Rosa Maria Dell’Aria: professoressa sospesa per i decreti sicurezza di Salvini, ha ottenuto giustizia

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Rosa Maria Dell’Aria, professoressa di Palermo sospesa perché ha permesso ai suoi studenti di accostare le leggi razziali con i decreti Sicurezza dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha ottenuto giustizia dopo due anni. La storia è infatti iniziata nel 2019, a maggio, nell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo. Inizialmente la sospensione era di due settimane ed era stata presa dall’ufficio scolastico provinciale, dimezzando anche lo stipendio della docente. Solo oggi, dopo due anni, un giudice ha riconosciuto la libertà dell’insegnante.

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La professoressa Rosa Maria Dell’Aria

Ai tempi, la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, che nel 2020 sarebbe andata in pensione, affermò di considerare quella sospensione «la più grande amarezza e la più grande ferita della mia vita professionale per il danno morale e professionale dopo una intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi. Quel lavoro non aveva assolutamente alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti che da sempre hanno lavorato in modo libero come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio».

«Il video è il risultato dell’elaborazione dei ragazzi, si era parlato di diritti umani e nella loro elaborazione hanno fatto l’associazione tra il decreto sicurezza e la lesione dei diritti umani», ha detto ancora, spiegando che il suo lavoro di docente consiste nel «modificare il libero convincimento laddove possa essere offensivo, denigratorio o osceno», ma non quello di reprimere le opinioni. «Il mio modus operandi è cercare che i ragazzi si formino un pensiero libero, critico, che siano attenti ai fatti della realtà e che imparino a ragionare e a pensare. Che si formino delle opinioni».

Le sue parole, tra l’altro, sono state confermate anche dai suoi stessi alunni, che hanno dimostrato maturità e intelletto, più di chi è convinto che un 14enne non può avere una propria opinione politica solo per la sua età. Per qualcuno, se un ragazzino va contro Salvini è solo un ragazzetto che è stato plagiato da un docente di sinistra affinché odi la destra. Non può semplicemente avere una propria idea e ragionare con la sua testa? Risulta tanto difficile? Eppure moltissimi oggi politici si sono interessati all’attualità in tenera età. Qual è la differenza?

La storia della professoressa Rosa Maria Dell’Aria

La triste avventura ha inizio l’11 maggio 2019, quando la prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, docente dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, viene accusata di non aver «vigilato» sul lavoro di alcuni studenti di 14 anni poiché, durante la Giornata della memoria, avrebbero presentato un video in cui paragonavano le leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’interno dei tempi, Matteo Salvini. In particolare, la prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, insegnante 65enne di italiano, è accusata da un profilo twitter di aver «obbligato dei 14enni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti» «per la giornata della Memoria». Chiede poi «al Miur hanno qualcosa da dire?».

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Ovviamente la questione fece discutere e non poco, soprattutto perché i funzionari del ministero sembravano non importarsene e perché la vigilanza degli insegnanti non riguarda il lavoro didattico, bensì l’incolumità fisica degli studenti. Rosa Maria Dell’Aria, infatti, non ha costretto alcuno studente, ha semplicemente, dopo aver proposto delle letture agli studenti, dopo aver discusso il 3 settembre per la Giornata del migrante sulle violazioni dei diritti umani, chiesto ai suoi allievi di produrre un Power Point sull’argomento. Non ha costretto, perché non avrebbe potuto.

In poche parole, non si può intervenire sul pensiero degli studenti, non poteva farlo la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, come non può farlo nessun docente. Oggi, tre anni dopo, parliamo tanto di politically correct, di quello che si può dire e quello che non si può dire, e si parla fin troppo di libertà di opinione, in particolare in merito al DDL Zan. I contrari in genere si appellano proprio alla loro libertà di dire quel che vogliono, ovvero di continuare a chiamare con slur omofobici le persone della comunità LGBT. Qual è esattamente la differenza con il paragonare le leggi razziali a un decreto?

La differenza sussiste solo nel momento in cui il DDL Zan vuole proteggere delle persone evitando che vengano insultate e picchiate quotidianamente, proteggendo anche la libertà di espressione di tutti poiché l’unica cosa che non potranno fare è non insultare. Non interviene quindi con le ideologie. Se una persona è contraria al matrimonio LGBT ed esprime il suo pensiero in modo civile, non è multabile. Proprio come hanno fatto gli studenti, esponendo una propria idea, un proprio pensiero, in seguito a degli studi.

Il giorno dopo il tweet di Perconte, la sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni commentò la foto su Facebook: «Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere», e in men che non si dica la professoressa Rosa Maria Dell’Aria è stata sospesa, sebbene difesa anche dal vicepreside della scuola, Pietro Corica, e anche da molti esponenti politici, oltre che dai suoi stessi docenti.

