Butch, femme, tomboy, lipstick, chapstick: le etichette nella comunità lesbica

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Oggi ho voluto dedicare uno spazio nel blog alle varie etichette e categorie che esistono nel mondo della comunità lesbica, dando più attenzione alle tomboy. Perché? Perché in mattinata mi sono trovata ad assistere e partecipare a una discussione che mi ha fatto cadere le braccia e non poco, oltre a far perdere sempre più speranza nel genere umano. Ho dovuto leggere che le tomboy sono degli uomini, però poi quando scoprono che una ragazza non è cisgender, cominciano a chiamarla uomo, ragazzo e a utilizzare pronomi maschili. Ci rendiamo conto di come questo non abbia senso?

Partiamo dal presupposto che le tomboy, come tutte le altre categorie di ragazze lesbiche, sono sempre esistite. Non è una cosa degli «ultimi anni», il termine si utilizza in seguito al film omonimo del 2011 di Céline Sciamma che ha al centro la vita di Laurie, un’adolescente in età puberale che, non appena cambia scuola, decide di far credere a tutti di essere un maschio. Tuttavia, anche prima del 2011, le tomboy erano semplicemente i maschiacci. Non vi è nuovo questo termine, vero? Sarà perché sin da quando siamo bambine se giochiamo con i supereroi, a calcio o con le macchinine veniamo chiamate “maschiacci” come se poi una bambina non potesse giocare con il cavolo che le pare restando comunque una bambina.

Tuttavia, c’è una differenza fra una bambina che semplicemente gioca con i giocattoli che le piacciono di più e una ragazza che invece decide di propria spontanea volontà di utilizzare un determinato stile in base a come si sente, ed è per questo che esistono le butch, le femme, le tomboy, le lipstick e le chapstick, semplicemente perché le persone sono diverse e, a prescindere dal loro orientamento sessuale, decidono di vestirsi e di essere chi preferiscono di essere. No, questo non significa che una persona può decidere di essere una sedia, o una birra, non fate esempi infantili che semplicemente dimostrano che siete degli omofobi senza speranza e rispetto per le altre persone.

Decidere di essere una tomboy, o un maschiaccio, diciamolo in italiano visto che per molte persone sentire un termine in inglese fa perdere la testa, non è l’equivalente di decidere di essere una sedia, o una birra, questo semplicemente perché la tomboy è una persona, proprio come lo sei tu uomo, bianco, etero e cisgender che ti credi anche simpatico e magari furbo a paragonare una persona a un oggetto.

Tomboy e non solo: le categorie di lesbiche

Voglio fare una premessa prima di iniziare. Io sono una triste donna eterosessuale e anche cisgender, per cui quello che so lo devo ai vari siti LGBT o comunque alle attiviste della comunità che hanno voluto educare e istruire le persone, in modo che non manchino di rispetto ad altre persone. C’è anche da dire che, ovviamente, se vi trovate davanti a una tomboy o a una butch e magari date per scontato che siano dei ragazzi, loro non vi pugnaleranno al cuore per aver usato i pronomi maschili (anche perché, leggendo online, ho compreso che ad alcunǝ potrebbero andare persino bene), semplicemente vi correggeranno e continuerete a chiacchierare.

In particolare, ho trovato molto interessanti le definizioni di butch, femme, tomboy, lipstick e chapstick delle attiviste dell’Arc. Giorgia, Mariangela, Marta, Martina e Tatiana in occasione di un’intervista con Sardinia Post, per cui cercherò di parafrasare e spiegare al meglio anche grazie alle loro parole. Voglio anche aggiungere che queste distinzioni esistono anche nel mondo omosessuale, solo che hanno altri nomi. In ogni caso, apriamo le danze.

Butch

Butch sarebbe la lesbica più maschile fra tutte. Giorgia spiega che è «un nome proprio che nei paesi anglofoni, a quanto pare, è molto diffuso tra i camionisti», tanto che nella comunità lesbica vengono proprio chiamate “le camioniste”. Il loro stile è composto da vestiti maschili e spesso larghi in modo da nascondere eventuali forme, i capelli sono molti corti e non utilizzano make up. Tuttavia, in genere, per essere una butch bisogna avere il corpo molto «massiccio e lineamenti duri», dice Tatiana nell’intervista.

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Fonte: pinterest

Tomboy

Le tomboy sono le ragazze maschiaccio, ma meno delle butch, poiché continuano a mantenere alcune caratteristiche femminili come il make up (che poi ormai anche gli uomini etero e cisgender lo utilizzano e noi amiamo quando lo fanno, è un’altra storia) infatti molte tomboy utilizzano la matita sotto gli occhi o il rossetto. In genere gli abiti sono casual ma maschili, potrebbero avere dei piercing e i capelli potrebbero essere sia lunghi che corti. Il fisico è in genere snello e androgino, oserei anche dire che è la categoria di lesbiche preferita persino dalle ragazze etero curiose.

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Ruby Rose
Fonte: pinterest

Femme

Le femme, al contrario delle tomboy o delle butch, sono delle lesbiche femminili in modo naturale. Sono quel tipo di lesbiche che «nessuno direbbe che è lesbica», proprio perché si tende, erroneamente, a pensare che tutte le lesbiche siano mascoline. Marta dice che le femme «mandano in tilt il gay radar. Del resto, quando si entra nei locali non per omosessuali, tutte veniamo considerate etero. Ecco perché abbiamo imparato a riconoscerci, anche solo in base agli sguardi». Insomma, le femme sono lesbiche femminili.

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Fonte: pinterest

Lipstick

La lipstick è una variante della femme solo che, oltre che a essere naturalmente femminili, si tende a cercare di esserlo sempre di più, magari indossando degli orecchini, del make up o qualsiasi accessorio che nella società viene attribuito al sesso femminile. Lo stesso vale per gli abiti, molto femminili. Sono quindi molto legate alla moda, ai gioielli e a tutto ciò che potrebbe renderle eleganti nel senso femminile del termine.

Chapstick

Infine, ci sono le chapstick, che sono le ragazze lesbiche a cui non interessa minimamente di entrare in nessuna delle categorie descritte sopra. Potrebbero essere un po’ maschili, un po’ femminili, una via di mezzo, proprio perché non le importa di cosa la società pensi di loro. A coniare il termine è stata l’icona lesbica americana Ellen Lee DeGeneres quando, in un programma televisivo le fu chiesto che tipo di lesbica fosse e lei rispose chapstick, che è la marca di burrrocacao più usata in America. «Proprio per spiegare che non voleva definirsi o essere definita da altri in base al suo orientamento sessuale», ha detto Marta.

Queste erano le categorie di lesbiche, giusto per far comprendere che non esistono solo le tomboy che sono tanto criticate dal mondo eterosessuale e non solo, e soprattutto che esistono da sempre.

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