Zan risponde all’attacco degli Stati Genderali

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Qualche giorno fa gli Stati Genderali lgbtqia+ & Disability hanno attaccato frontalmente Grillini, Zan, Scalfarotto, definendoli “omonazionalisti”, appellativo che i politici e attivisti non hanno accettato e hanno deciso di rispondere a Enrico Gullo, attivista del Palermo Pride che è stato abbastanza critico nei confronti dei politici e attivisti che hanno provato a rendere realtà il DDL Zan sulle colonne di Dinamo Press. Gli Stati Genderali si erano riuniti proprio per discutere del Post DDL Zan, con un programma che, riassumendo, includeva semplicemente l’intersezionalità.

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Fonte: FreePik

«Esistono, non va dimenticato, le frocie di potere omonazionalista: Grillini, Zan, Scalfarotto, che poi paradossalmente lavorano per la comunità ma portando solo sconfitte», ha detto Enrico Gullo. Il collega Davide Curcuruto del Rivolta Pride di Bologna, sempre su Dinamo Press, ha spiegato il programma degli Stati Genderali: «Vi è stata una commistione di due mondi narrati come destinati a non incontrarsi mai, cioè l’associazionismo lgbtqia+ e i movimenti queer. L’ibridazione è nata a partire da contesti locali favorevoli come il Rivolta Pride di Bologna e il Palermo Pride, ma ha funzionato a livello di incontro di movimento».

A questo programma hanno partecipato diverse sigle e associazioni tra cui Famiglie Arcobaleno, Conigli Bianchi, Genderlens, Disability Pride, Il Cassero di Bologna. Tuttavia, né Alessandro Zan, deputato PD che ha dato il nome al DDL Zan, né Franco Grillini, leader storico del movimento Lgb italiano, sono rimasti in silenzio davanti alle critiche ricevute. Prima però di vedere le loro risposte, vi facciamo anche sapere che Alessandra Maiorino, del M5S, ha detto di voler «presentare ad aprile un nuovo testo che accanto all’introduzione dei reati di odio fondato sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, preveda percorsi educativi nelle scuole».

Zan è abbastanza lieto da questa notizia, dato che ha già una «grande sintonia sulle battaglie per i diritti civili» con la Maiorino e il Movimento 5 Stelle. «Io ripartirei dal ddl Zan perché quel testo è stato approvato alla Camera ed è stato sostenuto dalle piazze, popolate soprattutto da giovani, che in questi mesi si sono spese per questa legge. Si tratterà di capire nei prossimi mesi se è possibile, attraverso piccole modifiche che non ne cambino i contenuti fondamentali, trovare delle convergenze che allarghino il consenso al Senato. Sappiamo che la strada è molto stretta ma ci dobbiamo provare fino all’ultimo giorno della legislatura», ha detto.

Zan e Grillini rispondono agli Stati Genderali

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Fonte: FreePik

Grillini ha parlato in un’intervista con Gay.it, descrivendosi come «un gay del Novecento, ma curioso perché mi piace vedere il cambiamento. Se mi accusano di essere vecchia” sorride, “lo sono. Facciamo ageismo? Sono vecchio e malato. I miei difetti fisici, di cui sono totalmente incolpevole, non li ho mai nascosti. Dopodiché avrò fatto errori, vero. Sapete errare humanum est in 50 anni. Però penso di aver fatto più errori sulla mia carriera che sulla mia politica Lgbtqi+».

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Fonte: FreePik

Ha però voluto sottolineare che non accetta «la parola nazionalista. Proprio una parola fuori dal mondo. Ho contestato per tutta la mia vita il nazionalismo. La mia patria è il mondo. Noi, noi fr*ci intendo, siamo contro il nazionalismo e il classismo. Siamo interclassisti per natura. Ma lancio una sfida e invito a una discussione pubblica. Io sono disponibile. E aggiungo una cosa sulle sconfitte: compagne e compagni abbiamo una collezione di vittorie, bisogna solo conoscere la storia per capirlo».

Alessandro Zan invece è più tranquillo, e ritiene che «ognuno ha diritto di critica. La mia storia parla da sola: dal pride nazionale di Padova organizzato quando militavo in Arcigay nel lontano 2002 ad oggi. Le associazioni e il movimento lgbtq+ sono e devono fare avanguardia pretendendo tutti i diritti», ha detto anche lui a Gay.it. Aggiunge che, tra l’altro, «il loro ruolo nella stesura del ddl Zan è stato fondamentale, come è stata fondamentale l’indicazione netta di non accettare alcuna mediazione al ribasso nella trattativa politica. Così è stato: in Parlamento abbiamo tenuto la barra dritta su punti per noi irrinunciabili, come l’identità di genere o le attività nelle scuole».

Conclude poi: «In Aprile il testo sarà “riabilitato” dopo il voto della cosiddetta tagliola e si potrà continuare la discussione, ben consapevoli però che quel voto e quell’applauso in Senato fotografano una composizione reazionaria e retrograda di quell’assemblea. La strada è stretta, ma fino all’ultimo minuto utile di questa legislatura ci proveremo senza esitazione, in continuo contatto, come è sempre stato, con il movimento».

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