Quando il governo non spende una parola per l’aggressione di Firenze… ma critica la lettera di un docente che condanna il fascismo

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Ironico. Divertente. Imbarazzante. Sconcertante. Sono tanti i termini con cui potremmo descrivere la presa di posizione di Valditara, ministro dell’Istruzione, contro la preside del liceo Leoardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, che, al contrario di quanto fatto dal governo, ha commentato l’aggressione avvenuta in città la scorsa settimana, proprio davanti a una scuola. Ha condannato il fascismo. Questo ha fatto la docente. «Chi decanta il valore delle frontiere chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura», ha detto. E cosa c’è di sbagliato? Forse il governo ci vuole completamente inetti e ignoranti?

Facciamo due brevi digressioni. In primis, parliamo dell’aggressione avvenuta qualche giorno fa a Firenze, dove sei militanti di Azione Studentesca (un movimento giovanile legato alla destra e di cui, tra l’altro, in giovane età faceva anche parte la nostra premier Giorgia Meloni) hanno aggredito due studenti appartenenti al SUM, un collettivo studentesco antifascista, del liceo Michelangiolo di Firenze. Ovviamente, il video e la notizia si è subito diffusa in tutt’Italia, tutte le testate più importanti ne hanno parlato, condivisa da giornalisti e anche da qualche influencer (ma non dai politici di punta come Giorgia Meloni e Matteo Salvini).

E ora passiamo al ministro Valditara, vi va? Proprio all’inizio del suo mandato, il ministro dell’Istruzione e del merito (è messo di proposito in minuscolo) ha inviato alle scuole una particolare circolare in occasione della ricorrenza della caduta del muro di Berlino, in cui si legge che la caduta rasenta «il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia». Riassumendo, quindi, va contro il comunismo e contro i «regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare». Inutile dire che il leghista non ha minimamente citato i regimi fascisti e nazisti.

Permettetemi, quindi, di dire che non mi stupisce minimamente l’intervento del ministro contro una preside che condanna apertamente (come dovrebbe fare lui e come dovrebbero fare tutti i suoi colleghi in quanto l’Italia è uno stato antifascista) il fascismo e i totalitarismi. Nella lettera la preside cita Antonio Gramsci, «che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee». Fa così paura al governo che gli italiani e, soprattutto, i giovani che sono il futuro del nostro Paese, abbiano delle idee? O devono obbligatoriamente pensarla come loro?

La lettera della Preside di un Liceo di Firenze

«Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già la sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose». Così inizia la lettera. Cruda e scottante, senza fare nomi e cognomi ma con riferimenti molto espliciti (per chi si ritiene toccato, ovviamente).

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Continua poi: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee».

Invita gli studenti a essere «consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza» e infine conclude dicendo che

«chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».

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La risposta del ministro Valditara

Ma a Valditara, che fino a oggi insieme a tutto il governo era stato in un imbarazzante silenzio sulla vicenda, questa lettera ha bruciato un po’ troppo. Intervenendo a Mattino 5 ha detto che «in Italia non c’è nessun pericolo fascista, non c’è nessuna deriva violenta o autoritaria» (ricordiamo: Cara Giorgia Meloni, te lo diciamo noi qual era la “matrice” della manifestazione a Roma). «Difendere le frontiere e ricordare il proprio passato o l’identità di un popolo non ha nulla a che vedere con il fascismo o, peggio, con il nazismo. Quindi inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente», continua.

Poi, definisce la lettera «del tutto impropria. Mi è dispiaciuto leggere questa lettera e che sia stata letta agli studenti. Il contenuto non rappresenta la realtà dei fatti». Non è reale che gli studenti debbano avere delle proprie idee? Non è reale che i totalitarismi abbiano rovinato intere generazioni? Non è reale che il fascismo faceva pestare o uccidere le opposizioni? E ancora, non è vero che in periodi di sfiducia verso le istituzioni (che in questo momento è tanto frequente fra studenti di superiori e università, Valditara apri gli occhi), bisogna avere fiducia nel futuro e soprattutto condannare la violenza? Cosa non è reale, esattamente?

