Simone Pillon denuncia online Smemoranda perché… ha due pagine dedicate all’identità di genere

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Ma chissà cos’hanno in mente Simone Pillon, Giorgia Meloni, Matteo Salvini,… quando si schierano contro la temibile identità di genere, e in particolare il primo quando condanna un diario, Smemoranda, solo perché ha una pagina dedicata. Ritiene che esistano solamente ragazzi eterosessuali e cisgender? E ritiene che quest’ultimi, leggendo una pagina e mezza in un diario riguardante l’identità di genere (semplicemente istruendo, quello che dovrebbe farsi in una scuola), diventino automaticamente no-binary?

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Sono due semplici pagine di diario, non dicono niente di sbagliato e hanno come unico obiettivo quello di istruire al rispetto, ma più le persone sono istruite, più sono rispettose, meno sono d’accordo con il senatore Simone Pillon, o con Giorgia Meloni, o con Matteo Salvini, e con le loro assurde battaglie contro delle persone che esistono ed esistono da sempre, da ancor prima che fosse comune odiarle. Basti pensare all’antica Roma, alle nostre origini. Le nostre vere origini.

Ha avuto da ridire contro Sanremo e Drusilla Foer perché ritiene che sia una “quota LGBT“, contro i Maneskin perché gli uomini vestiti con giacca e papillon e le donne con dei vestitini, parla di facoltà da uomini e le facoltà da donne, e ora persino contro un diario semplicemente perché è inclusivo, perché è dalla parte di tutta la comunità ed è cosciente dell’esistenza di persone LGBT, di persone non cisgender. Noi ringraziamo Smemoranda, perché tutte le persone meritano una rappresentanza.

Simone Pillon contro l’agenda Smemoranda

Parliamone. Ma parliamone sul serio. Simone Pillon, come anche i colleghi Meloni e Salvini, stanno letteralmente cercando di eliminare qualsiasi riferimento alle persone e alla comunità LGBT, proprio come ha fatto l’alleato Viktor Orban in Ungheria, rendendo illegale qualsiasi riferimento alla comunità a scuola. Nelle stesse scuola dove i ragazzi dovrebbero sentirsi se stessi, dove dovrebbero essere felici di amare e soprattutto di amarsi. Educare, per prevenire. Perché se insegni a uno studenti che esistono delle persone transgender, no-binary, genderqueen, e così via, loro la vedranno come una normalità e non bullizzeranno, non odieranno, quei coetanei.

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Cosa fa paura di due pagine di diario in cui non si dice: devi essere LGBT o non vai bene, devi per forza essere diverso dal genere con cui nasci, se hai il pene non puoi essere un uomo, bensì si istruisce e si rende consapevoli i ragazzi. Perché un ragazzo che non è a proprio agio con la propria identità, leggendo delle pagine del genere, potrebbe sentirsi compreso, normale, esattamente come gli altri. Perché, caro Simone Pillon, non esistono solo le persone eterosessuali e cisgender, e per fortuna non esistono neanche solo persone omofobe.

Ma sapete qual è la cosa più terrificante? Cosa vuole fare Simone Pillon con la sua denuncia? Lui scrive che «spetta ai genitori, e non agli autori della Smemoranda, raccontare ai figli la bellezza della sessualità», quindi vuole persino vietare che si parli di identità di genere? Che vuole fare? Vuole per caso organizzare un rogo di libri in cui si cita anche solo un personaggio o una pagina LGBT? In più, ricordiamolo, se esistono persone omofobe, è perché i genitori evidentemente non hanno svolto al meglio il proprio compito, non educando al rispetto.

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Caro Simone Pillon, spetta ai genitori educare i propri figli, ma dove non arrivano i genitori interviene la scuola, e se oggi ci sono ancora tante storie di bullismo e omofobia, significa che qualcuno non è stato educato al rispetto, all’uguaglianza e alla diversità. E ricorda: il secolo scorso, e ancora prima, la sessualità era un tabu. Bisogna nascondersi per amare, bisognava mentire. Non c’era quella che chiami “propaganda gay“, eppure le persone LGBT esistevano. Quindi in che modo un ragazzino verrebbe influenzato da due pagine di diario?

Tra l’altro, pone anche «una semplice domanda: siamo sicuri che somministrare ossessivamente questo tipo di contenuti ideologici, oltretutto privi di fondamento scientifico e naturale, sia corretto e faccia il bene dei ragazzi?». Infatti, Simone Pillon. Siamo sicuri che pubblicare decine e decine di contenuti in maniera ossessiva contro un'”ideologia gender” e un’intera comunità, sia corretto e faccia del bene ai ragazzi che poi crescono pensando che sia normale odiare? Che strazio, e che amarezza.

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