“She decides”: il movimento per il diritto all’aborto a cui l’Italia non ha aderito

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“She Decides” è un movimento globale che vuole condividere l’idea, o meglio il diritto, di permettere a tutte le donne di poter abortire, di permettere alle donne di decidere sul proprio corpo. Recentemente è stata pubblicata una lettera aperta #mybodymychoice con cui viene chiesta la riapertura delle cliniche per aborti che erano state chiuse, e mai più riaperte, a causa della pandemia, ma anche di approvare l’uso dell’RU486. Indovinate quale paese non ha firmato? No, non solo la Polonia, ma anche la nostra Italia.

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Fonte: She Decides

Non ci stupisce infatti che la Polonia, uno dei paesi in cui l’aborto è più difficile, diciamo impossibile, da effettuare legalmente rispetto a tutta l’Europa, tuttavia il fatto che l’Italia, che si definisce tanto progressista e che non è in alcun modo discriminatoria (così ci dicono, eppure…), non abbia neanche un esponente del governo, che sia di destra o di sinistra, a firmare questa lettera di She Decides, ci fa un po’ storcere il naso.

In questo articolo vogliamo mettere sotto i riflettori il movimento, che ancora oggi non è conosciuto da tutti (e da un certo punto di vista speriamo che non sia conosciuto dal governo, che quindi non ha firmato per semplice ignoranza più che da un rifiuto per ideologia), vogliamo leggere la lettera aperta che She Decides ha scritto e, ovviamente, vediamo anche chi è che ha deciso di firmarla, al contrario della nostra Italia.

Cos’è She Decides

«She Decides è un movimento politico globale che guida il cambiamento, alimentato dalle azioni nelle comunità, con i giovani al centro»: quello che unisce il movimento è la consapevolezza che ogni ragazza, ogni donna, debba prendere le decisioni che solo lei dovrebbe prendere, in qualsiasi parte del mondo. «Promuoviamo il diritto fondamentale di ragazze e donne di tutto il mondo di godere del proprio corpo, di fare le proprie scelte, avere accesso a un’educazione sessuale completa e all’intera gamma di cure di qualità che uniscono tutte le parti della sua vita sessuale e riproduttiva, e della sua salute».

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Fonte: She Decides

In effetti è anche importante parlare di salute ed educazione sessuale, un argomento che non dovremmo minimamente sottovalutare come spesso si fa in Italia (io, ad esempio, non ho mai fatto educazione sessuale a scuola).

In particolare fra i genitori pancini questo è un fenomeno molto sviluppato: non accettano che i figli possano crescere e non spiegano alla propria prole come non prendere malattie sessuali o come non mettere incinta (o rimanere incinta) e non accettano neanche che siano degli sconosciuti (esperti) ad aprire loro gli occhi. I loro figli quindi crescono non sapendo come proteggersi. Insomma, sono dei genitori che credono di difendere i propri bambini tenendoli lontani dall’educazione sessuale, ma in realtà fanno loro solo del male.

Questo ragionamento viene fatto soprattutto con le figlie femmine, e oggi dobbiamo ringraziare internet che, sebbene spesso non sia la migliore delle fonti e soprattutto non la più attendibile (in particolare considerando quante fake news girano sul web), riesce a rispondere a dei dubbi di alcune ragazze che si trovano ad affrontare alcune situazioni da sole, senza poter contare sulla propria madre troppo chiusa di mente e che, probabilmente, le giudicherebbe e non le farebbe sentire a proprio agio. Per questo She Decides è un movimento necessario.

«Vediamo un mondo in cui ogni ragazza e donna può esercitare il suo diritto alla privacy, all’identità di genere, alla scelta di partner, al piacere, al matrimonio, ai bambini – e servizi integrati che coprono la contraccezione, la gravidanza, l’aborto, l’infertilità, le malattie sessualmente trasmissibili, l’HIV, i tumori e la violenza. Vediamo un mondo in cui matrimoni forzati, matrimoni infantili, mutilazioni e tagli genitali femminili, e tutte le forme di violenza contro donne e ragazze sono cose del passato.»

She Decides

Oggi, ancora oggi, è importante educare le ragazzine, non solo per evitare che restino incinta o che prendano malattie sessuali (che comunque sono dei pro da non sottovalutare), ma soprattutto per farle stare bene con se stesse. Le mestruazioni non sono il male (a proposito, avete sentito del nuovo fumetto di Emilia Clarke?), il corpo di una donna cambia, i peli sono normali, sul tuo corpo devi scegliere solo tu, la masturbazione non è un peccato. E tanto altro ancora.

La lettera aperta di She Decides

«My body my choice: raggiungeremo l’uguaglianza di genere solo quando ogni donna e ogni ragazza avrà il diritto di decidere»: così inizia la lettera aperta di She Decides, sottolineando che nessuna donna «dovrebbe essere costretta a portare a termine una gravidanza indesiderata; e nessuna donna dovrebbe morire a causa della gravidanza o del parto», perché ricordiamolo che tantissime donne non sono in grado di portare avanti una gravidanza e rischiano la vita partorendo.

«Ogni donna ovunque ha il diritto all’aborto legale, all’assistenza sanitaria materna e ostetrica, all’educazione sessuale e alla contraccezione.»

Tuttavia, questa è solo un’utopia, perché «in questo momento, in tutto il mondo, alle donne e alle ragazze viene regolarmente negato il pieno accesso ai loro diritti sessuali e riproduttivi e alle loro libertà. L’impatto sproporzionato della pandemia COVID-19, in particolare sull’emancipazione economica delle donne e l’aumento della violenza sessuale e di genere, rende la necessità di garantire l’uguaglianza di genere più pressante che mai». Voglio anche ricordare che in Polonia la pandemia è stata sfruttata per rendere la legge sull’aborto ancora più restrittiva.

