Neonata lasciata in auto sotto il sole: salvata dall’intervento di una donna

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Abbiamo appena smesso di parlare dell’indifferenza in due diverse storie: quella della piccola Diana, abbandonata dalla madre e di cui nessuno sembrava preoccuparsi, e di Alika Ogorchukwu, uomo ucciso di botte mentre qualcuno registrava. E oggi parliamo di una neonata, salvata da una donna, da una commessa che si è accorta di lei che si dimenava in auto, con i finestrini chiusi, mentre i genitori fuori litigavano. La non indifferenza di una persona che è voluta intervenire, ha salvato la vita di una bambina, che poi è risultata anche positiva alla cocaina.

Storie di indifferenza, storie di inumanità, storie di persone a cui piace piangere dopo che c’è un corpo su cui disperarsi, ma che prima non hanno cercato di fare nulla per evitare che qualcuno perdesse la vita. Tutti sapevano che la madre di Diana mentiva, tutti vedevano che non giocava con la figlia, che non camminava, che non rideva; tutti vedevano che Alika Ogorchukwu stava per morire, non reagiva più, era a terra con la testa schiacciata, eppure qualcuno ha continuato a riprendere, e nessuno è intervenuto.

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Alessia Pifferi ha fatto finta che Diana non esistesse. Non l’ha uccisa con le sue mani, non l’ha accoltellata, soffocata, avvelenata (in realtà, questo è ancora da dimostrare e lo si saprà solo con l’autopsia della prossima settimana), l’ha lasciata a casa da sola per sei giorni, pretendendo che non esistesse. Ha creato un teatrino a cui tutti hanno creduto, perché è meglio credere a delle bugie invece che pensare a una bambina di poco più di un anno sola in casa, per quasi una settimana. È anche difficile da credere, ma è l’amara realtà.

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Filippo Ferlazzo soffre di disturbo bipolare, e sarebbe invalido al 100%. Eppure è stato lasciato da solo a vivere con la compagna e ha ucciso un uomo per una sola frase che ha detto, una frase innocua e innocente. Sull’invalidità, l’avvocato Mantella dice: «se questo risvolto si inserisce nelle cause dell’omicidio, serve riflettere: perché questi non era vigilato nonostante avesse un amministratore di sostegno?», ed è quello che ci chiediamo tutti. Tuttavia, perché nessuno è intervenuto? Perché tutti sono stati fermi a guardare?

Neonata salvata da una commessa: era positiva alla cocaina

Tuttavia, in mezzo a queste storie di disinteresse e di indifferenza, leggiamo della storia di una neonata di Latina di solo due mesi che è stata lasciata da sola in auto per mezz’ora, sotto il sole cocente, con una temperatura che raggiunge quasi i 40°C, e con i finestrini chiusi. È difficile per una persona adulta, immaginate per una neonata. Lei piangeva disperata, si dimenava, faceva di tutto per cercare l’attenzione dei suoi genitori, che erano fuori dall’auto a litigare anche in maniera violenta.

Ma ha ottenuto l’attenzione di qualcun altro, di una donna che ha deciso di non girare lo sguardo dall’altra parte. Una giovane commessa ha sentito la neonata piangere e le ha permesso di continuare a vivere. Le ha salvato la vita. L’ha cullata, l’ha consolata, l’ha portata via da quell’inferno, e intanto sono arrivati i carabinieri e il 118, che ha trasportato la piccola d’urgenza in codice rosso all’ospedale Santa Maria Goretti, dove è ricoverata ma non in pericolo di vita. Dalle analisi, riportano Il Messaggero e La Repubblica, è emerso che la bambina aveva tracce di cocaina nel sangue.

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L’episodio è stato raccontato dal TGR del Lazio: i due genitori, lei 38enne originaria dei Castelli Romani e lui 40enne con precedenti, erano vicino a un bar e stavano litigando in maniera molto animata, con urla e spintoni, come raccontano i passanti. In particolare, però, è stata una commessa a notare qualcosa di più importante: nell’auto c’era una neonata che stava male, piangeva e si dimenava. La giovane ha preso la bimba e l’ha portata in un bar cercando di calmarla e accudendola, poi ha allertato i carabinieri e il 118.

La madre è fuggita prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, ma poi è stata rintracciata poco dopo. Il padre invece è rimasto e ha accompagnato la neonata in ospedale. Il Tribunale per i Minorenni di Roma ha già emesso un decreto di sospensione della responsabilità genitoriale, dopo che è stata accertata la positività della bimba alla cocaina. Ora per la piccola sarà designato un tutore in attesa di essere affidata ad un’altra famiglia. Sia la madre che il padre dovranno rispondere di abbandono di minore.

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