Qatar: i gay sono i benvenuti, ma vietati i baci in pubblico

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Lascia molto pensare il comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar, che davanti alle critiche arrivate anche da Joshua Cavallo, calciatore a livello professionale che di recente ha fatto coming out come omosessuale e che ha anche espresso i propri dubbi per i mondiali in uno stato in cui l’omosessualità è illegale, ha voluto rispondere dicendo che «le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti», ma comunque i giocatori gay non sono in pericolo.

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Josh Cavallo
Fonte: Twitter

Joshua Cavallo, due mesi fa, ha detto di essere «orgoglioso di annunciare pubblicamente che sono gay», ha raccontato di aver «combattuto la mia sessualità per oltre sei anni ormai, ma ora sono felice di potermene finalmente liberare. Tutto quello che voglio fare è giocare a calcio ed essere trattato allo stesso modo». Ha raccontato della realtà di cosa si prova a essere un calciatore professionista omosessuale, e del suo percorso per accettarsi e per amarsi, per trovare il coraggio di parlarne pubblicamente.

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Fonte: Twitter

Perché «nel calcio, hai una piccola finestra per raggiungere la grandezza, e fare coming out pubblicamente potrebbe avere un impatto negativo sulla tua carriera. Come calciatore gay, so che ci sono altri calciatore che vivono nel silenzio. Voglio aiutare a cambiare questo, a mostrare che tutti sono i benvenuti nel mondo del calcio, e che c’è il diritti di essere autentici», ha scritto. Delle parole forti, importanti e di grande impatto che speriamo possano arrivare al cuore di chiunque, non solo delle persone LGBT ma soprattutto degli omofobi, per far sì che si rendano conto di sbagliare.

Ultimamente, però, si è anche espresso sui mondiali in Qatar, un paese in cui l’omosessualità è vietata dalla legge. «Ho letto che in Qatar c’è la pena di morte per i gay. E questo mi rattrista. Disputare i Mondiali è un sogno per qualunque calciatore, così come rappresentare il proprio Paese. Ma dover andare a giocare in una nazione che mette in pericolo la vita delle persone è un rischio troppo grande, secondo me. È più importante restare incolumi o raggiungere un traguardo professionale così importante? Io personalmente avrei paura ad andare lì a giocare», ha detto il giocatore. E la risposta dal Qatar non è tardata.

Qatar: no a effusioni omosessuali, ma non c’è pericolo

Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar, ha detto che in Qatar mostrare “l’omosessualità non è consentito”, tuttavia ha aggiunto che i calciatori Lgbtiq+ avranno il diritto di giocare regolarmente. Con la Cnn ha però sottolineato che «le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti. Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche la nostra».

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Manuel Neuer con una fascia LGBT
Fonte: Twitter

Ha ancora aggiunto che tutti i tifosi e tutti i giocatori che andranno in Qatar saranno al sicuro a prescindere dal proprio orientamento sessuale: «verranno in Qatar e potranno fare ciò che farebbe qualsiasi altro essere umano». «Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati», ha concluso. Non sappiamo, però, se ci saranno delle manifestazioni come ci sono state per l’Ungheria omofoba o ancora per Black Lives Matter.

Ovviamente queste parole non sono confortarti. Non ci deve rasserenare il fatto che gli omosessuali saranno al sicuro, se non possono essere loro stessi. Una mentalità del genere non può essere accettata nel 2021, in nessun paese del mondo, e il fatto che nessuno ne parli seriamente se non qualche giocatore coinvolto, come Josh Cavallo, è davvero sconfortante. La polemica, comunque, è stata alimentata da Kick It Out, che aveva accusato Beln Sport, emittente del Qatar, di alimentare l’omofobia.

Infatti sembrerebbe che la rete abbia invitato i calciatori musulmani della Premier League a boicottare l’iniziativa dei lacci arcobaleni, proprio perché l’omosessualità è “incompatibile” con l’Islam. Tuttavia, come abbiamo letto, Al Khater ha smentito tutto, ricordando che la loro è una «società conservatrice». Vi abbiamo già raccontato come secondo la Sharia l’omosessualità sia punibile con la morte, quindi, più che conservatrice, diremmo bigotta e disumana.

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