Terapie di conversione, UK: Colin Kennedy contro l’abolizione

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Da anni ormai si parla delle terapie di conversione, in particolare nel Regno Unito. La stessa Regina Elisabetta si era espressa a riguardo durante il suo annuale discorso per inaugurare la sessione parlamentare, e questo dimostra quanto ancora una volta il Regno Unito sia un passo avanti all’Italia (forse uno dei loro errori è stata la Brexit, ma per quanto riguarda rispetto e diritti umani ci superano senza pensarci due volte). Tuttavia, anche nell’UK esistono delle voci fuori dal coro, come Colin Kennedy.

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Pray Away, un film sulle terapie di conversione

Le terapie di conversione sono un serio problema in Italia come anche all’estero. Si pensa che l’omosessualità, che non è in alcun modo una malattia, possa essere guarita come un’influenza qualsiasi. Una persona nasce omosessuale, nasce bisessuale, nasce lesbica, nasce transgender. Non si viene influenzati. Certo, per alcune persone potrebbe essere davvero una fase, come è normale anche interrogarsi sul proprio orientamento per poi arrivare a una conclusione, che potrebbe portare all’omosessualità come all’eterosessualità. Tuttavia, se una persona dice di essere omosessuale, non deve essere guarita.

Con Alessandro, il ragazzo pazzo per Gesù, abbiamo visto che si è dedicato a questa terapia, dopo aver frequentato pride ed essere stato felice con i suoi amici, dopo essersi accettato e amato per quel che era, quando la madre ha cominciato a pregare per lui ogni sera, a piangere, a dimostrare di essere delusa. Quando fece coming out, lei gli chiese: «ma c’è qualcuno che ti obbliga a essere così?». E quindi lui, per la madre, si è sottoposto a una terapia di conversione. In Italia è ancora legale, mentre in Gran Bretagna sta per divenire illegale. E ad annunciarlo è stata proprio la Regina Elisabetta II.

«Saranno portate avanti misure per affrontare le disparità razziali ed etniche e vietare le terapie di conversione», ha detto nel suo annuale discorso per inaugurare la sessione parlamentare. Ha aggiunto poi che il governo britannico «rafforzerà e rinnoverà la democrazia e la costituzione» e soprattutto «proteggerà la libertà di parola». Ma l’Inghilterra non è l’unica: anche la Spagna ha deciso di abolirle con una proposta di legge che mira a vedere questo tipo di terapie di conversione come una serie offesa ma anche come un crimine, anche se fatta con il consenso della persona o del loro tutore (nel caso di un minore).

Insieme alla Spagna, però, anche la Nuova Zelanda è pronta a fare un passo avanti verso la civiltà e verso l’uguaglianza. Kris Faafoi, il ministro della Giustizia, tramite Reuters ha detto che è molto importante introdurre una legge che vieti la terapia di conversione. «Le pratiche di conversione non hanno posto nella moderna Nuova Zelanda. Si basano sulla falsa convinzione che l’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di qualsiasi persona siano aggiustabili», ha detto.

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Fonte: Twitter

Insomma, sembra che moltissimi paesi siano d’accordo su come le terapie di conversione vadano del tutto abolite, peccato che fra questi paesi non ci sia la nostra Italia, o la Polonia, dove addirittura furono dei vescovi a proporre un percorso di terapie di conversione, oppure ovviamente l’Ungheria. Insomma, è davvero triste che la nostra Italia sia paragonata ai paesi più omofobi d’Europa. Tuttavia, nonostante la grande apertura mentale della Gran Bretagna, delle mele marce sono presenti anche sui loro rami.

Colin Kennedy contro la legge sulle terapie di conversione

Il governo di Boris Johnson ha ufficialmente formalizzato l’intenzione di presentare un progetto di legge che vieti le «terapie di sostegno alla conversione dell’orientamento sessuale», e questo include sia quelle che cercano di “trasformare” i gay in etero, sia quelle che riguardano la transessualità in modo «non consensuale». L’iniziativa è stata illustrata da Liz Truss, ministra degli Esteri, che ha definito queste «terapie coercitive» delle pratiche «odiose» che devono e saranno punite come un qualsiasi reato.

La gran parte dell’opinione pubblica, inclusi attivisti e alcuni partiti politici, hanno ovviamente apprezzato questa proposta di legge, tuttavia è stato trovato giusto un piccolo difetto all’interno del testo: non sarebbero vietate le terapie di conversione in forma religiosa, ovvero quelle che vanno dal «pregare via l’essere gay» agli esorcismo. Per questo motivo Colin Kennedy, consigliere del distretto di Ards and North Down, durante un dibattito riguardante la legge, si è espressa contraria.

La collega Connie Egan l’aveva appena definita un piccolo passo verso una società più inclusiva e accogliente per le persone LGBT, tuttavia secondo Colin Kennedy questa proposta rischia di «legiferare il Cristianesimo fuori dall’esistenza», poiché ritiene che «le persone che sperimentano un’attrazione indesiderata verso lo stesso sesso dovrebbero avere il diritto a terapie che cambiano la vita». Insomma, sarebbe un modo per dare fin troppo potere alla Chiesa, poiché solo questa potrebbe ancora eseguirle legalmente.

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Afferma ancora che, con questa legge, «vogliono vietare alle persone di fede di insegnare la Bibbia. Vogliono vietare a ministri, professionisti e consiglieri di parlare a partire dalle loro convinzioni, o rendere qualsiasi servizio quegli adulti di cui sopra. Vogliono vietare ai genitori di crescere i propri figli secondo la loro fede.». Insomma, sicuramente Colin Kennedy ha fatto notare un cavillo non da poco, tuttavia il suo ragionamento è irrispettoso nei confronti di tutte le persone che spesso vengono costrette a cambiare se stesse solo perché circondate da bigotti.

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