Tutte le tragedie che abbiamo vissuto nel 2020

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Ultime due pagine di questo tragico 2020, un anno da dimenticare, un anno che ci ha tolto tante e non ci ha dato nulla, o quasi. Dicevamo che ne saremmo usciti migliori ma in fin dei conti non è stato così. In questi due giorni, come avevamo anticipato, rivedremo alcuni dei momenti di quest’anno, dalle tragedie del 2020, ai vip che ci hanno lasciato, ai migliori momenti (insieme a quelli che ci avete raccontato voi) e ovviamente non mancherà neanche il mio articolo da drama queen.

Ieri abbiamo iniziato con qualcosa di più allegro, con i matrimoni dei vip e quali di loro sono divenuti genitori. Oggi, invece, riviviamo fortunatamente solo tramite un articolo alcune delle tragedie del 2020. Alcune, perché scriverle tutte sarebbe abbastanza difficile. Stasera, invece, dedicheremo l’articolo a tutti i VIP che ci hanno lasciato, da inizio a fine anno, da Kobe Bryant a Naya Rivera.

Le tragedie del 2020

Abbiamo selezionato 10 eventi a livello mondiale, da gennaio a dicembre, che possiamo considerare come vere e proprie tragedie del 2020. Ovviamente avremo dimenticato qualcosa di importante, ma perdonateci, in fin dei conti per ricordare tutti gli avvenimenti di quest’anno li avremmo dovuti scrivere volta per volta, perché ricordarli tutti sarebbe stato fin troppo complesso.

Fateci sapere se voi avreste aggiunto altro o se siete d’accordo con le nostre scelte! Mi raccomando, seguiteci anche nei prossimi articoli, in modo da piangere tutti insieme.

Incendi in Australia

Funge da tramite tra il 2019 e il 2020, un inizio anno che avrebbe potuto benissimo descrivere tutto l’anno. Ci saremmo potuti benissimo fermare a questo punto. L’Australia, in particolare la parte sud-orientale, è stata coinvolta in tragici incendi per mesi interi, da giugno 2019 a marzo 2020. Sono morte persone ma soprattutto animali, più di un miliardo di animali ha perso la vita a causa sia di fulmini che dell’uomo che, come afferma Giorgio Vacchiano, ricercatore di selvicoltura e pianificazione forestale presso l’Università degli Studi di Milano, è stato colpevole in modo doloso colposo.

Un’altra tragedia relativamente legata a questo avvenimento è l’indifferenza del resto del mondo, delle persone che avrebbero potuto fare qualcosa con delle donazioni, con delle persone che hanno continuato a vivere la propria vita non dedicando neanche un minuto del proprio tempo per informarsi e informare. Poi, quando è bruciata Notre-Dame, sicuramente una tragedia nell’ambito artistico ma che non ha ucciso nessuno, le donazioni sono fioccate.

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Fonte: twitter

La Terza Guerra Mondiale?

Chi se lo dimentica quell’inizio anno in cui pensavamo che sarebbe scoppiata la Terza Guerra Mondiale? Ricordate tutti i tweet o i meme per sdrammatizzare una situazione che poi non sarebbe migliorata minimamente ma solo peggiorata? Ma, insomma, almeno la guerra non è esplosa, per questo dobbiamo ringraziare il 2020 (però, non è ancora finito, quindi meglio non tirarla troppo). Ma da dove cominciò questo pensiero? Cosa successe di così catastrofico da farci pensare che saremmo entrati in una Terza Guerra Mondiale?

Iniziò tutto quando il 2 gennaio 2020, proprio un giorno dopo l’inizio dell’anno, il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha preso la decisione, tra una partita di golf e l’altra, più importante della sua storia da Presidente: ordinare una missione per uccidere Qasem Soleimani, non pensando, probabilmente, minimamente alle conseguenze sebbene i suoi funzionari gli abbiano proposto più ipotesi. Ma lui ha puntato solo a una. Insomma, doveva fare qualcosa di eclatante per restare alla Casa Bianca (spoiler: non c’è riuscito).

