Prima di Spadafora: chi sono le persone LGBT della politica italiana

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Nelle ultime ore si parla molto del coming out di Vincenzo Spadafora, ex ministro per le politiche giovanili e lo sport nel Governo Conte II, tuttavia non è stato (e per fortuna, direi) il primo, e speriamo non sia neanche l’ultimo. In molti dicono: «che necessità c’è di fare coming out? Ma mica io faccio coming out come eterosessuale», non rendendosi però conto del privilegio. In quanto eterosessuale non si sente il bisogno di dirlo in giro perché è percepito come normalità. Il solo pensare quanti commenti (anche cattivi) ha generato la notizia di Spadafora, ci fa comprendere perché è necessario.

Tuttavia, proverò a farvi ragionare. State vivendo la vostra vita normalmente. Un giorno, poi, trovate su Facebook o Instagram una di quelle notizie clickbait riguardo un personaggio politico, un uomo. “Incredibile: personaggio x è gay“. Questo il titolo. Nell’articolo poi vedete le foto che lo ritraggono con il compagno. Se invece personaggio x fosse eterosessuale, il titolo sarebbe semplicemente “chi è la nuova fiamma di personaggio x“, questo perché mentre l’eterosessualità non fa click, l’omosessualità è una cosa che sconvolge.

Perché fare coming out, quindi? Per evitare che siano dei paparazzi o semplicemente altre persone a scoprirlo e quindi a giudicarti e criticarti come purtroppo avviene anche dicendolo per primi, ma sicuramente fa meno scandalo rispetto a quando sei tu ad affermarlo. Sarebbe bello vivere in un mondo in cui fare coming out non è necessario, ma purtroppo non è così. Se pensate poi che non sia così, mi spiace dirvelo ma vivete in un’utopia. Basta vedere tutti i commenti che ha ricevuto Spadafora (ho persino letto che “cerca visibilità”) per comprendere che in Italia esiste un problema di omofobia.

Torniamo comunque al coming out di Spadafora, deputato del M5S, durante la trasmissione di Rai Tre “Che tempo che fa”. Sì, ha detto di essere omosessuale in diretta televisiva, in prima serata, mentre presentava il suo libro “Senza riserve, in politica e nella vita”. Fabio Fazio infatti aveva anticipato, alla fine dell’intervista, che nel libro sono presenti dei riferimenti al suo orientamento sessuale, e per questo il politico ha parlato dell’argomento per la prima volta in televisione.

«Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più», ha detto. «Io l’ho fatto anche per me stesso perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi». Aggiunge poi che ha deciso di trattare il tema dell’omosessualità per «due motivazioni». In primis «è molto politica, per testimoniare il mio impegno politico, per tutti quelli che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne ho io grazie al mio ruolo».

Ma anche perché è «una testimonianza di tipo religioso, io sono un cattolico che crede molto nella propria fede, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto. In politica l’omosessualità viene usata anche per ferire, per colpire l’avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere. Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono, e da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero». In ogni caso, Vincenzo Spadafora non è stato il primo.

Prima di Vincenzo Spadafora: i politici LGBT in Italia

Marco Pannella

Marco Panella è entrato nel Parlamento nel 1976 e ha fatto coming out come bisessuale nel 2010 in un intervista con Chi: «Ho avuto tre o quattro uomini che ho amato molto. Ma non c’è mai stata alcuna gelosia con lei (la moglie Mirella Parachini, ndr). Potevamo avere, e avevamo, anche altre storie, ne parlavamo prima e durante, senza che nulla ci abbia potuto mai dividere».

Angelo Pezzana

Uno dei fondatori di Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), ovvero il primo movimento gay italiano. Entra in Parlamento il 6 febbraio 1979, ma si dimette dopo una settimana.

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Fonte: Dagospia

Nichi Vendola

Nichi Vendola è un nome iconico nella comunità LGBT e nella politica, poiché è dichiaratamente omosessuale dal 1978 (è entrato nella Camera dei Deputati nel 1972 con il Partito della Rifondazione Comunista) ed è anche uno dei fondatori di Arcigay e della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS. Da 17 anni ha lo stesso compagno, Edward Testa, e insieme hanno anche un figlio dal 2016.

