I nostalgici di Bossi e delusi da Salvini fanno tornare la Lega Nord

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Salvini ha cambiato la Lega. O meglio, ha reso la Lega Nord, partito del nord Italia che per anni ha insultato e mancato di rispetto i meridionali (lo stesso Salvini lo ha fatto in passato), un partito italiano. Tuttavia, adesso i nostalgici di Bossi e i delusi del nuovo leader della Lega, vogliono indietro la Lega Nord, per «restituire agibilità politica a un movimento che si chiama da sempre Lega Nord, e non c’entra niente con la Lega di Salvini. Cercano di far credere che la Lega Nord sia diventata la “nuova” Lega, ma sono due cose diversissime. Come la cioccolata e un’altra cosa dello stesso colore. Scegliete voi qual è una e quale l’altra».

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Salvini è sempre stato un grande oratore. Per carità, la sua dialettica non è poi così eccellente, tantomeno è lui una persona elegante, ma sa parlare al popolo. Papeete, qualsiasi sagra culinaria, incoerenze nel corso degli anni, ma comunque le persone hanno continuato sempre a seguirlo, persino dal sud Italia. Quindi, cos’è cambiato adesso? Perché qualcosa si è rotto non sono fra l’alleanza con Fratelli d’Italia ma anche fra la Lega stessa? Semplicemente sembra che ci siano persone più legate all’ideologia che al potere.

Mentre la Lega non sta passando poi un così fiorente periodo, e sembra che tutto sia iniziato dalla figuraccia nazionale che Matteo Salvini ha fatto in Polonia, per Fratelli d’Italia la strada è sempre più in discesa. I delusi dal partito di Salvini vanno a quello di Giorgia Meloni, che, sebbene con qualche incoerenza, resta sempre la stessa su alcuni argomenti. Questo lo dimostrano i sondaggi politici, che vedono Fratelli d’Italia come primo partito italiano seguito dal PD e a quasi 10 punti di distanza vi è la Lega.

Cos’è successo quindi, a Matteo Salvini? Semplicemente per raccattare quanti più voti possibile, ha finito per perdere quelli storici che si fidavano della Lega Nord e del suo razzismo verso i meridionali, voti che ora sono passati a Fratelli d’Italia o hanno deciso di non votare alcun partito. Ma per poco, visto che si sta cercando di riconvocare la Lega Nord, che si era giusto fatta una lunga vacanza per raggruppare voti da parte dei meridionali divenendo Lega per Salvini premier, senza nordismo e riferimenti all’indipendenza della Padania.

Il ritorno della Lega Nord

«Vogliamo restituire agibilità politica a un movimento che si chiama da sempre Lega Nord, e non c’entra niente con la Lega di Salvini. Cercano di far credere che la Lega Nord sia diventata la “nuova” Lega, ma sono due cose diversissime. Come la cioccolata e un’altra cosa dello stesso colore. Scegliete voi qual è una e quale l’altra», ha detto Gianluca Pini, volto storico del Carroccio, iscritto dal 1991, segretario regionale per 16 anni e deputato per tre legislature, e che è anche riuscito a riconvocare il Congresso Federale della Lega Nord per l’indipendenza della Padania.

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Il partito è stato solo congelato per qualche anno, e lo stesso Pini insieme ad altri affezionati non hanno mai firmato la tessera per il partito di Salvini, con il sogno di riportare in vita la Lega Nord come lo è stata prima del 2019. Questo, però, significherebbe persino far concorrenza alla stessa Lega per Salvini premier e, chissà, questo potrebbe persino riportare la Lega ad avere più voti, visto il calo di fascino del segretario che inizialmente era uno dei più amati ma che adesso perde consensi su consensi.