Covid-19

Al terzo posto ma non per importanza, il virus che ci ha accompagnato per tutto l’anno e ci accompagna ancora in questi giorni. La prima a essere colpita è stata la Cina, con Wuhan come centro dell’epidemia che in poco tempo è divenuta pandemia, ma subito dopo c’è stata proprio la nostra Italia. Come dimenticare i monumenti all’estero in tutto il mondo in cui è stata proiettata la bandiera italiana come solidarietà per il nostro popolo che era appena entrato nel primo lockdown?

Morti, tanti morti, tanti e all’improvviso. Una delle più grandi tragedie del 2020. Quarantena, nessuna certezza sul futuro, sul vaccino, mascherine sempre sul volto, amuchina in ogni luogo, negozi chiuse, scuole e lavoro tramite didattica a distanza e smart working. Fine dei rapporti social, boom di Tinder e app di incontri online. Militari che trasportano le troppe bare, immagini e scene indimenticabili ma che, purtroppo, tutti hanno dimenticato fin troppo presto, fregandosene e marciando sulle morte. Non ce n’è coviddi e negazionismo nelle piazze, mascherine assenti o abbassate perché è tutto un complotto. Il Covid-19 ci ha tolto tanto ma ha anche fatto uscire il peggio delle persone.

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Fonte: twitter

Omicidio di Breonna Taylor

13 marzo 2020, Louisville, Breonna Taylor, innocente, viene uccisa nel proprio appartamento nel bel mezzo della notte da alcuni agenti di polizia che dovevano effettuare dei controlli riguardo un pacco di droga che secondo loro si trovava nell’appartamento. Il compagno di Breonna, dopo aver sentito dei rumori e aver visto delle persone introdursi del proprio appartamento, aveva impugnato la sua pistola detenuta legalmente e ha sparato il primo colpo. Alla cieca, i poliziotti hanno sparato diversi colpi. Breonna è morta nel suo letto, colpita da 8 colpi di pistola. Otto colpi.

Inizialmente la notizia non aveva fatto scalpore, tanto che fuori dagli USA non in molti ne erano venuti a conoscenza. Ma dopo la morte di George Floyd (ne parleremo nel prossimo paragrafo), la notizia è venuta fuori e il suo nome è stato associato a quello delle altre vittime innocenti uccise dalle forze dell’ordine razziste per il solo fatto di avere la pelle scura. Solo perché, nel 2020, esiste ancora razzismo e negli USA era, ed è, un problema grave e serio.

Omicidio di George Floyd

L’omicidio di George Floyd, invece, lo ricordiamo un po’ tutti fra le tragedie del 2020, dal momento in cui il video in cui è stato ucciso da un poliziotto è divenuto virale in tutto il mondo. «I can’t breathe» continuava a ripetere mentre veniva ucciso con un ginocchio sul collo da una persona che dovrebbe difendere la popolazione, tutti i cittadini senza alcuna differenza di colore e ceto sociale. Avviene a Minneapolis il 25 maggio 2020, quindi a due mesi di distanza dall’omicidio di Breonna. Ma, questo omicidio, scatena delle vere e proprie rivolte.

I poliziotti coinvolti erano quattro, altre tre persone che avrebbero potuto far ragionare il proprio collega, l’assassino, che stava esagerando. Che George Floyd era disarmato, che non era pericoloso, che stava pregando per sopravvivere, che affermava di non respirare, che stava per morire. Perché le parole urlate dalle persone che hanno registrato la scena di come è morto con il ginocchio di un poliziotto sul collo, non sono bastate.

Proteste negli USA

In seguito a questi due eventi, la popolazione nera ma anche chiunque sostenga i diritti umani, ha deciso di smettere di subire e basta, di cominciare a urlare i problemi, con buoni e cattivi modi. Purtroppo, lo abbiamo visto il secolo scorso con il movimento delle Suffragette, i buoni modi servono a poco e niente: se vuoi che qualcosa ascolti la tua causa, devi fare casino. E così ha fatto il movimento Black Lives Matter. Di queste rivolte, ricordiamo anche la Casa Bianca completamente spenta, con Trump nascosto al suo interno.

