Salario minimo: scontro in Italia

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In Germania il salario minimo sarà aumentato a €12 all’ora. Il parlamento tedesco venerdì scorso ha approvato l’aumento del salario da 9,82 a 10,45 il primo luglio e poi a 12 il primo ottobre. In Italia, invece, non esiste ancora una riforma del genere e secondo l’ultimo report di In-work poverty in the EU l’Italia ha l’11,7% del lavoratori dipendenti che ricevono un salario inferiore ai minimo contrattuali. E con ciò, c’è ancora qualcosa che si dice contro.

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Dopo che la Germania ha voluto fare questo salto di qualità, in Italia è iniziato il discorso sul salario minimo. Per il Movimento 5 Stelle è una priorità, per il Ministro per la pubblica amministrazione invece non va bene «perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali», mentre per il segretario della Cisl bisognerebbe parlare di «salario massimo e non di minimo». Anche su Twitter diversi utenti stanno dando la propria opinione:

Mentre quindi i cittadini, le persone comuni, sembrano essere a prescindere a favore del salario minimo, la politica non è d’accordo (non tutta, almeno). Di certo avere un salario minimo potrebbe risolvere il problema dei giovani sfruttati e dei ristoratori che non trovano personale perché i giovani non accettano più di essere sfruttati per fare carriera (potrebbe interessarvi: “I giovani non vogliono lavorare” è direttamente proporzionale ai ristoratori che non vogliono pagare), ma chissà come si evolverà la situazione.

Salario minimo: le opinioni in Italia

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«Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali e non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività», ha dichiarato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, al Festival dell’Economia di Trento organizzato dalla Provincia Autonoma e dal Gruppo 24 Ore. Un’opinione che sembra essere condivisa da tutto il centrodestra, che vorrebbe quindi bloccare la riforma in commissione Lavoro al Senato.

Anche il leghista Giancarlo Giorgetti ritiene che «il salario minimo non deve essere un tabù ma bisogna vedere come viene fatto». Si distingue, come al solito, l’onorevole Elio Vito, deputato di Forza Italia, che su Twitter scrive: «Brunetta sbaglia, in Italia dove ci sono salari bassi ed una alta percentuale di lavoratori poveri, il salario minimo serve, è una misura giusta e necessaria, che riduce le diseguaglianze e dà dignità al lavoro. E va previsto per legge, perché è un diritto non una concessione».

Della stessa opinione di Elio Vito è Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle, per cui il salario minimo deve essere una priorità, «una battaglia da completare subito. Dico alle altre forze politiche: avete delle osservazioni da fare, confrontiamoci. La legge si può approvare in poco tempo e farlo in questa legislatura sarebbe ideale». Il PD, se ciò non dovesse avvenire, lo presenterà come proposta nel programma politico per le prossime elezioni.

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Per il segretario Enrico Letta, infatti, «la questione salariale è fondamentale, accanto a questo c’è ovviamente l’impegno ad arrivare al salario minimo, come fanno in Germania e come fanno in Australia, paesi che sono simili al nostro e che hanno fatto una scelta che anche noi dovremmo fare». PD è anche contrario agli stage e ai tirocini gratuiti, che secondo Letta sono «da abolire».

Luigi Sbarra, segretario della Cisl, il salario minimo andrebbe «esteso e rafforzato attraverso la contrattazione», ma soprattutto ritiene che bisognerebbe parlare di «salario massimo più che di salario minimo», in quanto ritiene che ci sia una grande problematica di «pesantezza del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese». «Bisogna cominciare a tassare ulteriormente i redditi e i profitti delle grandi multinazionali del digitale, della logistica e dell’energia per recuperare risorsi da redistribuire alle fasce deboli», ha aggiunto.

Sulla Germania ha detto che lì «non esistono contratti collettivi nazionali di lavoro salvo qualche settore, noi abbiamo un sistema diverso con il 90% di copertura contrattuale. Ecco perché non serve un salario minimo per legge a 9 euro lordi, la soluzione potrebbe essere quella di rafforzare i minimi contrattuali di quelli sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative e diamo valore legale». E voi che ne pensate?

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