Polonia: vietato l’aborto, e l’Europa che fa?

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La Polonia ancora una volta sotto i riflettori in questo 2020, e sempre perché dimostra di essere troppo conservatrice. Dall’abbandono alla convenzione contro la violenza sulle donne, alla Carta della Famiglia (solo eterosessuale) ai vescovi che cercano di «curare» gli omosessuali, adesso sotto attacco sono nuovamente le donne, a cui viene vietata la libertà di scegliere sul proprio corpo. E l’Unione Europea cosa fa? Assolutamente nulla. 

Non solo gli LGBT con le LGBT Free Zone sono presi d’attacco dal Presidente Duda e dai suoi sostenitori, ma anche le donne, che sembrano ritornare nel Medioevo, o forse nel Medioevo vivevano persino meglio. È stato detto che abortire anche in caso di gravi malformazioni, «viola la costituzione».

E quindi una donna in Polonia è costretta a fare nascere il suo bambino anche se nascerà morto, confermando lo Stato come quello con la legge sull’aborto più restrittiva in tutta Europa. Perché in Polonia la vita di un feto è più importante di quella di una donna.

È stata, più o meno, questa, la motivazione che ha spinto la Presidente della Corte costituzionale polacca Julia Przylebska, una donna, ad accettare la sentenza proposta, come ci si poteva aspettare, dal Partito della legge e della giustizia (PiS). Una legge proposta perché l’aborto non protegge la vita di ogni individuo, ovvero del feto (perché, ricordiamolo, l’aborto si pratica quando il feto non è ancora un bambino), a discapito però della donna (ma a chi importa della donna che è stata creata solo per dare alla luce figli?).

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Fonte: freepik

Polonia: l’aborto non sarà più consentito

La legge sull’aborto della Polonia era stata già sotto attacco all’inizio della pandemia da Covid-19, quando il governo aveva cercato di approfittare della situazione per minare ai diritti delle donne, ma le femministe polacche erano scese per strada per manifestare e per far valere i propri diritti sul proprio corpo. Tuttavia, da quando è stato rieletto il presidente Andrzej Duda, le cose sono solo state più complesse.

A essere presa d’attacco è stata la legge introdotta nel 1993 che consentiva l’aborto anche in caso di salute della donna, di stupro o di incesto. Nonostante ciò, il 98% degli aborti da parte di donne polacche avveniva solo in caso di gravi malformazioni, quindi, vietando l’aborto in questo caso, è come se si stesse abolendo completamente la legge dell’aborto.

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Fonte: freepik

Ma se pensate che questo sia già tanto grave, aspettate di sapere che le donne che avranno un aborto spontaneo (e che quindi già potrebbero soffrire tanto per la perdita di un figlio), verranno indagate se è stato effettivamente spontaneo oppure di una interruzione di gravidanza «deliberata» o tramite cliniche illegali. In quest’ultimo caso, alle donne spettano cinque anni di carcere e lo stesso per i medici che abortiscono.

La sentenza approvata dalla Presidente del Tribunale Julia Przylebska ha ottenuto 11 voti favorevoli e 2 contrari, poiché, secondo chi ha votato a favore, l’aborto non protegge la vita di tutti gli individui, ma in questo modo non si protegge la vita delle donne, che saranno costrette a ricorrere ad aborti clandestini (secondo le organizzazioni femministe già tra le 100mila e le 200mila donne polacche ricorrono ogni anno all’aborto clandestino oppure si recano all’estero per abortire).

La legge entrerà in vigore solo se sarà confermata dal Presidente Andrzej Duda, che però ha già espresso più volte il suo sostegno alla modifica di questa legge e che è molto conservatore (ha firmato la Carta della Famiglia e ritiene che l’omosessualità sia un’ideologia), per cui la legge può essere considerata come già approvata.

E l’Unione Europea che fa?

L’Europa, mentre la Polonia procedere a togliere alle donne il diritto all’aborto, pensa agli hamburger vegetariani, perché sembrerebbe che secondo l’umile opinione dei parlamentari europei tutti i cittadini non sarebbero in grado di leggere i contenuti di un panino, altrimenti deve chiamarmi in altro modo.

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Fonte: freepik

Siamo in una pandemia globale, i casi di Covid-19 aumentano ogni giorno, in Polonia le donne vengono private dell’aborto, la Bielorussia lotta contro una vera e propria dittatura, e i parlamentari europei si domandano se sia giusto chiamare hamburger vegano l’hamburger non composto da carne, se il nome del prodotto debba essere assegnato per i prodotti da cui è composto oppure in base alla sua forma.

Su Twitter, però, le associazioni si sono fatte sentire, da Amnesty Italia alla Commissione per i diritti umani, ma questo è abbastanza? Bisogna fare realmente qualcosa per le donne polacche che piano piano vengono private di qualsiasi diritto, dalla protezione nelle mura domestiche all’aborto. Uno stato europeo non si può trovare in questa malsana situazione senza che l’Unione intervenga in alcun modo.

«Rimuovere le basi per quasi tutti gli aborti legali in Polonia equivale a un divieto e viola i diritti umani. La sentenza odierna della Corte Costituzionale significa aborti clandestini / all’estero per coloro che possono permetterselo e un calvario ancora maggiore per tutte le altre. Un triste giorno per i diritti delle donne.»

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