Sanremo 2022: i migliori momenti della quinta e ultima serata

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Ci siamo. Siamo arrivati all’ultima serata di Sanremo 2022, la nostra holy week si è ufficialmente conclusa con la strameritata vittoria di Mahmood e Blanco, che sapevamo che avrebbero vinto sin dalla prima puntata. Il loro pezzo è quello che, non vogliamo tirarla, potrebbe farci vincere ancora una volta all’Eurovision, ma che, anche se non dovessero riuscirci, ci hanno comunque regalato tanti brividi e tante risate, perché le interviste del loro duo sono state le più iconiche. Poi, senza togliere nulla agli altri, Blanco è stato il protagonista dei meme della serata.

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Diciamo che non è stata una sorpresa. Tutti sapevamo che avrebbero vinto loro, e lo sapevamo sin dalla prima puntata, da quando ci hanno fatto ascoltare la canzone. Ma io vorrei dire una cosa che va oltre il testo della canzone, l’interpretazione e anche la grande amicizia che si è creata fra questi due ragazzi così diversi ma con lo stesso immenso talento. Mahmood e Blanco sono stati capaci di farci divertire, di farci commuovere, e sì anche di far triggerare i boomer, e all’Eurovision spaccheranno. Non vediamo l’ora di sentire le loro interviste, sicuri che anche quest’anno i francesi ci diranno che siamo dei drogati.

In ogni caso, oltre Mahmood e Blanco, sapete che vengono assegnati anche dei premi da parte della critica. Massimo Ranieri ha vinto il Premio della Critica “Mia Martini”, Gianni Morandi il Premio della sala stampa “Lucio Dalla”, Fabrizio Moro il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo, Elisa il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale e, infine, Giovanni Truppi il Premio “Lunezia” per le nuove proposte, che troppe volte non viene citato.

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Sanremo 2022: i migliori momenti dell’ultima serata

Non è una classifica, mettere prima un momento di un altro non è indice che quello abbia fatto più ridere di un altro, ma questi momenti sono stati inseriti in modo completamente casuale, e così sarà anche nell’articolo finale che pubblicheremmo oggi con tutti i momenti di tutte e cinque le serate, per cui non perdetevelo!

L’inno d’Italia

L’inno d’Italia all’inizio della puntata, perché l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul festival di Sanremo, e soprattutto è un piccolo reminder per tutto il mondo che ha continuato a sentire il nostro inno per tutto il 2021 (Tutte le vittorie dell’Italia nel 2021: un anno da ricordare).

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Raffaella Carrà

Raffaella Carrà ci manca come poche persone. A soli 78 anni, lo scorso anno ci ha lasciati, ma la sua energia, la sua voce, la sua musica, il suo modo di vivere, il suo sorriso, continuano e continueranno a coinvolgere le generazioni che hanno avuto la fortuna di vivere insieme a lei, come anche le future. L’omaggio che è stato fatto in suo onore in quest’ultima puntata è stato davvero emozionante. L’esibizione è un’anteprima del musical dedicato a Raffaella, che la produttrice descrive come «l’artista che è stata ispirazione per le donne di ogni generazione». Grazie Raffaella.

Il soliloquio di Sabrina Ferilli

Sabrina Ferilli è stata l’ultima co-conduttrice di questo Festival, ed è stata magnifica. Sin dal principio, come ieri Dargen D’Amico, ha voluto lanciare quella frecciatina ai politici che non sono riusciti a nominare un nuovo Presidente della Repubblica e Sabrina li ha paragonati alla Rai che non trova un altro conduttore e quindi Amadeus potrebbe rischiare di condurre il Festival per altri sette anni. Tuttavia, il momento più alto della serata è stato il suo soliloquio, onesto e soprattutto adatto a questo periodo in cui tutti si improvvisano dei tuttologi, che noi vi riportiamo qui:

Volevo subito tranquillizzare tutti, perché vi vedo già sull’attenti, carichi di preoccupazione, con lo sguardo, l’orecchio protesi verso l’orizzonte scuro di ciò che sto per dire. Ecco, rilassatevi, perché ho una notizia da darvi: non ho un monologo. M’hanno detto: vai a Sanremo, fai un monologo! So’ due anni che famo monologhi dentro casa chiusi, soli, coi lockdown e io arrivo e faccio un monologo. 

Io non ho niente contro i monologhi eh, le mie colleghe qui hanno detto delle cose splendide, importanti, l’ho applaudite insieme a voi, ma io il monologo non ce l’ho. Giuro che c’ho pensato tanto a cosa dire, a quale grande tema scomodare, di quale inarrestabile tragedia dell’umanità parlarvi, su quale grande tema sociale espormi, ma non ne ho trovato uno giusto. Oppure so’ stati già fatti tutti in passato. 

M’hanno detto: parla di famiglie, un tema altrettanto importante, di donne che fanno tanto per mandarle avanti, c’hanno figli, lavorano, educano, è roba articolata. Ma figli non ce l’ho, sono un’attrice avviata, ho pure un marito benestante. Perché devo andare a tutti sulle palle così, de botto. Ma chi me lo fa fa’. M’hanno detto: parla degli uomini che non va bene che abbiano ancora il potere di decidere anche per noi donne, che ricoprono tutti i ruoli della gerarchia nel lavoro. Ho detto, “bella idea”, chiedo se lo posso fa’ sto monologo sugli uomini agli uomini che comandano, e non mi pare il caso.

M’hanno consigliato: parla della bellezza. No la bellezza dell’asino, quella più profonda, bellezza interiore, dell’imperfezione… ma so’ quattro giorni che mangio radici pe’ entra dentro sto vestito, bisogna essere credibili. «La bellezza capita», dicevano, ma ci si lavora anche parecchio.