La difesa

Il rappresentante dell’istituto, Alessandro Turi, difese la professoressa Rosa Maria Dell’Aria affermando che «si è limitata a fare una lezione sul fascismo e sull’Olocausto. Sono stati invece gli studenti a realizzare il video e ad accostare le leggi razziali e il decreto sicurezza del ministro Salvini, esprimendo una loro personale e legittima opinione», affermazione confermata anche dagli studenti che hanno affermato di essere stati loro a «notare che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali». Anche il sindaco Leoluca Orlando intervenne a riguardo, difendendo gli studenti e la docente:

«L’unico dato certo è che il decreto sicurezza nella sua parte in cui lede i diritti dei migranti è stato giudicato da chi ha competenza formale a farlo, come illegittimo, inadeguato, lesivo appunto di diritti fondamentali. Infatti i Giudici ne hanno già sanzionato alcuni effetti nefasti. Se un gruppo di studenti ha liberamente scelto di accostarlo, come molti abbiamo fatto, alle leggi razziali del 1938, ha tutta la nostra condivisione.

E il provvedimento adottato nei confronti della professoressa Dell’Aria appare non sproporzionato, ma del tutto immotivato. Il ministero piuttosto che sanzionare docenti e attentare alla libertà di docenza ed espressione, si preoccupi di favorire lo studio della storia e delle nefandezze che il nazifascismo ha compiuto contro gli italiani e nel mondo».

Anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti prese posizione sulla vicenda: «Fatemi capire. In Italia Casa Pound deve essere libera di dire e fare quello che vuole. Mentre un’insegnante deve essere sospesa per le opinioni di un suo studente che critica Salvini e le leggi varate dal Governo Lega – 5Stelle. Ma siamo pazzi? Questa insegnante deve tornare subito al suo lavoro». Matteo Salvini, però, ovviamente non è d’accordo: «Non so chi sia stato a proporre, a controllare, a ordinare, a suggerire, però che qualcuno equipari il Ministro dell’Interno, che può stare simpatico o antipatico, a Mussolini o addirittura a Hitler, mi sembra assolutamente demenziale».

La libertà della professoressa

Oggi finalmente giunge la notizia che la risposta del tribunale del Lavoro di Palermo è positiva: la professoressa Rosa Maria Dell’Aria ha vinto il ricorso per «libertà di insegnamento». La docente aveva fatto ricorso e il tribunale l’ha accolto, annullando la sospensione dell’insegnante e restituendole lo stipendio negato e anche la dignità che le era stata tolta da tantissimi esponenti politici.

Alessandro Luna, figlio e avvocato della professoressa, ha spiegato che «il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso. Non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la culpa in vigilando sull’operato dei suoi alunni, perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione».

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La professoressa Rosa Maria Dell’Aria con la senatrice Liliana Segre e i suoi studenti

Rosa Maria Dell’Aria ovviamente si ritiene «molto contenta, fin dall’inizio volevamo che il provvedimento fosse dichiarato illegittimo e così è stato. Io ovviamente speravo che finisse così, ma nessuno mai a priori può avere certezza dell’esito di una sentenza. I ragazzi non hanno mai avuto in mente di paragonare le due cose. Avevano letto il libro di Lia Levi ‘Questa sera è già domani’, ma noi abbiamo discusso soltanto di accoglienza di migranti, di diritti umani e l’accostamento era semmai tra la condizione degli ebrei di allora e i migranti di oggi», ha spiegato

Aggiunge che «in quel libro si parla della conferenza di Evian del 1938, che venne convocata per discutere e trovare una soluzione al problema dell’aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista, di profughi, un tema che è assolutamente attuale. La scuola come luogo di confronto. È anche questo il ruolo dell’istituzione didattica, la scuola deve essere luogo di libertà di opinione, luogo di confronto, di discussione e di salvaguardia della libertà delle opinioni».

A riguardo interviene anche il deputato Dem Carmelo Miceli, responsabile della Sicurezza del Partito democratico e relatore della riforma ai decreti sicurezza già votata favorevolmente alla Camera: «Finalmente giustizia è fatta. A nulla, ovviamente, erano valse le promesse dell’allora vicepremier Salvini. Finalmente, dopo più di un anno, ci ha pensato il Tribunale del lavoro a dichiarare illegittima la sanzione comminata alla professoressa. Assurdo che un’insegnante fosse stata ‘punita’ per le opinioni espresse dai suoi alunni.»

«Il Compito di un docente è quello di fornire materiale didattico e dare un giudizio sulla qualità del lavoro. Ma di certo, nessun professore o maestro può permettersi di violare la libertà di pensiero degli studenti tutelata dalla nostra Costituzione. Sarebbe il caso che qualcuno lo spiegasse all’ex ministro dell’Interno», conclude. Anche sul web le persone gioiscono, sebbene ritengano scandaloso che ci abbiano messo ben due anni! Noi siamo tanto felici per la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, che adesso potrà godersi la pensione consapevole di essere stata una splendida insegnante.

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