Mignonnes: il film “scandalo” dalle numerose polemiche

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Maïmouna Doucouré

Disponibile sotto il nome di “Mignonnes” e conosciuto con il titolo internazionale di “Cuties“, il lungometraggio della neoregista franco-senegalese Maïmouna Doucouré sembrerebbe portare il suo pubblico su due strade differenti.

Nonostante sia nato come forma di denuncia all‘ipersessualizzazione infantile, il film è stato oggetto di diverse polemiche che hanno messo al centro anche personaggi famosi come Tom Ellis, protagonista di Lucifer, e sua moglie, e che hanno portato a considerare la pellicola un “incitamento alla pedofilia“. Ma sarà veramente così? Scopriamolo insieme.

La trama di Mignonnes

Mignonnes vede come protagonista Amy, una ragazzina di undici anni, originaria del Senegal e trasferita da poco a Parigi, dove vive con sua madre e con i due fratellini più piccoli.

Oppressa dal rigoroso ambiente religioso in cui vive e soffocata dalle sofferenze di sua madre, dovute alla poligamia del marito, Amy trova conforto in un gruppo di ragazzine disinibite, sue coetanee, amanti del ballo. Per poter essere accettata dalle sue nuove “amiche”, la giovane undicenne non esita ad assumere comportamenti provocatori e spregiudicati per una bambina della sua età, andando incontro a quello che crede essere il volere della società in cui vive, con l’ausilio di internet.

Quali sono le controversie nate?

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Fonte: Yahoo

Per chi ha avuto modo di vedere Mignonnes (se non lo avete fatto ve lo consiglio vivamente, in modo tale da potervi costruire un pensiero a riguardo e non basarvi solamente su quanto si trova in rete) sa bene quali sono le scene che più hanno potuto suscitare stupore e dissenso.

Bambine in abiti succinti intente a emulare i movimenti di donne più adulte, che hanno modo di osservare su smartphone rubati. Undicenni che twerkano, mettendo in mostra i loro corpi ancora giovani e tutto ciò principalmente per farsi notare da chi sta intorno a loro, per trasgredire ed evadere dalle pressanti aspettative culturali alle quali sono sottoposte.

Una realtà non molto diversa da quella che viviamo tutti i giorni, ma che comunque ha fatto scalpitare gli animi più moralisti, che hanno chiesto la rimozione del film di Netflix e addirittura la disdetta dalla piattaforma.

Petizioni e campagne contro Netflix e Cuties

I creatori delle numerose petizioni nate su Charge.com e delle campagne come #CancelNetflix o #CancelNetflixCuties probabilmente non hanno mai avuto modo di frequentare i tanti social presenti nel ventunesimo secolo, come Instagram o TikTok, nei quali è possibile vedere ragazze di ogni età assumere gli stessi identici atteggiamenti denunciati nel film stesso.

Tutto ciò che Mignonnes ha fatto è stato sbatterci in faccia la cruda verità. Come un campanello dall’allarme questa geniale pellicola della Doucouré ha voluto mostrarci senza alcun filtro quanto avviene in ogni angolo del mondo: basta una semplice connessione ad internet per far sì che ogni bambino abbia accesso ad immagini di questo genere.

È comunque importante sapere che le giovani attrici che hanno scelto di far parte di questo progetto sono state seguite da psicologi infantili ed esperti, come ha ammesso la stessa Doucouré, la quale ha trascorso diciotto mesi alla ricerca di studi su come i bambini giovani e pre-adolescenti vengono esposti a contenuti per adulti e immagini sessualizzate sui social media al fine di mostrare la realtà accurata del film.

Mignonnes specchio della realtà?

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La protagonista Amy e la sua amica Angelica

Mentre noi con i nostri occhi (e con le nostre dita) critichiamo un lungometraggio nel quale una bambina mette in rete una foto intima o prova a sedurre il proprio cugino per ricevere in cambio favori, non ci rendiamo conto che alle nostre spalle sta avvenendo la medesima cosa.

Preferiamo accanirci su un film, su una piattaforma come Netflix, che altro non fanno che allargare le nostre vedute su quanto ci circonda, invece che prendere seri provvedimenti ed impedire che tutto ciò avvenga realmente.

Le giovani d’oggi sono indotte a pensare che per considerarsi adulte sia necessario divenire oggetti sessuali e tutto questo lo dobbiamo ai media, alla società che predilige un corpo seminudo ad uno vestito, ad una società che ancora privilegia lo sguardo maschile e che lo utilizza come metro di misura, e questo la Doucouré ce lo spiega bene. Perché una donna al giorno d’oggi più viene sessualizzata, più ha successo, ed è semplice imitare ciò che si vede, specialmente quando si è in un’età in cui la priorità è sentirsi apprezzato e ben voluto.

Le immagini crude presenti in Mignonnes non devono suscitare approvazione, poiché non vi è nulla da accettare in undicenni dagli sguardi maliziosi, ma devono provocare shock e straniamento, in modo tale da poter riflettere sul reale problema presente al di fuori della pellicola. È proprio quel disagio provato ad ogni scena spinta che deve aiutarci a comprendere cosa sta accadendo tra di noi, ogni giorno e ovunque.

Allora qual è stata la vera colpa di Netflix?

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La prima copertina di Netflix

Come abbiamo già visto in un precedente articolo, l’unica condanna da fare alla piattaforma è quella di aver precedentemente utilizzato come prima locandina del film un’immagine del tutto inappropriata, che ha fatto fraintendere ogni buon proposito della regista.

Ricevute le nostre scuse e una copertina più consona, possiamo andare avanti ed apprezzare il film per quello che è: una denuncia nei confronti del mondo in cui viviamo, un mondo in cui, pur di imitare i loro idoli, bambine dai corpi acerbi si mettono in mostra, finendo con l’essere sessualizzate dagli sguardi altrui.

E voi cosa ne pensate di tutta la polemica che tutt’ora gira intorno al film?

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