M’hanno suggerito: parla di amori troppo asfissianti, di dipendenze amorose, di quelle coppie ma qui c’è Amedeo che sui social c’ha il profilo di coppia co’ Giovanna, che voi di’, meglio sorvolare su sto tema, no? Se non so’ dipendenze queste. Poi c’è Morandi che quello senza Anna manco sa mette un post su instagram e a momenti si fa squalifica’ da Sanremo, altro che dipendenze.

M’hanno detto: parla di femminismo, di body positivity, di mansplaining, di schwa, ma poi me so’ detta che di inclusione. Per parlare ‘sti temi bisogna che lo faccia chi si sporca le mani tutti i giorni da palcoscenici un po’ meno scintillanti di questo, chi queste cose le studia seriamente. E io sono rispettosa delle competenze altrui, sennò qui a Sanremo nel sottopancia mi sarei fatta scrivere attrice, e poi virologa, allenatrice di calcio, esperta di calamità naturali, tutti i temi dell’italiano medio sui social. Sanno parlare di tutto.

E poi m’hanno detto parla di riscaldamento della terra, di sovrappopolazione, di disparità salariale, ma alla fine mi so’ detta: ma perché la presenza mia deve essere legata a un problema? Non basto, io? Perché devo cerca’ un senso alla mia presenza oltre quello che sono, che faccio, che mi ha portata fin qui? La mia storia, le mie scelte, i mie affetti, la mia professione, la tenacia con cui mi sono presa quello che mi dovevo prendere sono le cose migliori che mi possano accompagnare su questo palco e che possano accompagnare ogni donna, ovunque, la nostra storia. 

Se io ho scelto questa strada non è che non sappia cosa succede, quante cose sono da cambiare, non sono uno di quegli stolti tanto ben raccontati nel film “Don’t look up” che mentre la cometa punta dritta verso la terra si gira dall’altra parte o crede a quello che ha letto su Telegram. Ho scelto questa strada, stasera perché, come scrisse Italo Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con leggerezza, senza macigni sul cuore, perché la leggerezza non è superficialità».

Marco Mengono e Filippo Scotti contro gli haters

Un altro monologo molto importante della serata è quello di Marco Mengoni che, insieme a Filippo Scotti, ha parlato degli haters e di come una tastiera possa essere pericolosa. Hanno pronunciato delle «parole che sono un messaggio contro razzismo e marginalità, contro gli haters, a favore dell’inclusione e della parità di genere, del rispetto della unicità». I due ragazzi hanno infatti recitato delle parole lette da un cellulare, delle parole d’odio, delle parole razziste, misogine. Delle parole che ci hanno messo i brividi, che diveniamo pian piano più gravi, ma che, purtroppo, sono reali. Vi invito ad ascoltare le loro parole:

“Io voglio diventare come Gianni Morandi”

Blanco è il vero protagonista della serata: giovane, rilassato e… vincitore. Tuttavia, quando Gianni Morandi, un pilastro della musica italiana arriva dopo di lui in classifica, lui che è un diciottenne, si avvicina al microfono e dice di voler “diventare come Gianni Morandi”. Perché Gianni Morandi è più di un cantante, è anche una persona deliziosa, una persona gentile che non tratta gli artisti giovani come persone inferiori, ma come suoi pari. Pensate che ha persino chiesto scusa a Irama per essere arrivato prima di lui.

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“Io voglio diventare come Gianni Morandi”
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Blanco che prende in braccio Gianni Morandi. Così, senza senso.

Mara e il meme del telefono

Zia Mara, finalmente presente fra il pubblico, ci ha letteralmente creato il remake del meme in cui fa una foto durante il Festival del 2020. Adesso aspettiamo tutti gli ospiti da lei, con altri drama.

I coriandoli in bocca a Blanco

Dargen D’Amico

Dargen D’amico splendido e simpaticissimo, non riesce proprio a non fare frecciatine alla politica (o a stare zitto) ma noi lo amiamo così com’è. «E un grazie al governo italiano che tende a dimenticarsi delle piccole realtà musicali quindi dobbiamo trovare delle alternative», ha detto, dopo la sua esibizione. Tra l’altro quanto abbiamo riso per il “non te li togli mai gli occhiali?” e “per fare la pipì–“ interrotto da Amadeus che si è subito pentito della domanda. E poi, ammettiamolo, ammettiamolo che è letteralmente stato l’unico che ha capito come giocare al Fantasanremo. Perché è facile dire papalina dopo l’esibizione. Ma provate a dirlo all’interno della canzone.

Blanco che entra in anticipo

Sì, l’ho detto che Blanco è stato il vero protagonista della serata. E infatti gli ultimi due momenti sono dedicati proprio a lui. Io personalmente sono morta quando l’ho visto entrare con quella bicicletta piena di diamanti, con Mahmood ormai esasperato, per poi tornare indietro perché era troppo presto. Blanco facci sognare all’Eurovision.

Blanco e la mamma

E infine, concludiamo con questa scena commovente. Commovente perché, in fin dei conti, Blanco ha solo 18 anni e ha vinto Sanremo, e la prima persona a cui pensa è la sua mamma insieme alla sua famiglia. In un’intervista successiva ha poi detto che è andato «ad abbracciare i miei genitori perché quando ero più piccolo li facevo dannare, mio papà quando l’ho abbracciato mi ha detto “Li mortacci tua”». Tenero anche Mahmood che vuole salutare la madre ma che poi, demoralizzato, ricorda che la madre è in hotel.

I meme più divertenti

E, infine:

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