Eutanasia: via libera per Stefano Gheller

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«Buongiorno amici vicini e lontani oggi sono felicissimo ed è un gran bel giorno, è stato qui, il direttore sanitario della Aulss 7 Pedemontana a cui io il 30 giugno avevo inoltrato la mia richiesta di suicidio assistito, vi informo che la mia richiesta è stata accolta, e ora sono libero di decidere quando vorrò mettere fine alle mie sofferenze», questo ha scritto su Facebook Stefano Gheller, 49enne vicentino che dipende da un respiratore al quale è attaccato 24 ore su 24. Dopo qualche mese di attesa, quindi, potrà accedere all’eutanasia.

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In Italia l’eutanasia non è legale, in quanto è paragonata a un omicidio volontario (art. 575 c.p.), tuttavia se, come nell’art. 579, si verificasse l’omicidio del consenziente, la reclusione sarebbe da 6 a 15 anni. La Cass. Civile Sez. I n. 21748/07 stabilisce invece che un giudice ha la facoltà di autorizzare la disattivazione dei presidi sanitari di un paziente in stato vegetativo «di cui sia accertata l’irreversibilità secondo standard internazionali, e che [..] questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento».

Cos’è, però, l’eutanasia? Apriamo una parentesi anche su questo. Il termine greco significa letteralmente buona morte, poiché composto dalle parole greche εὔ-, che significa bene, e θάνατος, che invece significa morte, tuttavia non dovrebbe essere paragonabile al suicidio o all’omicidio, in quanto non tutte le persone possono accedervi. In altre occasioni abbiamo proprio fatto l’esempio della depressione: se tu sei una persona sanissima, ma magari soffri di depressione e vuoi mettere fine alla tua vita, non è una buona scusante per poter accedere a questa pratica.

Negli ultimi giorni si è parlato del caso di Shanti De Corte, una ragazza belga di 23 anni con depressione post-trauma in seguito all’attentato avvenuto all’aeroporto di Bruxelles-Zaventem e rivendicato dall’Isis ma che, secondo i media locali, soffriva di problemi psicologici già da molto, e che è morta di eutanasia. Il caso ovviamente ha fatto molto discutere in quanto la depressione, almeno in Italia, non è neanche fra le ipotesi di accesso all’eutanasia. Quello di Stefano Gheller, tuttavia, entra nelle casistiche.

La storia e il messaggio di Stefano Gheller

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Stefano Gheller ha 49 anni e da quando ne aveva 15 vive su una sedia a rotelle, attaccato a un respiratore 24 ore al giorno. Vive a Cassola, in provincia di Vicenza, e qualche mese fa raccontò, in occasione dell’inoltro alla richiesta all’Aulss 7 Pedamontana per l’eutanasia che «la mattina quando mi sveglio, so che potrei morire soffocato dal cibo o da un sorso d’acqua. D’inverno devo restare chiuso in casa per mesi perché un raffreddore potrebbe uccidermi». E adesso, a distanza di qualche mese, potrà riavere indietro la sua vita.

«Sono contento che questo diritto mi sia stato riconosciuto e spero possa in parte servire per altre eventuali persone che ne faranno richiesta, la mia Aulss devo dire è stata veloce rispetto ad altri casi a darmi risposta e sosterrà tutte le spese per quando deciderò di farlo, sul quando dipenderà da due fattori, il primo ovviamente sul decorso della mia malattia e cosa ancora mi toglierà più di quanto mi ha già tolto finora, poi dipenderà da quanto lo stato Italiano e la Regione Veneto mi aiuterà economicamente a fare una vita dignitosa potendo pagare un Assistenza adeguata ai miei bisogni», scrive Stefano Gheller su Facebook.

Spiega poi che «doversi alzare ogni mattina e affrontare la giornata è già dura così, ma dover oltre al peso della malattia dover pensare a come pagare l’assistenza adeguata e non solo diventa un ulteriore peso continuo che ti consuma le poche forze che uno ha». Adesso quindi Stefano Gheller riceverà un macchinario che sarà installato in casa, come ha richiesto lui stesso.

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«Non desidero morire in questo istante, ma voglio avere il diritto di farlo appena sentirò che è arrivato il momento. La richiesta serve a questo: a fare in modo che tutto sia pronto e nessuno possa impedirmi di andare infondo», sottolinea, e poi rassicura gli amici: «Ovviamente quando deciderò di mettere fine alla mia vita ve lo dirò, mi scuso se ultimamente non ho interagito molto con voi ma non sono stato bene sia fisicamente che mentalmente, vi voglio bene e vi ringrazio tutti voi che mi state sempre vicino».

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