OnlyFans: anche i musei di Vienna aprono un profilo

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I social censurano l’arte. Se ci sono dei capezzoli, per Instagram non va bene, anche se è un dipinto, anche se è arte. Per questo motivo i musei di Vienna hanno deciso di aprire un profilo social su OnlyFans, la piattaforma in cui i nudi sono consentiti. Insomma, c’è chi usa la piattaforma per guadagnare soldi, per fare la sex worker, e chi per evitare la censura di Mark Zuckerberg che preferisce censura i capezzoli (femminili) piuttosto che eliminare i tanti bot da ogni suo social.

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Facciamo prima un passo indietro. Cos’è OnlyFans? In genere pensiamo a questo social network simile a Instagram come un posto dove le ragazze si mettono in vendita. Beh, è parzialmente vero. Sì, OnlyFans è un social network simile a Instagram, ma no, le ragazze non si mettono in vendita né si postano solo i nudes. Dietro questo sito ci sono tante critiche, poiché da una parte si pensa che si oggettivizza la donna, dall’altra però è la donna che guadagna tramite il suo corpo, e non solo! La testimonianza è proprio l’iniziativa dei musei di Vienna.

Tra l’altro, non pensate che il sito sia dedicato solo alle ragazze che vogliono vendere i propri nudes, perché, in primis, non sono solo nudes. Non immaginate le foto presenti come l’inquadratura in primo piano delle parti basse. Sono foto erotiche, ben studiate. Poi, in realtà, il social è utilizzato anche per la vendita della propria arte, ad esempio dei fumetti, dei disegni, anche delle storie, magari. Una sorta di «grazie per postare questi contenuti, tieni i miei soldi». Per cui, se qualcuno vi dice «ho un profilo su Only Fans», non pensate subito che si spogli per soldi.

Se vi interessa sapere di più cosa c’è dietro OnlyFans e dietro il lavoro delle sex worker in generale, vi invito a leggere la nostra intervista a Leirnin, una sex worker per passione che ha smontato alcuni luoghi comuni su questo lavoro e sulla piattaforma che tra l’altro si prepara anche ad aprire OFTV, ovvero una nuova piattaforma che «offre ai fan un modo super conveniente per guardare i contenuti dei creatori preferiti» e che non include «contenuti per adulti», «non viene monetizzato» e quindi «non c’è alcun impatto diretto sui guadagni dei creatori» permettendo all’app «di essere negli app store».

OnlyFans: i musei di Vienna creano un profilo sul social

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«La battaglia contro la censura non è finita. Con l’ascesa dei social media è tornato in prima pagina il problema delle restrizioni nel campo dell’arte», così la portavoce di Vienna Tourist Board, Helena Hartlauer. «Le istituzioni artistiche della capitale sono vittime di questa nuova ondata di pudore» e, per questo motivo, quattro musei di Vienna hanno deciso di aprire un proprio profilo su OnlyFans in modo da poter condividere le opere d’arti con del nudo che sui social mainstream non possono essere pubblicate.

A luglio, l’account TikTok del Museo Albertina è stato sospeso e bannato per aver mostrato delle foto del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, dove si vedeva il seno femminile oscurato, portando l’account a dover creare un nuovo profilo. Già nel 2019 Instagram aveva censura un dipinto di Peter Paul Rubens, dicendo che violava gli standard comunitari della piattaforma che vietano la pubblicazione di qualsiasi nudità, anche quelle che sono “artistiche o creative in natura“.

Proprio per queste e per altre esperienze, Helena Hartlauer ha riferito che per la città come per tutta la cultura è divenuto «quasi impossibile» promuovere opere d’arte con nudo sui social network. Un esempio è il ritrattista italiano Amedeo Modigliani, le cui opere sono troppo esplicite per essere pubblicate. «Certo si può lavorare anche senza, ma queste opere sono cruciali e importanti per Vienna», ha detto. «Quando si pensa all’autoritratto di Schiele del 1910, è una delle opere più iconiche. Se non possono essere utilizzati su uno strumento di comunicazione forte come i social media, è ingiusto e frustrante. Ecco perché abbiamo pensato di aprire un profilo su OnlyFans: finalmente, un modo per mostrare queste cose».

Ha concluso dicendo che «questa nostra iniziativa di marketing non è la soluzione definitiva per questo rapporto problematico tra il mondo dell’arte e i social media, ma … vogliamo difendere i nostri valori e le nostre convinzioni. Vienna è sempre stata famosa per la sua mentalità aperta». Se volete abbonarvi al profilo e dare un’occhiata alle splendide opere d’arte dei musei di Vienna, qui trovate il link.

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