Telegram: tornano le minacce dei no-vax verso Draghi e Biden, e non solo

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Non si è fermato l’odio da parte dei no-vax nei confronti non solo del premier italiano Mario Draghi, ma anche del presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden. Al duo si aggiunge anche il fondatore della società Microsoft Bill Gates. Cos’hanno in comune queste tre persone? In realtà proprio nulla, se non che tutte e tre sono state attaccate in un canale Telegram no-vax, con contenuti antisemiti e di incitamento alla violenza nel corso di manifestazioni no-vax. Il proprietario del gruppo è un napoletano che da tempo vive in Germania per lavoro.

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Fonte: Pixabay

Parlando di odio antisemita, vogliamo anche ricordare che la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha minacciato di far chiudere i battenti a Telegram in Germania in seguito a diverse indagini. Una contro i gruppi neonazisti e antisemiti difesi dalla piattaforma perché  «Telegram non sarà parte di questa censura politicaQuesto va contro i principi dei nostri fondatori . Mentre blocchiamo bot e canali legati al terrorismo (ad esempio legati all’ ISIS), non bloccheremo nessuno che esprime pacificamente altre opinioni».

La seconda, invece, è più recente e risale a dicembre scorso, quando la magistratura tedesca ha aperto un’indagine in seguito a un servizio televisivo in cui dei giornalisti mostravano il contenuto di un gruppo Telegram con circa 100 membri contro il vaccino, lo Stato e la politica sanitaria. Questi utenti incitavano gli altri, anche tramite audio, a opporsi «se necessario, con le armi» alle misure entrate in vigore in seguito al picco di contagi di Covid-19. Da alcuni messaggi si apprendeva anche un piano di omicidio del primo ministro della Sassonia, Michael Kretschmer, e di altri rappresentanti del governo regionale.

A questo, poi, si aggiungono anche i tantissimi canali contro il Green Pass, che diffondono informazioni false e soprattutto Green Pass contraffatti. Molti di questi incitano anche alla shitstorm o anche peggio (pubblicando numeri, mail, indirizzi di casa o di lavoro) nei confronti di chi scrive contro di loro. «Siamo in Dittatura e dobbiamo ribellarci per riavere le nostre libertà! Solo informazioni verificate, vere, importanti, utili a far svegliare le coscienze. No disinformazioni. No teorie complottistiche ridicole», si leggeva nella descrizione di un canale Telegram. La storia, però, non è finita.

Telegram: il gruppo no-vax con le minacce ai politici

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha fatto questa triste e sconfortante scoperta durante i controlli effettuati nell’ambito del monitoraggio informativo continui della rete Internet riguardo l’attuale mobilitazione contro le misure adottate dal Governo italiano per contenere la pandemia da Covid-19. Durante uno di questi controlli si sarebbero in battuti nell’ennesimo canale Telegram con fake news e complotti riguardo i vaccini, ma non solo.

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Fonte: Pexels

In uno di questi canali c’erano delle minacce molto gravi ed esplicite nei confronti non solo del Presidente del Consiglio Mario Draghi che, da essere amato è passato in pochissimo tempo a essere un nemico pubblico, ma anche del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden e del fondatore della società Microsoft, Bill Gates, che molte volte è associato ai vaccini e, soprattutto, al 5G. La polizia ha spiegato che tra i tanti messaggi molti avevano anche ideologie antisemite e soprattutto di incitamento alla violenza durante le manifestazioni.

La mente dietro il gruppo è un napoletano che da tempo lavora in Germania, che è stato fermato dalla polizia mentre tornava in Italia proprio per partecipare a una manifestazione no-vax del 15 gennaio 2022 a Roma. È stato controllato dagli uomini del Compartimento Polizia Postale e dalla Digos di Napoli all’Aeroporto di Napoli Capodichino, sottoposto a una perquisizione personale.

La sua denuncia si aggiunge a quella del quarantenne sempre campano, della provincia di Napoli, che è stato denunciato dalla dalla Polizia Postale della Campania, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, con l’accusa di “essere l’autore di uno dei messaggi lesivi della memoria dell’ex presidente del Parlamento Europeo, Davide Sassoli” (ANSA), postati online dopo la morte del Presidente. Adesso cominciamo anche a punire i politici che condividono fake news e che mancano di rispetto ai morti.

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