La petizione di tre ONG contro l’Ungheria: no omofobia nell’Unione Europea

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Le ONG per i diritti umani chiedono ai paesi dell’Unione Europea di unirsi alla causa giudiziaria della Commissione contro l’Ungheria per una controversa legge che secondo loro è “propaganda anti-LGBTIQ+”. Già da luglio 2021 Bruxelles ha avviato la procedura di infrazione contro Budapest, poco dopo che il governo ultraconservatore del primo ministro Viktor Orban ha adottato la legge che, secondo lui, aiuterà a prevenire, individuare e punire i reati sessuali contro i minori, ma che di fatti è solo omotransfobica e accomuna le persone LGBT ai pedofili.

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L’Ungheria è un paese omofobo. Lo sanno loro, lo sappiamo noi, lo sa l’Unione Europea e lo sa anche Matteo Salvini che definì l’Ungheria come il Paese con «la legge più avanzata per la famiglia». Eppure, fino a prova contraria, il primo ministro Viktor Orbán disse nel 2016 che «le persone gay “possono fare quello che vogliono, ma il matrimonio non può essere riconosciuto dallo stato“» e ancora «una mele non può chiedere di essere chiamata pera», «la madre è una donna, il padre è un uomo». Un suo collega, László Kövér, ha paragato le adozioni o i matrimoni da parte di coppie dello stesso sesso alla pedofilia.

A giugno 2021, poi, il Parlamento ungherese ha ufficialmente approvato una legge anti-LGBT che, in poche parole, paragona l’omosessualità alla pedofilia, come se ogni omosessuale fosse un pedofilo. La legge fu presentata dal partito di estrema destra del primo ministro Viktor Orbán, Fidesz. Tecnicamente, vuole tutelare i bambini dalla pedofilia, e vista così ci sembra anche una legge buona e giusta, praticamente però vieterà alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità.

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Questa legge vieta in Ungheria le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce anche che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati». In più, vieta alle persone e alle scuole di introdurre o parlare di omosessualità, transgenderismo o qualsiasi topic LGBT prima dei 18 anni (quindi anche contenuti LGBT da parte di Ikea, Coca Cola, Netflix, qualsiasi media o social, come è successo poi mesi dopo: Ungheria: indagine su una serie Netflix per un bacio fra due personaggi femminili).

L’appello a Bruxelles sull’Ungheria da parte di tre ONG

La Commissione europea aveva già risposto: la legge omofobica viola le regole del mercato interno, i diritti fondamentali degli individui e dei valori dell’UE. La procedura di infrazione è stata pubblicata lunedì sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, che tre ONG – Forbidden Colours, Háttér Society e Reclaim – hanno contrassegnato lanciando una petizione “per ricordare agli Stati membri dell’UE i loro impegni e per chiedere loro di fornire osservazioni scritte sul caso entro il 27 marzo 2023“, hanno affermato in una nota.

Almeno 20 paesi dell’UE si devono impegnare nel procedimento che, secondo le ONG, potrebbe diventare la più grande procedura di violazione dei diritti umani mai portata davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Il Belgio ha già annunciato la sua partecipazione tramite la ministra belga per gli affari europei, Hadja Lahbib: «La lotta contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere è sempre stata una priorità per il nostro Paese», ha detto in una dichiarazione.

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«Notiamo che i diritti della comunità LGBTQI+ sono sottoposti a crescenti pressioni in molti luoghi, anche in Europa. Ciò è stato fatto chiaro a noi di nuovo la scorsa settimana durante un incontro con, tra gli altri, le ONG per i diritti umani, che è stato organizzato su mia richiesta durante la mia visita in Ungheria. È una tendenza preoccupante che va invertita. Per questo il Belgio – dopo aver inserito il caso nell’agenda internazionale – ora interverrà anche davanti alla Corte di giustizia europea per difendere i diritti delle persone LGBTQI+. Il nostro Paese ha la ferma ambizione per continuare a svolgere un ruolo pionieristico sia a livello nazionale che internazionale», ha concluso.

Esther Martinez, fondatrice e direttrice esecutiva di Reclaim, ha dichiarato a Euronews che si aspetta che la Corte di giustizia europea si pronunci contro l’Ungheria. «Il governo dovrà abrogare la legge altrimenti dovrà affrontare multe finanziarie», ha commentato. Il capogruppo parlamentare di Fidesz, Máté Kocsis, ha al contrario promesso di «lottare per proteggere i nostri bambini» in relazione al «nostro pacchetto legislativo anti-pedofilo», e ha criticato «il centro imperiale di Bruxelles» per «perseguirci» per la legge.

La petizione

Nel giugno 2021, il parlamento ungherese ha adottato una legge, copiata dalla Russia, che censura le comunità LGBTIQ+ nel Paese. Questa “legge di propaganda anti-LGBT” vieta la raffigurazione di persone LGBTIQ+ e la promozione di argomenti LGBTIQ+ nei media e in tutti i luoghi in cui potrebbero trovarsi bambini, ovvero quasi ovunque.

La Commissione europea ha finalmente deciso di portare l’Ungheria davanti alla Corte di giustizia europea poiché questa legge va contro le norme e i valori europei più fondamentali.

Siamo molto fiduciosi che la Corte si pronuncerà per proteggere le persone LGBTIQ+. Questa sentenza sarebbe importante non solo per abrogare la legge, ma anche per evitare che leggi simili vengano adottate in altri Stati membri dell’UE come la Polonia o la Romania.

Ciò rende questo caso giudiziario un’opportunità unica per tutti noi di trasmettere un messaggio forte e chiaro: sosteniamo i valori dell’UE di inclusione, uguaglianza, Stato di diritto e democrazia.

Questa è la nostra opportunità per mostrare al governo di Viktor Orbán che i cittadini di tutti gli Stati membri dell’UE disprezzano la sua retorica e le sue leggi anti-LGBTIQ+.

Ed è qui che puoi agire.

Abbiamo bisogno del tuo sostegno per convincere il tuo governo a unirsi alla causa insieme alla Commissione europea per chiarire che queste “leggi di propaganda anti-LGBTIQ+” non sono benvenute in Ungheria, nel tuo paese, né in qualsiasi parte dell’UE.

Per supportare la petizione promossa dalle Ong contro l’Ungheria è possibile firmare a questo link.

La lettera

Caro Ministro degli Esteri,

Come cittadini preoccupati, vi scriviamo insieme alle ONG Forbidden Colours, Háttér Society e Reclaim Europe in merito all’inaccettabile silenzio delle comunità LGBTIQ+ in Ungheria.

Il 15 luglio 2021, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Ungheria per la sua legge sulla “propaganda anti-LGBT”, o cosiddetta legge sulla “protezione dei minori”. Dopo un dialogo fallito, il caso è stato deferito alla Corte di giustizia dell’Unione europea il 19 dicembre 2022 ed è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 13 febbraio 2023. Da questa data in poi, gli Stati membri dell’UE hanno sei settimane per presentare “osservazioni scritte” sul caso.

Vi chiediamo oggi di dimostrare l’impegno del [vostro paese] nei confronti dei nostri valori fondamentali dell’UE di uguaglianza, inclusione e rispetto dei diritti umani, fornendo “osservazioni scritte” su questo caso alla Corte di giustizia dell’UE entro il 27 marzo 2023.

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