Scoperti 5000 esopianeti dalla NASA: record di “nuovi mondi” esterni al Sistema Solare

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La scoperta annunciata dalla NASA ammonta ad un totale di 5000 esopianeti: soltanto l’ultimo lotto conta 65 esopianeti, confermato in data 21 marzo! Le ricerche hanno avuto inizio circa 30 anni fa, e sono confluite nell’archivio dell’agenzia aerospaziale statunitense, dove sono state annotate informazioni revisionate con i metodi più efficaci che la scienza dei nostri giorni può offrire.

Che cosa sono gli esopianeti del Sistema Solare?

Gli esopianeti sono pianeti che vengono anche definiti attraverso il termine “extrasolari” in quanto si trovano proprio all’esterno del Sistema Solare. Non appartenendo a quest’ultimo, quindi, orbitano attorno ad una stella diversa dal Sole.

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Fonte: Libero Tecnologia

Gli esopianeti scoperti dalla NASA presentano caratteristiche differenti tra di loro, tra i quali si distinguono “piccoli mondi rocciosi come la Terra, giganti gassosi” (che superano Giove di dimensione), “giovi caldi” (orbitanti vicini vicini alle loro stelle), e ancora “super-Terre” (mondi rocciosi che potrebbero far sfigurare la grandezza del nostro stesso pianeta), e “mini-Nettuno” (più piccoli del Nettuno a noi ormai familiare).

Importante anche aggiungere all’elenco quei pianeti che si ritrovano ad orbitare attorno a stelle ormai morte, delle quali rimangono solo i detriti collassati, oppure persino a due stelle contemporaneamente!

La NASA scopre 5000 esopianeti: record di “nuovi mondi” esterni al Sistema Solare

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Fonte: FotoNerd

La scoperta – studiata e confermata – dell’ultimo lotto di esopianeti che porta ad acclamare il totale di 5000 pianeti esterni al Sistema Solare è stata registrata in articoli scientifici, accreditabili grazie all’impiego di metodi di rilevamento multipli (si veda il metodo più recente e promettente del transito che ha portato alla scoperta del pianeta Keplero 406 b, il 2000° esopianeta confermato) e tecniche analitiche.

Jessie Christiansen, in qualità di responsabile scientifico presso l’Exoplanet Science Institute della NASA alla Caltech di Pasadena, ha affermato che “non è solo il numero ad essere entusiasmante. Ciascuno di loro è un nuovo mondo, un pianeta davvero nuovo di zecca. Sono entusiasta di ognuno di loro perché ne sappiamo ancora molto poco“, mentre Alexander Wolszczan, astronomo scopritore dei primi due pianeti extrasolari, nonché autore principale del documento ha riferito che “se riesci a trovare pianeti addirittura attorno ad una stella di neutroni, i pianeti devono essere praticamente ovunque“.

Secondo me è inevitabile che troveremo un qualche tipo di vita da qualche parte, anche se molto probabilmente sarà di un tipo primitivo. La stretta connessione tra la chimica della vita sulla Terra e quella che si trova in tutto l’universo, così come il rilevamento di molecole organiche diffuse, suggerisce infatti che il rilevamento della vita stessa è solo una questione di tempo“, ha continuato lo stesso Wolszczan.

Infatti, la tecnologia aerospaziale è in constante fase di sviluppo: il Nancy Grace Roman Space Telescope è un telescopio spaziale, il cui progetto appartiene sempre agli Stati Uniti, che dovrà debuttare nel 2027, permettendo ipoteticamente la scoperta di altre grandiosi novità!

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Fonte: NASA

Gli uomini hanno desiderato sin dagli albori di esplorare il mondo ed espandere le proprie conoscenze, in quanto è la natura umana a renderci curiosi e proiettati verso la scoperta: ormai non si tratta più, però, del solo globo terrestre.

L’analisi di WASP-189 b ha confermato l’esistenza del primo esopianeta in possesso di un’atmosfera estremamente simile a quella della Terra, ma purtroppo questa sembra essere l’unica caratteristica ad accumunare i due pianeti: WASP 189 b parrebbe molto più simile a Giove, contraddistinto infatti da temperature di migliaia di gradi. Tale esopianeta è in grado di orbitare intorno alla sua stella in soli 2,7 giorni, in quanto si troverebbe 20 volti più vicino ad esse rispetto alla distanza che lega la Terra al Sole.

Insomma, nonostante oggi sembri diventata una moda discutere di vacanze spaziali, l’uomo ha ancora parecchia strada da dover provare a percorrere nella vastità senza apparenti confini dell’universo.

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