Barbara Palombelli a Forum sui femminicidi: «Bisogna chiedersi se le donne hanno avuto un comportamento esasperante»

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Siamo nel 2021 e dobbiamo ancora sentire delle persone, Barbara Palombelli lo ha detto in televisione tra l’altro, che si chiedono se una persona si è meritata di morire. Perché, che sia un femminicidio, un omicidio, uno stupro, una qualsiasi violenza, nessuno merita di morire. Nessuno merita di essere violentato o picchiato, e sapete perché? Perché l’essere umano si differenzia dall’animale perché possiede il libero arbitrio, ed è proprio questo che ci consente di non uccidere una persona solo perché ha «un comportamento esasperante».

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Alessandra Zorzin, ultima vittima di femminicidio in Italia

In più dobbiamo anche ricordarci come molte donne siano uccise per gelosia? Perché sono considerate un oggetto sessuale e personale di un uomo incapace di comprendere che dietro la propria compagna c’è una persona? Solo ieri abbiamo parlato del femminicidio di Alessandra Zorzin, una ragazza di solo 21 anni che è stata uccisa con un colpo in testa da una guardia giurata. Con che coraggio puoi solo pensare che potrebbe essere stata colpa sua? Con che coraggio puoi pensare che qualsiasi donna morta negli ultimi sette giorni se lo sia meritato?

Nessuna persona che uccide è degna di essere chiamata tale. La colpa non è mai della vittima ma sempre di chi ha in mano l’arma. Sembrano cose scontate eppure sembra che dobbiamo ripeterle ancora, nel 2021, a decenni da quando il delitto d’onore è stato abolito in Italia, ancora dobbiamo spiegare che anche se una persona tradisce (ipotizzando che una delle vittime abbia tradito), non merita di morire. Anche se una persona è esasperante, non merita di morire. È tanto difficile da comprendere?

Per la criminologa Flaminia Bolzan, dietro un femminicidio c’è «l’incapacità da parte dell’uomo – che sia uno spasimante, un marito, un fidanzato o un ex – di gestire gli stati emotivi, la frustrazione, anche nell’ambito familiare», ha detto all’Admìnkronos. «Mentre in alcuni casi ci sono degli aspetti psicopatologici reali, in altre situazioni una persona considerata ‘normale’ agisce però in relazione a una concezione in generale del femminile diversa, figlia di una cultura abbastanza maschilista, che si esprime nella prevaricazione della donna», ha detto ancora, spiegando che la motivazione «è data dall’impossibilità di gestire adeguatamente il rifiuto di una donna che, come un presunto cattivo comportamento, viene percepito come lesa maestà e arma la mano».

È lecito indagare sul cosa porta un uomo a uccidere una donna, ma in alcun modo ci si deve porre la domanda «c’è stato un comportamento esasperante anche da parte delle donne?», facendo un palese victim blaming che già è disgustoso leggere da parte dei boomer su Facebook, immaginiamoci su un programma televisivo, da una giornalista donna, Barbara Palombelli. Alessandra Zorzin, Sonia Lattari, Giuseppina Di Luca, Rita Amenze, Angelica Salis, Ada Rotini, Chiara Ugolini, nessuna di queste sette donne uccise nel mese di settembre, ma anche tutte le altre, non hanno alcuna colpa. La colpa è solo dell’assassino.

Barbara Palombelli e il victim blaming sulle vittime di femminicidio

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Barbara Palombelli è nella bufera per le sue dichiarazioni durante la puntata de Lo Sportello di Forum di ieri, in cui ha commentato i femminicidi avvenuti negli ultimi giorni in Italia. «Qui parliamo della rabbia tra marito e moglie. Come sapete, negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti. Sette donne uccise, presumibilmente da sette uomini. Questo soltanto per dire l’ultima settimana», ha detto, introducendo un caso che riguardava una donna che chiedeva la separazione con addebito per essere stata negli anni sottoposta a violenze e umiliazioni da parte del marito.

Lei si chiama Rosa, lui Mario, e replica alle accuse della moglie dicendo che quegli scontri, la violenza, erano stati occasionali e soprattutto erano sempre legati a una reazione alle provocazioni di Rosa. Lui accetta la separazione ma rifiuta ogni forma di addebito. Per questo motivo Barbara Palombelli afferma che «A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente di testa, completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte?».

No Barbara Palombelli, non è lecito domandarsi se una persona merita di essere picchiata o uccisa e non è comprensibile in che modo tu, donna, abbia pensato che parlare dei casi di femminicidio in cui delle donne innocenti sono morte, l’ultima di soli 21 anni con una figlia piccola, affermando che gli uomini potrebbero essere esasperati e per questo potrebbero uccidere, fosse una buona idea. «È una domanda, dobbiamo farcela per forza, perché dobbiamo, in questa sede soprattutto che è un tribunale, esaminare tutte le ipotesi», ha detto, concludendo l’introduzione.

La reazione sul web

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Fonte: Twitter

Ovviamente su Twitter non è sfuggita la frase di cattivo gusto e soprattutto irrispettosa di Barbara Palombelli, per cui ha deciso di farla finire in tendenza su Twitter per esprimere tutto il disprezzo nei confronti di una donna che tenta di giustificare dei femminicidi. Perché siamo sicuri, o forse speriamo, che le sue intenzioni non fossero queste, ma è esattamente quello che ha fatto intendere. Speriamo che abbia il buon senso di non giustificarsi ma semplicemente di chiedere scusa a tutte le famiglie di chi ha perso un affetto a causa di un femminicidio. A causa di un uomo che non è stato portato all’esasperazione, ma che semplicemente non ha avuto rispetto per la vita umana.

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