#StopTikTok: la petizione con 24k firme verrà consegnata al Ministero dell’Istruzione

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TikTok nel 2021 non sta passando un bel periodo, costantemente accusato di come i bambini che non dovrebbero neanche essere iscritti utilizzano il social. Indubbiamo c’è anche qualcosa che non va nella piattaforma, per questo l’associazione Non si tocca la famiglia ha creato una petizione che ha raggiunto al momento 34k firme (20k in Italia e 10k in Germania) che sono state consegnate al Ministero dell’Istruzione nelle giornata di oggi. Alla consegna è stato presente anche Massimo Gandolfini, il presidente del Family Day.

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Photo by cottonbro on Pexels.com

Ne abbiamo parlato già in altre occasioni. TikTok è un social network che propone delle sfide, che potrebbero essere balletti oppure dei giochi dell’asfissia (sebbene non siano mai stati trovati sui cellulari delle vittime). Il social è vietato ai minori dei 13 anni, tuttavia è molto facile raggirare le regole, tanto che il Garante della Privacy ha dovuto chiedere alla piattaforma di poter intervenire in qualche modo e infatti è stata richiesta la conferma dell’età agli iscritti. Ma più di così cosa può fare un social?

Nessuno obbliga i bambini a iscriversi a TikTok, nessuno obbliga i genitori a lasciare i propri figli davanti ai social senza alcuna supervisione, per cui non tutte le colpe delle disgrazie che accadono riguardano TikTok, ma sicuramente la piattaforma potrebbe provare a prevenire queste disattenzioni. La petizione ha delle vere e proprie richieste e alla petizione hanno partecipato anche Articolo26, Provita&Famiglia, Family Day, Osservatorio di bioetica di Siena. Diritto di Apprendere, con Suor Anna Monia Alfieri. Osservatorio Parlamentare “Vera Lex” e Nonni 2.0.

Petizione contro TikTok: le richieste

È intitolata «Salviamo i bambini da TikTok: più filtri e controlli» e inizia con un «questo è un appello urgente!», cominciando a elencare i nomi dei ragazzini che hanno subito una tragedia a causa del social network tanto apprezzato e utilizzato dalle persone più grandi, ma anche dai più piccoli (troppo piccoli). «Antonella, Valerio, Jacob, Igor… in aumento e sempre più ravvicinati i casi drammatici che hanno visto bambini perdere la vita a causa di pericolose “sfide” lanciate sulla piattaforma TikTok», tuttavia di molte di queste sfide, lo abbiamo visto, non ci sono tracce.

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Nella petizione si spiega come la piattaforma abbia «perso il controllo sui propri utenti e sui propri contenuti. Gli utenti più giovani vengono invitati a partecipare a sfide come “masticare capsule di detersivo”, raggiungere uno stato di allucinazione “ingerendo massicce dosi di antistaminico”, oppure sfide “spaccatesta”, fino ad arrivare a prove in cui si sfidano gli utenti a perdere i sensi provocandosi un soffocamento», queste sono solo alcune delle sfide che si dice di vedere sulla piattaforma. Ma come fa un bambino ad arrivarci? E perché il bambino ha un account su TikTok?

«È stato disposto nei confronti di TikTok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non si stata accertata con sicurezza l’età anagrafica, e la piattaforma ha risposto che “cercherà” di imporre il limite di età a quello di 13 anni», ma a chi firma la petizione questo non basta, secondo loro 13 anni è ancora un limite troppo basso perché «non si ha ancora la giusta percezione del rischio, perché ancora non si è abbastanza maturi. A questa età non si può comprendere la pericolosità di certe sfide, e i crescenti casi di cronaca lo dimostrano».

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Ma tutti noi abbiamo avuto 13 anni e siamo stati spericolati, ai nostri tempi si comprava e si giocava a GTA, adesso c’è TikTok. Sono i genitori che dovrebbero pensare a lanciare un messaggio ai propri figli. La violenza va evitata, questo è pericoloso, questo non lo è. Un social network non dovrebbe avere queste responsabilità (in più ci sono delle etichette sopra dei video pericolosi, come ci sono sempre stati).

«La piattaforma di TikTok, inoltre, è studiata per creare dipendenza! Il suo algoritmo è studiato per attirare l’attenzione, fare leva su alcuni meccanismi psicologici (soprattutto dei più giovani) per creare dipendenza e inducendoli all’emulazione», leggiamo ancora. Forse, allora, basterebbe imporre ai propri figli, ai bambini, un limite di tempo da passare sui social? Basterebbe educarli a conoscere i propri limiti? Solo un’ipotesi, sia chiaro, so che ogni genitore è capace di educare i propri figli e che a volte le tragedie accadono e basta.

Su queste basi, le associazioni sopra elencate rivolgono un appello «alle famiglie e ai genitori, che firmino la petizione con fermezza per chiedere che venga:

  1. Innalzato il blocco di accesso alla piattaforma impedendo l’iscrizione ai minori di 16 anni;
  2. Rimosso ogni contenuto potenzialmente pericoloso per la vita degli utenti, ridimensionando con urgenza la policy della piattaforma e aumentando i controlli;
  3. Istituita nelle scuole, all’atto dell’iscrizione, l’obbligo di formazione per le famiglie sul tema dei rischi della rete, promuovendo una partecipazione ad itinerari formativi all’interno dei patti di corresponsabilità educativa.»

E voi, cosa ne pensate? TikTok ha tutte le responsabilità, ne ha in parte o è solo colpa dei genitori che ormai danno al proprio figlio uno smartphone a un’età troppo poco matura?

Giovedì 22 Aprile Non si Tocca la Famiglia Citizen-go Family Day – Difendiamo i Nostri Figli CONSEGNA AL MIUR…

Pubblicato da Non si tocca la Famiglia Sede Nazionale Roma su Martedì 20 aprile 2021

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