Green Pass: pronta la raccolta firme per il referendum per abolirlo

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Non si fa che parlare di Green Pass in questi giorni, probabilmente perché non ci siamo mai trovati in una situazione simili per cui per molti è difficile accettarlo. Da una parte abbiamo chi lo sostiene e ritiene che sia l’unico modo per tornare alla normalità, dall’altro chi non vuole vaccinarsi e quindi è in difficoltà anche solo per lavorare, da un’altra parte ancora c’è chi lo vorrebbe ma si trova ad affrontare una burocrazia italiana lenta e inefficiente. Intanto, però, è stata già avviata una raccolta firma per proporre un referendum abrogativo delle norme sul Green Pass.

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The digital green pass with the QR code on the screen of a mobile ina man hand with blurred airport in the background. Concept of immunity from Covid-19

Da quando il Consiglio dei Ministri nella seduta del 5 agosto ha approvato un decreto legge “Misure urgenti per la sicurezza delle attività scolastiche, in materia di università e trasporti” secondo cui «tutto il personale universitario e gli studenti universitari (che potranno essere controllati a campione) devono possedere il Green Pass», non si fa che parlare d’altro, tanto che si sono formati anche dei gruppi su Telegram “studenti contro il Green Pass” con più di 11k membri. Ovviamente c’è anche chi ritiene che questo sia l’unico modo per riprendere le lezioni in presenza, tuttavia bisogna prendere in considerazione tutte le situazioni.

Il Green pass è stato introdotto in tutta Italia a partire dal 6 agosto con l’intento di far accedere a bar e ristoranti, ma solo se questi sono al chiuso e se i clienti devono sedersi a un tavolo, in palestre, cinema, teatri, musei, stadi, palazzetti, eventi sportivi e concerti solo chi lo possiede. Potremmo definirlo una sorta di compromesso per la normalità. A essere esentati da questa regola saranno gli under 12, poiché ancora non esiste un vaccino autorizzato, e ovviamente chi non può vaccinarsi per motivi di salute. Come abbiamo scritto in altre occasioni, per ottenerlo basterà un tampone negativo oppure aver fatto la prima dose di vaccino (oppure l’unica).

Tuttavia, dopo tantissime manifestazioni, qualcuna più frequentata di altre, il movimento dei No-Green Pass ha deciso di indire una raccolta firme per poter proporre un vero e proprio referendum che abroghi le norme sul Green Pass, soprattutto prima del 15 ottobre in cui l’utilizzo verrà esteso persino sul posto di lavoro e molto per continuare a lavorare dovranno o rassegnarsi e vaccinarsi oppure dovranno spendere fin troppi soldi per un tampone ogni due giorni. Vediamo cosa hanno da dire queste persone.

Referendum contro il Green Pass: la raccolta firme

Si chiama referendum no Green Pass ed è stato ideato da «comuni cittadini e studenti universitari». «Il referendum abrogativo delle disposizioni legislative in materia di Green Pass, infatti, è il primo referendum ideato, organizzato e promosso da studenti universitari e da comuni cittadini, sulla base di risorse intellettuali, culturali, professionali e finanziarie offerte dai promotori stessi e dalla società civile», leggiamo sul sito ufficiale. Queste persone sono supportate da un Comitato organizzativo e da un Comitato di Garanti.

Comitato organizzativoComitato dei Garanti
avv. Olga Milanese (avvocato del Foro di Salerno)prof. Paolo Sceusa (presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione e fondatore della Scuola superiore di diritto e protezione dei minori)
prof. Luca Marini (docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica)prof. Ugo Mattei (docente di diritto civile all’Università di Torino)
prof. Francesco Benozzo (docente di filologia romanza all’Università di Bologna e responsabile scientifico di centri di ricerca internazionali di antropologia, linguistica e consapevolezza civica)dott. Carlo Freccero (giornalista, già consigliere di amministrazione della RAI)
prof. Alberto Contri (Past president della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di comunicazione sociale)
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Sul sito spiegano ovviamente anche le ragioni che li hanno portati a proporre un referendum. Principalmente perché ritengono che sia discriminante e che «collide con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, considerati intangibili dalla Costituzione repubblicana». Spiegano che «Il Green Pass, infatti, esclude dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo» e poi citano l’art.3 della Costituzione, ovvero quello che recita

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Non solo a livello nazionale, però, anche «sul piano internazionale, il Green Pass si pone in contrasto con alcune dichiarazioni di principio sancite da strumenti giuridici di natura programmatica, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, secondo cui “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”».

Insomma, questo movimento ritiene che ci siano delle violazioni gravi dello stato di diritto, per cui urge riuscire a modificare il Green Pass e tutti i decreti che verranno firmati a riguardo. Per questo motivo viene l’idea di proporre «il referendum popolare abrogativo delle disposizioni legislative in materia di Green Pass, allo scopo di porre fine a un subdolo strumento di discriminazione che mira a creare fazioni e schieramenti, a instillare l’odio sociale, a distruggere le fondamenta stessa della Costituzione repubblicana».

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Come il referendum sull’eutanasia, anche questo per abolire il Green Pass si può firmare sia fisicamente che digitalmente, per poter essere proposto tuttavia serviranno almeno 500 mila firme. A stabilire ciò è l’art. 75 della Costituzione, che permette di proporre «l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge». Se dovesse riuscire a passata, si va al voto ma ovviamente non prima della primavera del 2022, per cui ci sarebbe sempre da aspettare un po’. Seguiremo la situazione e vedremo come si evolverà.

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