polonia?

Juliusz Braun, ex capo del National Broadcasting Council e membro del National Media Council, ha detto a Onet: «Questa legge è una dichiarazione di guerra contro gli Stati Uniti perché esproprierà o almeno costringerà gli americani a vendere una grande società di media che TVN è senza dubbio». I manager di TVN invece giovedì hanno fatto sapere che questo emendamento è stato creato ad hoc perché stanno «cercando di farci tacere».

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Fonte: Twitter

Jarosław Kaczyński, presidente del PiS, la scorsa estate, dopo che Andrzej Duda aveva vinto le elezioni, aveva detto che «i media in Polonia dovrebbero essere polacchi», mentre il deputato Marek Suski, una delle persone che hanno scritto la legge e amico fidato di Kaczyński, ritiene che questa sia una «difesa preventiva» perché «non è escluso che da un momento all’altro potremmo avere delle trasmissioni russe in Polonia».

La carica d’affari degli Stati Uniti a Varsavia Bix Aliu ha scritto su Twitter giovedì scorso: «Gli Stati Uniti hanno osservato il processo di licenza TVN e la nuova legislazione proposta con crescente preoccupazione. TVN è stata una parte essenziale del panorama mediatico polacco per oltre 20 anni». Il vicepresidente della Commissione Europa, Věra Jourová, ha invece twittato: «Il nuovo disegno di legge polacca sulle concessioni radiotelevisive è un altro segnale preoccupante per la libertà e il pluralismo dei media nel Paese. Seguiamo da vicino la situazione relativa a TVN24 la cui licenza non è stata ancora rinnovata».

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