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Fonte: She Decides

«Gli arresti e le pressioni sui servizi sanitari hanno reso più difficile per donne e ragazze accedere a servizi sanitari essenziali come la contraccezione, con conseguente aumento delle gravidanze e riduzione dell’accesso all’aborto – anche nei paesi in cui la procedura è sicura e legale», scrive il team di She Decides. «Un’ombra pandemica di aumento degli abusi domestici ha inoltre gravemente compromesso l’accesso di donne e ragazze ai loro pieni diritti umani, tra cui la loro integrità e autonomia fisica.»

Questi attacchi sono spesso per mani di lobby finanziate e organizzate che finanziano delle campagne anti-aborto in tutto il mondo, inclusa l’Italia (d’altronde abbiamo il Vaticano, che ci aspettiamo?). Non so se siate mai andati in una clinica di aborti, ma spesso molti attivisti anti-aborto cominciano a manifestare davanti all’edificio, molestando e intimidendo verbalmente le donne che già si trovano in una situazione spiacevole, perché l’aborto non è facile da affrontare per nessuno. Ma è importante che si possa avere una scelta. Rendere l’aborto legale ovunque significa questo: dare alle donne una scelta.

«Come campioni di She decides, siamo determinati a resistere con forza e fermezza contro questi attacchi. È solo assicurando che ogni donna e ogni ragazza abbia pieno accesso ai suoi diritti riproduttivi che possiamo raggiungere la parità di genere. Smantellando le barriere all’accesso all’aborto e ad altri servizi di salute sessuale e riproduttiva e mettendo i diritti delle donne al centro della ripresa del COVID-19, possiamo realizzare un mondo in cui lei decide.

Queste barriere possono manifestarsi come stigmatizzazione e discriminazione, o possono manifestarsi in modi più concreti. Oggi, ci sono luoghi nel mondo in cui l’aborto rimane completamente criminalizzato. Le leggi restrittive sull’aborto uccidono le donne e non impediscono loro di abortire. Promuovendo l’eliminazione delle barriere legali e proteggendo l’aborto come servizio sanitario essenziale, possiamo prevenire aborti non sicuri, salvare la vita delle donne e avvicinarci alla parità di genere».

She Decides

Quello che chiede She Decided è quindi una «campagna globale di informazione obiettiva e imparziale, in modo che le donne e le ragazze conoscano i loro diritti e abbiano accesso a informazioni accurate sulle loro opzioni di assistenza sanitaria». Tra le righe, chiede solo di proteggere le donne e le ragazze, e il loro diritto di scegliere per se stesse, sul proprio corpo e sulla propria vita.

Chi ha firmato la lettera di She Decides

Tra le diverse firme troviamo quella dei Ministri di genere e uguglianza di Francia, Canada e Norvegia, dei Ministri dello sviluppo internazionale di Svezia e Paesi Bassi e persino del Primo Ministro del Belgio. Ma neanche una di un ministro italiano. Forse non siamo troppo stupiti considerando il triste momento politico che l’Italia sta passando, con una sinistra che non è una sinistra e con una destra che è la peggiore di sempre, ma le aspettative non erano così basse.

  • Mr Abid Q Raja, Minister of Culture and Equality, Government of Norway
  • Mr Alexander de Croo, Prime Minister, Government of Belgium
  • Dr Alvaro Bermejo, Director General, IPPF
  • Ms Aminatou Sar, Country Director, PATH Senegal
  • Ms Christine Stegling, Executive Director, Frontline AIDS
  • Ms Elisabeth Moreno, Minister of State for Gender Equality, Government of France
  • Ms Georgia Arnold, Executive Director, MTV Staying Alive Viacom
  • Ms Goedele Liekens, Member of Parliament, Belgium
  • Ms Jona Turalde, SheDecides Guiding Group Member, Philippines
  • Ms Jovana Rios, Chairwoman of the Board, IPPF WHR, Panama
  • Ms Karina Gould, SheDecides Guiding Group Member & Minister of International Development and Gender Equality, Government of Canada
  • Ms Kate Hampton, CEO, CIFF
  • Ms Latanya Mapp-Frett, President and CEO, Global Fund for Women
  • Ms Lilianne Ploumen, Chair of the SheDecides Guiding Group, The Netherlands
  • Ms Lina Abirafeh, SheDecides Guiding Group Member & Executive Director, Arab Institute for Women
  • Ms Lisa Russell, Founder, Create2030
  • Ms Malayah Harper, Director of the Sexual and Reproductive Health and Rights, Engender Health
  • Ms Mariela Belski, SheDecides Guiding Group Member & Executive Director, Amnesty International Argentina
  • Prof Mary Ann Lumsden, CEO, FIGO
  • Mr Per Olsson Fridh, Minister for International Development, Government of Sweden
  • Dr Ruth Labode, Member of Parliament, Parliament of Zimbabwe, Zimbabwe
  • Ms Sigrid Kaag, Minister for Foreign Trade and International Development, Government of the Netherlands
  • Mr Simon Cooke, CEO, MSI Reproductive Choices
  • Ms Sivananthi Thanenthiran, Executive Director, Arrow, Malaysia
  • Ms Sonali Silva, SheDecides Guiding Group Member, Sri Lanka
  • Ms Sylvia Hamata, SheDecides Guiding Group Member & International Confederation of Midwives (ICM), Namibia
  • Ms Tikhala Itaye, SheDecides Guiding Group Member and Co-Founder, HeR Liberty, Malawi
  • Mr Ton Coenen, Executive Director, Rutgers
  • Ms Vera Syrakvash, Belarus/Russia

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