Polonia: a dicembre inizia la costruzione del muro al confine con la Bielorussia

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La Polonia a dicembre inizierà la costruzione del muro a confine con la Bielorussia. Ad annunciarlo è il governo di Varsavia, che vi abbiamo già raccontato essere in crisi a causa dei migranti che vengono mandati dal paese di Lukashenko. Il ministro degli Interni, Mariusz Kaminsky, ha dichiarato che la costruzione del muro finirà entro la metà del 2022 e sarà «lunga 180 chilometri, alta 5,5 metri e verranno utilizzate le soluzione più moderne». È arrivato anche il via libera del Consiglio Europeo, ma Lukashenko reagisce male.

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Fonte: Reuters

Vi avevamo già parlato del muro polacco, annunciato dal ministro dell’Interno Mariusz Kaminski, simile a quello che già esiste fra la Grecia e la Turchia, quindi alto 5 metri, e sarà realizzato con investimento pubblico, guidato dalla Guardia di frontiera e sotto il controllo dell’Ufficio centrale di anticorruzione, così come vi avevamo anche parlato dell’appello firmato da dodici paesi europei (Danimarca, Ungheria, Austria, Cipro, Grecia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Slovacchia).

In quell’occasione, però, avevamo letto che  «noi vogliamo un’Europa libera dai migranti, un’Europa pura nel sangue e nel suolo; ma per difenderci dall’assalto dello straniero ci occorrono fondi cospicui che solo l’Europa stessa ci può garantire». Delle parole che ci hanno sconvolto e ci hanno davvero riportati nella Germania nazista, soprattutto per il concetto di Blut und Boden, sangue e suolo. La situazione però è più complicata di così.

Alexander Lukashenko, solo perché la Polonia (vi ricordiamo anche che l’ambasciata polacca aveva offerto rifugio all’atleta bielorussa alle Olimpiadi 2020) e l’Unione Europea hanno sostenuto gli attivisti bielorussi nella lotta contro di lui, questa volta ha spinto davvero tanti migranti contro i confini polacchi, e tutti in pochissimo tempo. Le immagini condivise sui social nelle ultime settimane ci mettono i brividi perché sono pur sempre delle persone, sfruttate solo per attaccare. Sono delle persone, e dei veri cristiani dovrebbero aiutarle.

Sono delle persone. Sono dei bambini. Delle famiglie. Delle donne. Degli uomini. Dei ragazzi. Scappano da paesi dove c’è la guerra, con la speranza di trovare la pace, una vita serena, la libertà. Sono delle persone utilizzate come delle armi, ma sono pur sempre delle persone che chiedono aiuto. Sono dei migranti, un po’ come lo è quella persona che pregate in Chiesa, per cui, in suo nome, uccidete persone e ne discriminate altre. Ricordatelo quando cominciate a sparare delle sentenze.

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Fonte: Twitter

Polonia: via alla costruzione del muro

L’Unione Europea, che da settimane cerca di risolvere al meglio questa tragica situazione, ha ufficialmente trovato un accordo per punire la Bielorussia per quel che sta facendo alla Polonia. In questo saranno coinvolte «persone, linee aeree, agenzie di viaggi e qualunque soggetto abbia contribuito a spingere illegalmente i migranti verso il nostro confine», secondo quanto riferito da Josep Borrell, ovvero l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Ha poi aggiunto che «questa decisione riflette la determinazione dell’Unione europea a resistere alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici. Stiamo respingendo questa pratica disumana e illegale. Al tempo stesso continuiamo a sottolineare l’inaccettabile repressione in atto da parte del regime contro la propria popolazione e noi risponderemo di conseguenza». Intanto la Commissione raccoglie delle prove per stabilire se «altre compagnie aeree oltre a Belavia debbano essere sanzionate» (fonte: Eric Mamer, portavoce dell’esecutivo Ue).

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Fonte: Twitter

Inizierà intanto a dicembre la costruzione del muro in Polonia al confine con la Bielorussia, descritto dal ministro degli Interni come «un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini». I contratti saranno firmati entro il 15 dicembre e i lavori si svolgeranno per tutte e 24 le ore di una giornata, dividendo gli operai in tre turni. Il costo stimato è di 353 milioni di euro e si estenderà per circa 180 chilometri, la metà della lunghezza totale del confine tra Polonia e Bielorussia.

Lukashenko intanto attacca l’Unione Europea e non ha intenzione di fare un passo indietro, ma anzi ha detto che continuerà a “combattere” anche dopo le decisioni di Bruxelles. «Ci minacciano di sanzioni. Ok, aspettiamo e vediamo. Pensano che io stia scherzando. Che sia una minaccia vuota. Niente del genere. Combatteremo. Abbiamo raggiunto il limite. Non c’è spazio per una ritirata», ha detto. Si è anche rivolto ai giornalisti bielorussi e altri che «traggono conclusioni corrette, ovvero che la Polonia ha bisogno di questo conflitto al giorno d’oggi. Ci sono problemi interni più che sufficienti, problemi con l’Unione europea».

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