La Polonia vuole limitare il potere dei social network (solo per continuare a essere omofobi)

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Il 2021 è iniziato con il concetto di libertà di espressione. Anche noi ne abbiamo parlato in più occasioni, domandandoci se quello successo sui social network a Donald Trump e a tutti gli altri omofobi complottisti, fosse censura o semplicemente rispetto delle regole. In Polonia, lo Stato più omofobo di tutta l’Europa, non se lo domandano, ma cercano solo di limitare il potere dei social network per evitare che le loro campagne omofobe e piene di odio possano essere in qualche modo censurate.

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Fonte: freepik

Sarò onesta, non sono rimasta minimamente stupita. Insomma, davvero possiamo stupirci in un periodo del genere? Il Presidente degli Stati Uniti d’America ha visto il suo profilo oscurato su più social perché spargeva fake news e odio online, per cui cosa dovrebbe fare un semplice Andrzej Duda, Presidente della Polonia? Ovviamente nulla. Non si sa neanche (invece lo sappiamo benissimo…) perché la Polonia faccia ancora parte dell’Unione Europea considerando tutta l’omofobia che vive fra quei confini. E per questo c’era bisogno di agire preventivamente.

Prima di parlare delle varie dichiarazioni dei ministri e dei provvedimenti che verranno presi, parliamo della Costituzione polacca e di come il governo polacco decida sempre di proteggere i maschi bianchi etero o semplicemente qualsiasi omofobo. Se ricordate bene, lo scorso anno, la Polonia ha scelto di uscire dalla convenzione contro la violenza sulle donne, che voleva tutelare le donne dalla violenza domestica, questo perché la costituzione polacca già tutela le donne.

La situazione si ripete, poiché, secondo Sebastian Kaleta, che è l’ideatore di questa legge insieme a Zbigniew Ziobrio che vedremo a breve, è migliore rispetto al Digital Service Act, poiché quest’ultimo ha un approccio repressivo. Al governo polacco questo non va bene, se un omofobo vuole insultare online un ragazzo omosessuale, deve avere la libertà di farlo.

Polonia contro la censura sui social network

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Fonte: pixabay

«Il consiglio tutelerà il diritto costituzionale alla libertà di espressione su tutti i social network che operano in Polonia», ha detto il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro. Per farlo, entro gennaio 2022 entrerà in vigore un consiglio per la libertà di espressione, composto da cinque membri che controlleranno tutti i reclami degli utenti dei social network che si sono trovati con il profilo chiuso o con un contenuto rimosso.

Quello che il ministro della Giustizia vuole è creare una legge che possa permettere a tutti i polacchi di non essere limitati e, considerando quanto molti polacchi sappiano essere omofobi (lo abbiamo visto sia per strada durante il Pride di qualche anno fa, che con la Carta della Famiglia polacca di quest’estate), questo significherà che se un omofobo vorrà dire “gli omosessuali non hanno alcun diritto e dovrebbero morire”, sarà liberissimo di farlo perché è la sua opinione.

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Fonte: pixabay

E quali sono le conseguenze? I social network, secondo questa legge, non potranno togliere contenuti o bloccare utenti in Polonia se la legge polacca non sarà violata. Se toglieranno comunque contenuti o profili, gli utenti potranno fare un reclamo e, entro 48 ore, potranno presentare una petizione al tribunale per riavere il proprio profilo. Quindi, mentre tre donne vengono processate e arrestate a causa di ritratti con la Madonna con l’aureola arcobaleno, un omofobo potrà benissimo dire quel che vuole online.

Ziobro, a riguardo, ha detto che «spesso, le vittime delle tendenze alla censura ideologica sono anche rappresentanti di vari gruppi che operano in Polonia, il cui contenuto è rimosso o bloccato, solo perché esprimono opinioni e si riferiscono a valori che sono inaccettabili dal punto di vista delle comunità… con un’influenza sempre più forte sul funzionamento dei social media», e niente, fa già ridere così. Immagina essere un omofobo e pensare che la tua sia libertà di opinione e non ignoranza.

«Ci rendiamo conto che non è un argomento facile, ci rendiamo conto che su Internet dovrebbe esserci anche una sfera di garanzie per tutti coloro che si sentono calunniati, una sfera di limitazione di vari contenuti che può portare con sé un impatto negativo sulla sfera della libertà degli altri. Ma vorremmo proporre tali strumenti che permetteranno sia da una parte che dall’altra di chiedere la decisione di un organo che sarà in grado di giudicare se i contenuti che appaiono su tale e tale account di social media realmente viola i diritti personali, se può essere eliminato, o se ci sia censura», ha detto.

Quindi, secondo le sue parole, dovrà esserci uguaglianza. Il tribunale non dovrà per forza dare la ragione all’omofobo a cui è stato rimosso il contenuto. Almeno ce lo auguriamo. Vedremo come funzionerà questo sistema, se farà ridere o se davvero rispetterà le persone.

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