Caro 2022, parliamone

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Oggi sul mio calendario leggo 01/01/2022, e mi rendo conto di quanto il tempo sia passato così in fretta quest’anno, o anche nell’anno precedente. Sarà che la quarantena ha completamente cambiato le nostre vite, rallentandole in una maniera inaspettata. All’improvviso nel 2020 ci siamo trovati chiusi dentro casa per due settimane e poi, come per magia, siamo arrivati al primo gennaio 2022, qualcuno ubriaco, qualcuno positivo al Covid-19. E qualcuno non è riuscito ad arrivarci. In questi ultimi giorni abbiamo rivissuto questo anno appena concluso in diversi modi, ma adesso voglio parlare apertamente al 2022.

Ieri c’è stato il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’inizio del 2022, e non negherò di essermi commossa. Parlando dei giovani, ha voluto sottolineare che «sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani. Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società». Infine, ha concluso leggendo la «commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa»:

«Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…»

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Il discorso di fine anno e di congedo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in tv a reti unificate, 31 dicembre 2021. ANSA/ FERMO IMMAGINE TV +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO TV; NO LICENSING +++

Il 2021, almeno per me, è stato un anno un po’ particolare. Ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, come anche dei più brutti. Ho fatto la mia prima esperienza all’estero ed è stato meraviglioso come terribile allo stesso tempo, ho capito l’importanza della famiglia e delle persone che amiamo soprattutto nei momenti più tristi e difficili, così come ho compreso che chi vuole esserci, c’è davvero, senza alcuna scusa. Insomma, è stato un anno abbastanza pieno di emozioni.

In questo articolo, però, non voglio parlare del mio 2021, ma di quello che mi aspetto nel 2022, di quello che l’anno che è appena finito non mi ha dato, non ci ha dato. Di quello che avrei voluto che succedesse o non succedesse. Sarà un po’ un articolo sentimentale, oggi è il primo dell’anno, quindi prendiamoci una pausa da tutte le notizie, da tutto ciò che potrebbe turbarci l’animo, e concentriamoci solo sull’anno che è appena iniziato, scrivendo i propositi e tutto quello che ci aspettiamo, che ci renderebbe felici.

Caro 2022, parliamo dei tuoi 365 giorni

Cosa mi aspetto dal 2022? In primis, meno ansia, e in questo periodo sembra quasi impossibile, forse persino un’utopia. Ormai da quando il Coronavirus è entrato nelle nostre vite basta aprire un qualsiasi social o accendere qualsiasi programma televisivo per cadere vittime dell’ansia mediatica che, fino a un certo punto, è giusta. Il Covid-19 è una cosa seria, se ci sono tanti contagi è giusto farlo sapere come è anche giusto spronare le persone a vaccinarsi. Ma sentire parlare di un solo argomento per 24 ore 7 giorni su 7, diventa ansiogeno, e ci fa stare male.

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“Andare all’università è semplice”, ha detto Giulia all’ennesimo mental breakdown

Allo stesso modo, l’ansia causata dalla società, dagli stessi giornali che un giorno scrivono di una ragazza di 21 anni che è riuscita a laurearsi in tempo con il massimo dei voti, e due giorni dopo parlano di un ragazzo che non è riuscito a sopportare le pressioni universitarie e, pur di non deludere la propria famiglia o se stesso, ha deciso di farla finita invece che rinunciare agli studi o prendere una pausa. Come fai a non avere l’ansia se ti fanno pensare ogni giorno che devi laurearti in tempo, trovare lavoro in tempo, fare quante più esperienze puoi, senza mai dirti: ognuno ha i suoi tempi, va bene se vuoi prenderti una pausa.

Per non parlare della scelta del governo proprio degli ultimi giorni. Il governo dei migliori ha deciso di lasciare nel 2022 bonus come quello sui rubinetti, ma ha tagliato quello psicologico, quello che avrebbe aiutato non solo i ragazzi che si trovano a dover vivere una situazione che ha completamente cambiato la loro vita da un giorno all’altro, non solo i bambini nati nel 2019 o nel 2020 che non hanno avuto l’opportunità di farsi degli amichetti, ma anche gli stessi adulti che hanno perso un lavoro a causa della pandemia, che hanno contratto il Covid-19 e sono quasi morti, che sono stati abbandonati.

Insomma, caro 2022, dammi meno ansia. Non dico di eliminarla in modo definitivo dalla mia vita, penso che quello sarà impossibile, ma almeno dammi un po’ più di serenità. Ho bisogno di un segno che mi dica che tutto quello che sto facendo è corretto, che non sto sbagliando, che è la mia strada (oppure di un segno che mi dica il contrario, in modo da avere la possibilità di cadere e rialzarmi, per iniziare un nuovo cammino). Mi sento un po’ egoista, ma chiedo anche più libertà, più consapevolezza, per le persone che stanno vivendo una relazione tossica e non riescono a uscirne.

Dal 2022 mi aspetto di non leggere notizie su femminicidi, stupri, violenze ogni settimana o quasi, di non ascoltare monologhi che cercano di normalizzare degli insulti che neanche riguardano la propria persona. Vorrei che tutti cercassero di essere più consapevoli delle emozioni e dei sentimenti delle altre persone, domandandosi anche più volte: “ma è giusto quello che sto dicendo?“, perché il solo fatto di porsi questa domanda dimostra una grande empatia e sensibilità, che nel 2021 è mancata a molti, purtroppo.

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La mia prima dose di vaccino

Infine, dal 2022 vorrei più normalità. Se mi leggesse la me adolescente che cercava in tutti i modi di essere alternativa e diversa, a volte inventando anche dei problemi che esistevano solo nella mia testa, si farebbe una risata. Ma in realtà a questo 2022 io chiedo la normalità. Voglio tornare a inventare scuse per non uscire, voglio sentirmi a disagio perché devo salutare qualcuno con due baci sulle guance, voglio abbracciare la mia famiglia senza aver paura di contagiare o di contagiare, non voglio mettere più quel tampone fastidioso nel naso. Vorrei che tutti capissero l’importanza del vaccino, e si vaccinassero, proprio per aiutarci a riabbracciare chi vogliamo.

Probabilmente questo è un sogno un po’ utopistico, perché mi rendo conto che tornare alla normalità non sarà così semplice che dovremo continuare a indossare mascherine e a tenere le distanze di sicurezza ancora a lungo, ma chissà cosa ci darà questo nuovo anno. Io spero di continuare a maturare e a migliorarmi, come è successo negli anni precedenti, perché, in fin dei conti, è questo l’importante. Arrivare a fine anno e capire in cosa abbiamo fallito, per far sì di non ripetere, ancora una volta, lo stesso errore. Anche nel 2022.

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