Le auto della polizia venivano bruciate, la gente lanciava oggetti e urlava, c’era tanta rabbia per le strada, rabbia per le ingiustizie. Sono durate settimane intere e hanno avuto una risonanza mediatica immensa, tanto da arrivare persino qui in Italia, dove le persone, pur di farsi notare, hanno postato una foto tutta nera come se postare una foto tutta nera su Instagram senza informare in alcun modo i propri followers invece che spronarli a firmare le varie petizioni, servisse a qualcosa.

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Fonte: twitter

Esplosioni a Beirut

Un altro capitolo tragico di questo 2020 sono state le due esplosioni presso Beirut, il 4 agosto 2020, causando 200 vittime e ferendo fin troppe persone. Escludendo le esplosioni nucleari, quella a Beirut è stata una delle più potenti nella storia dell’umanità secondo la University of Sheffield, e ovviamente deve essere fra le tragedie del 2020. Aveva «500 tonnellate di TNT come stima più attendibile, con un limite di 1100 tonnellate nell’ipotesi massima», ovvero circa un ventesimo della bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945.

Omicidi in Francia

Con le tragedie del 2020 adesso ci spostiamo nella romantica Francia, che è stata location di due eventi tragici: l’omicidio di Samuel Paty, professore che aveva mostrato ai propri studenti alcune vignette di Charlie Hebdo per insegnare ai propri studenti la libertà, la libertà di espressione e di pensiero, la libertà di avere un pensiero diverso. Non aveva imposto nulla, ma aveva insegnato ai suoi studenti a pensare. Aveva, perché è stato brutalmente decapitato. Era il 16 ottobre 2020.

La Francia è stata protagonista di un altro terribile omicidio, a Nizza, presso la basilica di Nostra Signora dell’Assunzione. Una donna è stata sgozzata, mentre altri due uomini sono stati uccisi. Nizza, per chi lo avesse dimenticato, era stata vittima di un attacco terroristico già nel 2016, durante il giorno della Bastiglia, in cui morirono, purtroppo, 86 persone.

Terremoto in Croazia

Quest’ultima delle tragedie del 2020 è recente, è avvenuta proprio ieri, per concludere il 2020 con una ciliegina sulla torta. La scossa è stata di magnitudo 6.4 e l’epicentro è stato vicino a Zagabria. Al momento si contano sette morti e decine di feriti. È stata così forte che persino in Italia, nelle regioni adriatiche, è stata percepita, ma fortunatamente non ha causato né vittime né crolli, ma ha solo fatto tremare la terra. Tuttavia, in Croazia, i danni non sono da poco.

A Petrinja il centro è stato distrutto, gli edifici sono crollati, ci sono state almeno sette le vittime fra cui una ragazzina di 12 anni. Per sicurezza, per evitare danni ancora più gravi, la centrale nucleare di Krsko in Slovenia è stata momentaneamente fermata. Alla scossa principale ne sono seguite altre minori, la più forte delle quali è stata di magnitudo 4.5, con epicentro a 14 chilometri da Sisak, non lontano da Petrinja.

Fake news

Infine, concludiamo queste tragedie del 2020 con il virus peggiore che esiste da anni e ancora continuerà a esistere, perché l’unico vaccino è quello dell’informazione: le fake news. Da il virus non esisteci vogliono iniettare il 5Gl’app Immuni serve per spiarci, quest’anno le fake news sono state così tante che è impossibile contarle sulle punte delle nostre dita.

Però, possiamo ricordare il nostro Matteo Salvini, re indiscusso delle fake news e che è stato persino premiato dalla BBC per questo: il 6 maggio, il leader della Lega è stato inserito sul podio insieme a Donald Trump e Bolsonaro per aver sparso più fake news sul web riguardo il Covid-19. Salvini infatti riteneva che quest’ultimo fosse stato creato in laboratorio a Wuhan. Tempi duri per l’Italia. Ma ci rifaremo. Speriamo.

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Fonte: twitter

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