Michele Merlo: l’email e la diagnosi sbagliata, il 28enne si sarebbe potuto salvare

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Michele Merlo è morto il 6 giugno a causa di una leucemia fulminante. Tuttavia, in base ad alcuni dati emersi, il ragazzo oggi sarebbe potuto essere vivo se i medici non fossero stati negligenti. Nonostante ciò, i PM hanno scagionato il pronto soccorso che lo ha mandato a casa nonostante i sintomi, ma adesso è anche stata pubblicata una mail in cui il cantante ha chiesto aiuto al suo medico di famiglia, allegando la foto del grande ematoma che gli era comparso sulla gamba sinistra. La risposta è allucinante.

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Michele Merlo e suo padre

Michele Merlo ha partecipato alle 16esima edizione di Amici ed è stato eliminato in semifinale, conosciuto non solo per il suo talento ma anche per essere «contestatore». Si trovava a casa di alcuni amici quando si è sentito male. Era in stato confusionale, aveva avuto delle convulsioni e quando è stato portato al 118 era già in coma. La famiglia poco dopo ha fatto sapere che l’intervento a cui era stato sottoposto era stato necessario a causa di una emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante improvvisa.

Le ore successiva a questa notizia sono stata una totale apnea. Simone Frazzetta ha tenuto aggiornati i fans tramite i social, ma le notizie che riportava non erano mai buone. «È peggiorato… Bisogna solo sperare, ci vuole un miracolo», ha scritto in un DM con una fan, che intanto, insieme al fandom, ricorda tutti i bei messaggi che ha ricevuto dall’idolo. In una storia poi eliminata, Frazzetta scrisse: «Ragazzi siete veramente in tanti, appena avremo notizie vi aggiorno… ma purtroppo non va bene! Cerchiamo di essere vicino a lui e alla sua famiglia».

Il padre di Michele Merlo parlò anche con una giornalista del TG di Bassano, affermando che «Michele è stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico, ora è tenuto in coma farmacologico ma le speranze di una sua ripresa sono davvero ridotte a un lumicino». La mamma del cantante, invece, chiese delle preghiere per suo figlio. In quei giorni il cantante fu anche vittima dei no vax per un video ironico che aveva fatto. Qualche giorno dopo Michele Merlo è morto, ma oggi sappiamo con certezza che se i suoi sintomi non fossero stati sottovalutati, lui oggi sarebbe potuto essere vivo.

Michele Merlo: le diagnosi sbagliate

Michele Merlo aveva scritto allo studio associato del suo medico famiglia, allegando la foto dell’ematona che gli era comparso sulla gamba sinistra. Era grande e molto viola, nessun medico dovrebbe sottovalutarlo. Tuttavia, chi gli ha risposto, lo ha fatto con molta superficialità, che è costata la vita del cantante: «L’utilizzo della mail è unicamente per la richiesta di terapia cronica. Per qualsiasi altro motivo, chiamare in segreteria. Inoltre chiediamo di non inviare foto», firmata da un anonimo “Assistente di Studio“, che non ha evidentemente intuito come quello fosse solo uno dei sintomi della leucemia fulminante che l’avrebbe ucciso dopo 11 giorni.

La mail infatti risale al 26 maggio, e Michele Merlo sarebbe morto il 6 giugno successivo. Adesso c’è ufficialmente un’inchiesta per omicidio colposo aperta dalla procura di Bologna e trasferita per competenza ai magistrati di Vicenza, poiché, secondo la perizia del professor Antonio Cuneo e del dottor Matteo Tudini, Mike Bird sarebbe dovuto essere sottoposto all’esame del sangue da cui sarebbe emerso un quadro di emopatia acuta che avrebbe portato al suo ricovero, salvandogli la vita.

«In tale contesto, con elevata probabilità, Merlo entro 24 ore avrebbe iniziato la terapia adeguata», scrivono, aggiungente che «avrebbe avuto una probabilità di sopravvivenza compresa tra il 79 e l’87 per cento», poiché sarebbe stato sottoposto a una terapia adeguata al più presto. Ma i medici hanno deciso di sottovalutare tutto, e quindi Michele è andato poi al pronto soccorso a cui gli viene assegnato un codice bianco, e quindi dopo aver attesto tre ora, «scocciato va via», come ricorda il padre. Va quindi allo studio del medico di famiglia, Vitaliano Pantaleo.

Quest’ultimo, però, dà una diagnosi sbagliata a Michele Merlo poiché racconta che «per la diagnosi mi basai su quel che disse lui stesso: raccontò di aver preso alcune botte facendo un trasloco. Si stava curando con antinfiammatori e una pomata e gli raccomandai di tornare da me entro 3-5 giorni, ma non l’ho più rivisto. Mi sono fidato delle sue parole, francamente credo di aver fatto bene il mio lavoro ma non passa giorno che non pensi a lui…». Ma la situazione è precipitata in pochissimo tempo.

Febbre, mal di gola, stanchezza cronica, sanguinamento dal naso, forti mal di testa, «piccole ma ben visibile emorragie mucose al cavo orale». Così il 2 giugno torna in ospedale a Vergato, dove però gli viene diagnosticata una semplice tonsillite. Quando il 3 giugno mentre si trova con la sua ragazza comincia a vomitare, lei chiama il 118, ma ormai è troppo tardi. Già dopo la febbre alta avuto il 1 giugno, per Michele qualsiasi terapia non sarebbe stata abbastanza.

Michele Merlo si sarebbe potuto salvare? Sarebbe potuto essere vivo oggi se i medici avessero preso con più serietà i suoi sintomi? Tramite l’avvocato Dal Ben, i genitori hanno fatto sapere che «la famiglia non cerca a ogni costo un colpevole, ma un accertamento vero su che cosa è accaduto e ha portato alla morte». Insomma, il minimo. Concludiamo informandovi che la redazione delle Iene sta prendendo in considerazione di occuparsi del caso.

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