Tampon tax: il governo ha ridotto l’IVA sugli assorbenti

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Quando Giorgia Meloni fa cose più da sinistra della sinistra stessa. Sì, fa male ma è così: il nuovo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lavorato sulla Tampon Tax, tagliando l’IVA sugli assorbenti dal 10% (prima di lei era stato il precedente premier Draghi a farla passare da 22% a 10%) al 5%, e non solo per gli assorbenti ma anche per i pannolini. E quindi dopo anni di lotte da parte della sinistra o della pseudo sinistra, e soprattutto da parte dei giovani che scendono in piazza a manifestare per i propri diritti, la premier Meloni è riuscita a far passare questa benedetta Tampon Tax.

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Tampon Tax in Italia? In realtà non è proprio una novità: pensiamo, ad esempio, a Firenze, il primo capoluogo di Regione in Italia a prendere questa scelta, a decidere che la tampon tax è una cosa da debellare in quanto gli assorbenti non sono un bene di lusso. Dopo essersi impegnati a lungo contro questa lotta, finalmente in tutto il comune fiorentino 21 farmacie stanno vendendo gli assorbenti senza alcuna tassazione. In realtà, comunque, già altri comuni avevano deciso di detassare gli assorbenti, tuttavia il fatto che a farlo questa volta sia stato un capoluogo di Regione ha fatto davvero pensare a un progresso.

Prima di Firenze, infatti, ci sono stati Pontassieve, San Miniato, Fucecchio, Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val D’Arno e Santa Croce sull’Arno per quanto riguarda la Toscana, mentre anche in Emilia-Romagna ci sono stati dei comuni che hanno deciso di eliminare la tampon tax, come Carpi e Sassuolo. Al momento, fa sapere Maria Vannuzzi, direttore retail di Afam S.p.A. «abbiamo seguito l’iter della mozione votata dal Consiglio comunale e abbiamo deciso di abolire l’Iva sugli assorbenti femminili, fino al marzo 2022». Ai tempi, Laura Sparavigna, il consigliere comunale che ha proposto questo provvedimento, disse:

«Il ciclo non è un lusso e oggi il Comune si schiera nuovamente a sostegno dell’equità sociale economica. In Italia l’Iva sugli assorbenti è del 22%, cioè la tassazione prevista per tutti i prodotti rientrati nella categoria dei beni non di prima necessità come per i tablet, i profumi, le sigarette. Persino al tartufo è toccata una sorte migliore, ritenuto bene essenziale, ha l’Iva al 4%! Nonostante una donna non possa scegliere se e quando averlo, sta a tutti noi scegliere se e quanto tassarlo e l’attuale scelta di mantenere la soglia massima, crea iniquità sociale quanto economica».

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Prima dell’Italia, anche diversi Paesi avevano deciso di debellare questa tassa. Pensiamo ad esempio alla Scozia, il primo Paese al mondo a rendere gratuiti tutti i prodotti legati alle mestruazioni con un voto unanime al Parlamento, o ancora alla Gran Bretagna. Il Cancelliere delle scacchiere Rishi Sunak, che aveva promesso di eliminare la tampon tax a marzo scorso in occasione della finanziaria che sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio 2021, ha mantenuto la sua parola abolendo del tutto la tassa sugli assorbenti. L’Italia l’ha ridotta, e per adesso ce lo facciamo andare bene!

Tampon Tax: anche l’Italia elimina il lusso sugli assorbenti

Il governo di Giorgia Meloni ha approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge di bilancio per il 2023, con tutte le misure aggiuntive che il governo vuole introdurre nel prossimo anno, e fra queste c’è anche una riduzione della cosiddetta “tampon tax”, ovvero l’aliquota ordinaria IVA sugli assorbenti per le mestruazioni. Secondo la legge, per gli assorbenti non compostabili l’IVA scenderà dal 10 al 5 per cento (per quelli compostabili la tassazione era già stata ridotta al 5 per cento alcuni anni fa). Vi ricordiamo anche che già lo scorso anno il governo Draghi aveva ridotto l’IVA dal 22 al 10%.

In questa riduzione comunque non si parla solo di assorbenti, ma anche di alcuni prodotti di prima necessità per l’infanzia come pannolini, biberon e omogeneizzati, che, pensate un po’, erano ancora tassati come un bene di lusso, al 22%. Secondo dei calcoli citati dal Sole 24 Ore, con l’IVA così alta una donna spendeva circa 70 euro per gli assorbenti in un anno. Con la riduzione, il totale scende di circa dieci euro. Ovviamente la spesa varia da persona a persona perché non tutte le donne hanno le stesse necessità a livello di ciclo mestruale. Adesso, comunque, dovrebbero diminuire i prezzi su questi prodotti.

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Sottolineiamo anche che se i prezzi cambieranno dipenderà anche dal rivenditore: c’è chi potrebbe abbassare il costo, e c’è chi potrebbe aumentarlo per trattenere la differenza dovuta alla riduzione dell’IVA. In altre parole, anche se dovrebbero costare di meno, in realtà il prezzo non potrebbe cambiare. Dipenderà dal singolo rivenditore, quindi tocca andare nei vari negozi per capire dove conviene comprarli. Vorrei anche aggiungere che per anni la destra ha deriso la sinistra e i suoi rappresentanti per la Tampon Tax, e il fatto che adesso l’abbiano approvata fa pensare che tutto gli va bene, a meno che non sia proposta dalla sinistra.

Intanto, si è espressa a riguardo, in un’intervista con La Repubblica, Laura Boldrini, che da anni combatte per questa legge: «La destra porta a termine un lavoro iniziato con un emendamento a mia prima firma alla manovra del 2020. Abbiamo ottenuto noi la riduzione dell’Iva dal 22 al 5% per gli assorbenti igienici compostabili. Per gli altri la diminuzione dal 22 al 10% è giunta con la legge di bilancio del 2022». Vorrebbe quindi che il Presidente e il popolo ricordassero «che la breccia l’abbiamo aperta noi e non l’abbiamo abbandonata, anzi abbiamo ottenuto risultati […], chiedendo e ottenendo appunto la riduzione dal 22 al 5% dell’Iva sui tamponi e i prodotti igienici femminili compostabili o biodegradabili».

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