Multata la nazionale femminile norvegese di pallamano perché non indossa la divisa-bikini

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Proprio mentre il mondo esulta per l’avvento delle Olimpiadi di Tokyo 2020, in occasione dei campionati Europei a Varna, in Bulgaria, la nazionale femminile norvegese di pallamano su sabbia viene multata dalla Federazione europea, in quanto non si sarebbe attenuta ai regolamenti predisposti in relazione all’abbigliamento richiesto da tali competizioni.

Come? Le giocatrici norvegesi avrebbero deciso di presenziare alla partita Norvegia-Spagna con una divisa differente dalle colleghe spagnole: quest’ultime caratterizzate dal classico bikini minimal (di cui la Federazione europea si è sempre premurata di specificare i centimetri di tessuto da poter utilizzare), le altre da un due pezzi, composto da un top e da un paio di pantaloncini.

La scelta dell’utilizzo di pantaloncini in grado di coprire più pelle di uno slip avrebbe sconvolto la Federazione europea al punto da arrivare a sanzionare ogni giocatrice per un totale di 1500€.

Oltre al danno anche la beffa: multa e sconfitta per la nazionale femminile norvegese

Norvegia-Spagna si è conclusa con la vittoria della squadra di pallamano spagnola, ma evidentemente la sconfitta non è considerabile una sanzione abbastanza onerosa: nella stessa giornata in cui è stata disputata la partita incriminata la nazionale norvegese viene informata della multa che sarà costretta a pagare per aver rifiutato di indossare un bikini, dopo aver giudicato l’opzione top e pantaloncini come un “abbigliamento non consono.

Ma la risposta delle ragazze della nazionale norvegese è stata: “Continueremo a lottare per giocare coi vestiti che preferiamo!”.

Infatti, molti sono i dubbi legati alla concreta praticità della divisa-bikini in uno sport che prevede invece un forte contatto fisico come quello della pallamano su sabbia. A riguardo si è espressa Kare Geir Lio, capo della Federazione norvegese di pallamano: “Molte donne della squadra hanno detto che le uniformi non sono ideali per uno sport che richiede torsioni, giri e altri movimenti atletici nella sabbia“.

Se alle squadre maschili non viene riconosciuto nessun divieto nell’indossare lunghe canotte e pantaloncini fin sopra al ginocchio, perché non viene riservato il medesimo trattamento alle squadre femminili, costrette ad indossare un abbigliamento ritenuto scomodo in un’attività che necessita di concentrazione sul gioco e non sul proprio vestiario?

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Fonte: il Fatto Quotidiano

Diverse Federazioni nazionali di pallamano si erano adoperate per modificare i provvedimenti relativi al tipo di abbigliamento ritenuto consono dalla Federazione europea durante il congresso tenutosi in aprile 2021, ma è stato dichiarato che non è stato possibile accogliere le suddette mozioni a causa di una serie di ritardi. Ci auguriamo che questi provvedimenti vengano invece revisionati al prossimo congresso in agosto 2021.

Insieme continueremo a lottare per cambiare le regole dell’abbigliamento, in modo che i giocatori possano giocare con i vestiti che preferiscono!“, è il messaggio rilasciato dalla squadra femminile norvegese, più che intenzionata a vincere quest’altra partita.

Il caso di Olivia Breen: “slip troppo corti e inappropriati”

Diverso (ma non troppo) è l’episodio dell’atleta paraolimpica Olivia Breen, che rappresenterà il Team GB alle Paralimpiadi di Tokyo, la quale è stata rimproverata da una funzionaria durante i Campionati inglesi, tenutesi a Bedford in data 18 luglio. Perché? Semplice, perché secondo la donna “indossi slip-sprint troppo corti e inappropriati“.

La Breen si è dimostrata sconvolta da queste parole e ha denunciato l’accaduto tramite i social network, sostenendo anche che con molta probabilità non si sarebbe verificato un evento analogo se l’atleta in questione fosse stato un maschio.

Sono sempre grata per gli incredibili volontari che arbitrano gli eventi di atletica. Fanno un lavoro straordinario e ci permettono di competere. Tuttavia, stasera sono delusa perché proprio mentre finivo la mia gara di salto in lungo, una di loro ha ritenuto necessario informarmi che i miei slip sprint erano troppo corti e inappropriati. Sono rimasta senza parole. Io indosso gli stessi slip in stile sprint da molti anni e sono progettati specificamente per gareggiare“, continua così l’atleta, doppia campionessa del mondo, esprimendosi riguardo a questo spiacevole episodio.

Olivia Breen si dimostra determinata a voler indossare l’abbigliamento che preferisce alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e ha tutto il nostro appoggio!

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Fonte: il Fatto Quotidiano

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