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Fonte: gay.it

Anna Paola Concia

Anna Paola Concia è una Deputata della Repubblica Italiana con il PD e ha fatto coming out 21 anni fa, nel 2000. È stata anche colei che ha presentato ben due leggi contro l’omotransfobia, ed entrambe sono state bocciate. Insomma, il DDL Zan non è la prima delusione che l’Italia LGBT ha.

Alfonso Pecoraro Scanio

Ufficialmente il primo ministro italiano a fare coming out come bisessuale, il 2 giugno 2000 in un’intervista con Panorama. È stato ministro delle politiche agricole e forestale nel 2000 con il Governo Amato II.

Ivan Scalfarotto

A proposito di DDL Zan e affossamento di quest’ultimo, arriviamo a un deputato di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, dichiaratamente omosessuale. Anche lui, come la precedente, aveva presentato insieme al PD nel 2013 una legge contro l’omotransfobia, approvata alla Camera ma bocciata in Senato, proprio come il DDL di cui si parla tanto negli ultimi giorni. Se questo ci insegna qualcosa, è che adesso, nel 2021, c’è molta più consapevolezza e le persone non sono pronte ad accettare un no.

Alessandro Zan

Presidente della sezione Veneto di Arcigay, Alessandro Zan è sicuramente la persona LGBT in politica più conosciuta del momento, poiché è colui che ha dato il nome al DDL che voleva combattere l’omotransfobia insieme alla misoginia e all’abilismo. Ddl, però, che abbiamo visto essere stato affossato.

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Fonte: La Repubblica

Titti De Simone

Da Arcigay ad Arcilesbica: Titti De Simone è la fondatrice di Arcilesbica e presidente dal 1996 al 2002. Diventa una deputata nel 2001 con Rifondazione comunista, nel 2006 si candida come PRC e viene rieletta e nominata come Segretaria alla Presidenza della Camera.

Vladimir Luxuria

Come non citare anche la Luxuria? Vladimir è stata la prima persona transgender a essere eletta al parlamento in uno Stato europeo, e durante il suo mandato ha firmato la proposta di legge n. 1387, recante Disposizioni in materia di cinematografia e la n. 2733, recante Norme in materia di diritti e libertà delle persone transgenere.

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Fonte: L’Eco dell’Alto Molise

Barbara Masini

Barbara Masini è stata la luce nel tunnel durante le discussione sul DDL Zan in Senato. Ha fatto coming out proprio durante una di queste discussioni, mentre tutti i suoi colleghi di Forza Italia spargevano fake news, finendo per affossarlo. È senatrice dal 2018, con Forza Italia.

Altri

  • Franco Grillini: Anche Franco Grillini, Presidente nazionale di Arcigay per 11 anni (dal 1987 al 1998), è un politico LGBT che ha proposto una legge contro l’omotransfobia. Anche lui, come i precedenti ma anche come i successivi, ha dovuto ingoiare la sconfitta.
  • Sergio Lo Giudice: presidente nazionale di Arcigay dal 1998 al 2007, senatore della Repubblica nel 2013 con il PD, primo firmatario della legge sui diritti delle persone LGBTI, dei detenuti, delle persone disabili e degli immigrati, anche in prima linea per l’approvazione della legge sulle unioni civili.
  • Gianpaolo Silvestri: insieme a Nichi Vendola uno dei fondatori di Arcigay, Segretario della XII commissione permanente igiene e sanità e aspramente criticato da Vittorio Feltri, da cui poi ha ricevuto cinquantamila euro di risarcimento.
  • Tommaso Cerno: senatore della Repubblica nel 2019, con il PD. Ex dirigente nazionale di Arcigay che però ha deciso di astenersi sulla “tagliola” di Lega e Fratelli d’Italia che poi ha affossato il DDL Zan.

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