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Conclude poi nel suo intervento: «Non ritengo necessario intervenire, sono lettere ridicole. Vanno prese per quello che sono, un atto di propaganda. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure». Un leghista che parla di propaganda e di politicizzazione fa già ridere. Il leader del suo partito è su TikTok, facendo video e dirette insieme agli adolescenti. È lì per divertimento o per raccattare consensi? Chiedo.

Valditara ottiene la solidarietà dal collega leghista Federico Bussolin, capogruppo Lega a Palazzo Vecchio e segretario della Lega a Firenze: «Come Lega concordiamo totalmente con il Ministro dell’Istruzione. Riteniamo infatti che la preside si sia spinta oltre il ruolo che le compete. Pare evidente il suo intento di fare politica strumentalmente, attaccando persino la politica di difesa dei nostri confini e dei nostri porti. Ebbene se ha questi interessi legittimi, che provveda a dimettersi e candidarsi in politica, ma alle prossime elezioni. Fino però a quel momento eviti di scrivere e divulgare della propaganda di parte (stranamente di sinistra), tramite comizi inopportuni».

E la risposta dell’opposizione

Per fortuna l’opposizione si è svegliata e ha deciso di rispondere. Andrea Marcucci del PD scrive su Twitter: «Il mondo all’incontrario per la maggioranza di destra funziona così. Non si condanna il pestaggio davanti al liceo Michelangiolo ma si censura una dirigente ‘colpevole’ di aver scritto una lettera contro l’indifferenza». Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, aggiunge: «Valditara annuncia misure disciplinari per la preside che ha scritto la lettera sulle origini del fascismo. Nessuna condanna per i giovani picchiatori né solidarietà alle vittime. Nessuna parola dalla premier Meloni. Inaccettabile, chiediamo che il ministro venga in Aula».

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione di Camera e Senato aggiungono: «È incredibile. Il ministro dell’Istruzione anziché condannare con fermezza l’aggressione squadrista e fascista e anziché esprimere solidarietà nei confronti degli studenti aggrediti, se la prende con la preside». Carlo Calenda, su Twitter: «Valditara ha iniziato sostenendo che umiliare i ragazzi è un buon metodo pedagogico e ha continuato sanzionando la Preside della scuola dove sono avvenute le violenze neofasciste (che il governo non ha stigmatizzato). Direi che è inadatto al ruolo. E con La Russa sono già due».

Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno: «Qualcosa non va se una dirigente scolastica che difende i valori antifascisti della Repubblica viene minacciata da un ministro che ha giurato sulla Costituzione della Repubblica. O Valditara è un analfabeta funzionale, che non capisce ciò che legge, o è un aspirante golpista». Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, intervenuto in Aula alla Camera: «Minacciare di provvedimenti una preside che non ha fatto altro che denunciare la violenza fascista è inaccettabile. Valditara venga a spiegare in Aula queste parole inqualificabili. Ribadiamo la solidarietà alla preside».

La capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Barbara Floridia: «Accusare di politicizzazione la preside del liceo Michelangelo di Firenze per la sua lettera così accorata, e dal grande valore civile, qualifica il ministro dell’istruzione Valditara. Quello dell’antifascismo dovrebbe essere un valore condiviso, tanto più all’interno delle nostre scuole e tanto più a seguito dell’aggressione squadrista avvenuta ad opera di azione studentesca, vicina a Fratelli d’Italia. Il fatto che Valditara non condanni le violenze ma annunci azioni nei confronti della preside è intollerabile. Mai come oggi Valditara dovrebbe solo vergognarsi».

Anche l’ANPI, tramite il presidente Gianfranco Pagliarulo, commenta: « lettera della preside è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L’attacco del ministro Valditara contro di lei è inaccettabile. La velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese. Va riconosciuta senza dubbio al ministro solidarietà per le minacce ricevute. Ma il suo rumorosissimo silenzio davanti all’aggressione subita dagli studenti di Firenze è una prova di parzialità francamente sconcertante da parte di un ministro della repubblica antifascista».

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