La Nazionale italiana non si inginocchia: cosa c’è dietro questa scelta?

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Ieri vi abbiamo parlato di come la statua di George Floyd (che è divenuto il simbolo della lotta contro il razzismo) di New York City sia stata vandalizzata da quattro suprematisti bianchi americani, proprio negli stessi giorni in cui si parla tanto della scelta della Nazionale italiana di non inginocchiarsi per il Black Lives Matter, per il movimento attivista internazionale che vuole evidenziare ed eliminare la discriminazione razziale esistente in America e in tutto il mondo e che spesso viene proprio da parte di chi dovrebbe proteggerci.

Il Black Lives Matter non è un movimento politico, è un movimento umanitario che vuole semplicemente mettere sotto i riflettori le vite delle persone nere. «Ma perché solo quelle delle persone nere?», perché, semplicemente, sono quelle che vengono spesso sparate a vista da un poliziotto senza neanche pensarci due volte, come è successo a Trayvon Martin, 17enne la cui unica colpa era quella di essere nero e di passeggiare con un cappuccio e le mani in tasca, questo lo rendeva «sospetto».

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Fonte: Twitter

È per questo che esiste il movimento di Black Lives Matter, per cercare di far vivere le persone nere, la cui vita vale tanto quanto quella di una persona bianca, né più né meno, al sicuro, senza la costante paura di dire o fare qualcosa di sbagliato davanti alla persona sbagliata che poi potrebbe ucciderle. In molte serie tv o film hanno cercato di rappresentare la vita di una persona nera in America, e un esempio è Shameless, in cui Liam chiede aiuto proprio per cercare di sopravvivere in mezzo al razzismo americano.

#iononmiinginocchio è stato in tendenza per ore intere su Twitter, oserei dire anche per più di un giorno, e comunque poi gli utenti si sono spostati anche su altri hashtag per continuare a sostenere la loro idea. I nazionalisti, i bandierini, insomma le persone di destra hanno espresso il loro sostegno alla nazionale italiana che ha deciso di non inginocchiarsi per un movimento che include una moltitudine di persone tra cui anche bambini e ragazzini che vengono uccisi per il colore della loro pelle.

Lo hanno fatto sostenendo la “libertà” e con la solita faccia tosta che li caratterizza, quella di chi si sente superiore a chiunque e che fa di tutta l’erba un fascio, perché se un nero ha fatto una rapina, allora tutti i neri sono ladri, ma se un uomo bianco etero e cisgender stupra una ragazza, “not all men” e sicuramente la ragazza lo ha provocato con delle mutande rosse. Per fortuna il mondo non funziona così, altrimenti tutti i bianchi sarebbero delle persone crudeli (e anticattoliche, visto che la Bibbia non insegna questo!).

Perché la Nazionale italiana non si inginocchia a favore del Black Lives Matter?

Su Twitter ne ho lette davvero tante sul Black Lives Matter. C’è chi dice la Nazionale italiana non si inginocchia perché «la UEFA non tollera manifestazioni politiche durante i suoi incontri (es. esposizione di bandiere della Catalunya)», considerando quindi il movimento umanitario come un movimento politico. Come se la politica non dovesse a prescindere proteggere la vita delle persone nere come di quelle bianche come di quelle asiatiche, eppure per due di queste c’è bisogno di un movimento che glielo ricordi, per uno no.

Tuttavia, prima di entrare nel dettaglio, voglio tornare un po’ indietro nel tempo, all’anno scorso, magari, quando George Floyd è stato ucciso, quando le rivoluzioni in America erano cominciate a esplodere, quando tutti erano arrabbiati per l’ingiustizia che era appena successa. Ricordate cosa facevano la gran parte dei vip? Sì, esatto: pubblicavano una foto nera senza dire nulla, giusto per dire «anche oggi qualcosa l’ho fatto» ma in realtà non avevano fatto proprio nulla perché bisognava informare, non stare in silenzio.

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Bene, tra le persone che hanno condiviso qualcosa per il Black Out Tuesday, ci sono anche i calciatori della nostra Nazionale italiana: sì, proprio quei calciatori che hanno deciso che no, non si inginocchieranno per il Black Lives Matter. C’era Chiellini, c’era Insigne, c’era Bernardeschi, c’erano tutti i giocatori che nel match Austria-Italia non si inginocchieranno. Ma perché? Cosa c’è dietro questa decisione? C’è una presa di posizione: non inginocchiarsi non significa non schierarsi, ma significa schierarsi contro chi non pensa che la discriminazione razziale sia sbagliata.

Come non ricordare la storia di Bruno Neri, il calciatore che si rifiutò di fare il saluto romano ribellandosi non contro un movimento umanitario, ma contro il fascismo (e ricordiamolo: il fascismo uccideva chiunque non fosse un sostenitore, per cui ha messo a rischio la sua stessa vita). Oggi, invece, la Nazionale italiana sceglie di non sostenere le vite umane, e lo fa persino con il sostegno di tantissime persone sui social network che ritengono che «inginocchiarsi non sconfigge il razzismo», tuttavia avrebbe mandato un messaggio, un bel messaggio.

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Fonte: Twitter

Immaginiamo di star guardando la partita con tutta la famiglia, inclusi i bambini che vengono sempre messi in gioco quando si tratta di argomenti come LGBT o razzismo. Un bambino vede che ci sono questi giocatori, che magari lui ammira, che si inginocchiano. «Mamma, perché si stanno inginocchiando?», chiede. E a questo punto tu genitore puoi spiegargli che la nostra Nazionale italiana ha preso la scelta di sostenere un’associazione umanitaria anti-razzista, perché tutte le persone sono uguali, e lui continuerà a crescere con quest’idea: non sono superiore a nessuno, siamo tutti uguali.

C’è, comunque, chi pensa, come Federico Rampini che questa decisione sia stata presa per come Black Lives Matter ha vandalizzato e distrutto alcuni luoghi durante le sue manifestazioni, tanto che, ha spiegato, in molti afroamericani hanno votato Donald Trump alle scorse elezioni proprio per questo motivo. Beh, forse, ma è corretto eliminare un movimento che vuole semplicemente dare importanza alle vite delle persone nere solo perché esiste qualche vandalo? In fin dei conti anche in Italia, quando si manifestava per le riaperture, abbiamo avuto dei vandali che hanno distrutto delle grandi vetrine, eppure sapevamo che non tutti erano così.

Concludiamo dicendo che, no, la Nazionale italiana non era obbligata a inginocchiarsi, soprattutto considerando che molti dei tifosi abituali (del calcio) non si sarebbero inginocchiati ma avrebbero fatto un bel saluto romano senza troppi problemi. Tuttavia, se avesse preso la decisione di inginocchiarsi, avrebbe lanciato un bel messaggio di uguaglianza, ai bambini e anche agli adulti, che forse sono quelli che ne hanno più bisogno.

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