Svezia: manifestazioni anti-islamiche da parte dell’estrema destra

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Siamo stupiti che un partito di estrema destra non accetti un’opinione (o, in questo caso, una religione) diversa dalla propria? No, assolutamente no. Tuttavia non ci aspettavamo che si arrivasse a bruciare delle copie del Corano, e soprattutto che questi incendi potessero diventare così pericolosi da ferire persino delle persone. Perché alla base della comunità umana, sociale e in particolare civile dovrebbe esserci il rispetto. Ma a quanto sembra ci sono dei partiti che preferiscono la violenza alla convivenza.

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autobus della polizia incendiato dai manifestanti nel parco Sveaparken a Orebro, Svezia, venerdì 15 aprile 2022
Kicki Nilsson/AP

Parliamo spesso della Polonia, parliamo dell’Ungheria, e ovviamente della Russia. Parliamo di politiche omofobe e misogine, che mettono la vita di un feto davanti a quella di una donna e che vedono la comunità LGBT come una mera ideologia, e non come ciò che sono: delle persone. Parliamo di politici che urlano i propri messaggi di odio, spesso stringendo fra le mani la Bibbia o il rosario, parliamo di altri che giustificano il razzismo con la religione. Ma è la prima volta che le nostre attenzioni sono rivolte nei confronti della Svezia.

Per cui, cos’è successo? È qualcosa di abbastanza grave, non solo per i feriti e per i danni che sono stati causati, ma anche per il messaggio che è stato fatto passare da un politico di estrema destra che ha deciso di bruciare il Corano, ovvero il testo sacro dell’Islam, proprio nel momento in cui le persone musulmane sono intente a celebrare il Ramadan. È una mancanza di rispetto nei confronti di una religione e di una intera comunità. Vediamo più nello specificio.

Svezia: che succede?

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La Svezia è in fiamme: diverse città sono state colpite da incendi che hanno causato molti feriti, sia tra le forze dell’ordine che tra i civili. E a soffiare sul fuoco per far sì che si propaghi in tutta la Svezia insieme alla sua islamofobia, è Rasmus Paludan, leader danese dell’ultradestra che nel 2017 ha fondato il partito Stram Kurs, che significa “Linea dura” e che richiede la messa al bando dell’Islam insieme all’espulsione di tutti i richiedenti d’asilo non occidentali. Se questo non bastasse, hanno anche preteso di creare dei campi di detenzione in Groenlandia.

La propaganda del partito si ascolta in tutti i comizi che sono sempre circondati da tanta violenza, principalmente contro le persone musulmane. In ogni caso, quando si è reso conto che nel suo Paese di nascita le sue idee non hanno vita lunga, ha deciso di spostarsi in Svezia, Paese di cui è originario per ramo paterno e di cui ha chiesto la cittadinanza nel 2020. È proprio in Svezia che quest’odio è sfociato negli ultimi giorni con un rogo di Corani.

La prima manifestazione si è tenuta giovedì pomeriggio nella città di Linköping, ma subito sono iniziati degli scontri fra la polizia e un gruppo di decine di persone, che hanno attaccato gli agenti ferendone tre e distruggendo auto e altri veicoli della polizia. Nella serata dello stesso giorno, la manifestazione prevista a Norrköping è stata cancellata ma, nonostante ciò, ci sono comunque stati degli scontri e la polizia ha fatto sapere che un gruppo di circa 200 persone ha incendiato auto e aggredito la polizia.

In un comunicato la polizia locale ha fatto sapere che «in totale, abbiamo 26 colleghi feriti, 20 veicoli danneggiati o distrutti, 14 persone civili feriti. Il numero medio di dimostranti aggressivi è stato di circa 200. La polizia è stata costretta a usare armi per legittima difesa. Ci sono molte indicazioni che l’obiettivo fosse la polizia». Il capo della polizia svedese, Anders Thornberg, ha voluto anche sottolineare che la partecipazione ai disordini includeva anche dei criminali e persino di alcuni esponenti della criminalità organizzata.

«Abbiamo informazioni su un incitamento alla violenza contro la polizia che è stata effettuato dall’estero», ha detto l’agente, ritenendo che quindi «l’obiettivo fosse la polizia». Arrivano intanto delle critiche dall’Iran in seguito al rogo di Corani: «La deliberata reiterazione di atti contro l’Islam in Svezia ha ferito i sentimenti dei musulmani in quel Paese e nel mondo», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh, sottolineando che «l’Iran ne ritiene responsabile il governo svedese da cui attende una reazione immediata, forte e chiara nei confronti dei colpevoli».

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polizia anti-sommossa guarda un autobus urbano bruciare in una strada di Malmo, Svezia, sabato 16 aprile 2022.
Johan Nilsson/TT

Le persone islamiche e non solo, infatti, hanno fatto sapere che il problema principale sembra proprio essere la permissività delle forze dell’ordine svedesi che rendono possibili queste manifestazioni, che rendono possibile che delle persone, dei politici, brucino un libro sacro. Anche dall’Arabia Saudita arriva la condanna sull’«abuso deliberato del sacro Corano da parte di alcuni estremisti in Svezia». Questa è la testimonianza di come potrebbe essere solo l’inizio delle ripercussioni che la Svezia potrebbe avere con le relazioni con i Paesi islamici di tutto il mondo.

La prima ministra svedese, Magdalena Andersson, intanto, ha ribadito che il governo vuol far rispetto il diritto di manifestazione. «In Svezia, è permesso esprimere le proprie opinioni, anche quelle di cattivo gusto, ed è parte della nostra democrazia». Tuttavia, bruciare il Corano non può essere un’opinione rispettabile. Se le persone reagiscono al razzismo, non puoi chiamarle terroriste.

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