Pini ricorda: «A fine 2019 Salvini si dimette da segretario della Lega Nord e fa la furbata di svuotarla, mettendo Iezzi come commissario a non far nulla. Il partito però esiste ancora, e raccoglie, ogni anno, tra i 600 e gli 800mila euro di finanziamenti pubblici tramite il due per mille. Soldi che i cittadini versano perché siano investiti a fare politica. Invece finiscono in una scatola vuota che li usa per pagare le rate dei 49 milioni (il debito con lo Stato per la vicenda dei rimborsi elettorali trafugati, ndr)».

«Dopo le dimissioni di Salvini lo statuto imponeva al Commissario, entro 180 giorni, di convocare un Congresso straordinario per eleggere i nuovi organi. Quel termine è scaduto a giugno 2020, ma fino a oggi la convocazione non era mai arrivata”. Tuttora infatti l’ultimo Congresso della Lega Nord risale al maggio del 2017, quando la “nuova” Lega non esisteva ancora: subito prima si erano tenute le primarie, che avevano confermato Salvini segretario con un plebiscito dell’82,7%.

Una volta scaduto il termine, Pini e i suoi chiedono per oltre un anno al commissario Iezzi di ottemperare allo statuto, senza mai ottenere risposte. Finché, nel giugno scorso, l’imprenditore sceglie la via giudiziaria e si rivolge al Tribunale di Milano con un ricorso urgente, chiedendo di “disporre la convocazione del Congresso Federale della Lega Nord per l’indipendenza della Padania al fine di deliberare la nomina del nuovo Consiglio Federale e del nuovo Segretario Federale».

È fissata quindi a giovedì 14 luglio l’udienza di comparizione, ma già la scorsa domenica, 9 luglio, Iezzi firma una convocazione del Consiglio per il prossimo 20 settembre, che come odg ha proprio “Congresso Federale”. Gli iscritti alla Lega Nord non si sa quanti siano, ma si sa solo che «negli ultimi due anni i commissari scelti da Salvini hanno regalato tessere random a tutti i militanti storici: quelle sono iscrizioni illegittime, perché non garantiscono la volontarietà dell’adesione e sono state fatte oltre i termini previsti dallo statuto per il rinnovo».

«Sui numeri e sui nomi però non ci hanno dato mai nulla, nemmeno quando a chiederli è stato un consigliere federale, Gianni Fava (lo sfidante di Salvini alle primarie 2017, ndr). Come rispetto delle minoranze, Salvini è peggio di Erdogan», aggiunge, per poi dire di ritenere che «solo i militanti che, come noi, tutti gli anni entro il 31 marzo hanno fatto un bonifico dichiarando di continuare a voler essere iscritti alla Lega Nord» dovrebbero poter eleggere i delegati al futuro congresso. Secondo Pini, «non più di venti»,

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«La Lega Nord, con i suoi pregi e difetti, è stata la prima vera esperienza post-ideologica all’interno della politica italiana. E ha svolto un ruolo, che Salvini ha buttato nel cesso: quello di rappresentare le istanze di una parte del Paese, il Nord», ha detto ancora Pini, per poi fare una considerazione sull’attuale leader del Carroccio: «Salvini ha rinnegato la storica politica di sostegno alle imprese per buttarsi sui sussidi, su Reddito di cittadinanza e Quota 100. E per espandersi al Sud ha tentato di coprire il vuoto che c’era a destra».

Tuttavia, «dopo un po’, stanchi di votare la brutta copia, gli elettori di destra hanno iniziato a votare l’originale: da qui il boom di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Mentre gli elettori della Lega Nord, me compreso, semplicemente non vanno più a votare. E le sconfitte sonore delle ultime amministrative al Nord lo dimostrano. Essersi snaturati. Ha sacrificato tutto quello che era stato creato con fatica dalla Lega Nord solo per arrivare al potere, perché lui è bulimico di potere. Solo che poi non lo sa gestire: rincorre ogni giorno chi gli garantisce una sopravvivenza politica. Ma la gente se n’è accorta e non ci crede più».

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