Salvini pretende le scuse per il suo “amico” Morisi, ma lui non ha mai chiesto scusa a Ilaria Cucchi o alle persone straniere

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Matteo Salvini continua a difendere anche l’indifendibile. Luca Morisi, per lui, continua a essere innocente e non ha commesso alcun reato. Quindi le forze dell’ordine che l’hanno indagato perché dei ragazzi lo hanno accusato di aver dato loro della droga e che hanno trovato in casa sua altra di quella droga, si son sbagliati? Ma Matteo Salvini non era sempre dalla parte delle forze dell’ordine? Solo quando non ci sono di mezzo i suoi «amici», evidentemente. Così come pretende le scuse nei confronti di Luca Morisi ma lui non si è mai scusato con Ilaria Cucchi, o con Ilaria Boldrini, o con tutto il meridione.

Luca Morisi, il padre della “Bestia” di Matteo Salvini, colui che è riuscito a portarlo a divenire Ministro dell’Interno, è indagata per detenzione e cessione di stupefacenti. La notizia è venuta fuori proprio pochi giorni dopo il suo abbandono all’incarico a cui tanto era dedito. Aveva parlato di «questioni familiari»: «Ringrazio tutti per l’interesse e l’amicizia: sto bene, non c’è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per un po’ di tempo per questioni famigliari», aveva detto. Ma sembra che le questioni familiari fossero liquide (per saperne di più: Luca Morisi, il padre della “Bestia” di Salvini, indagato per cessione di droga).

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Per chi non lo conoscesse ancora, Luca Morisi è un 48enne leghista e anche fieri, è stato colui che è riuscito a portare Matteo Salvini dall’essere un semplice discriminatore qualsiasi (passando dai meridionali ai migranti) a essere ministro dell’Interno. In che modo? Creando la Bestia, lo strumento capace di cavalcare l’onda di ciò che il web vuole, di comprendere quali sono le paure e i desideri delle persone in quel momento scrivendoci un bel tweet sopra. Ma non è solo questo. Morisi è anche un insegnante all’Università degli Studi di Verona in “Siti web di Filosofia” e “Laboratorio di Informatica filosofica”.

Sebbene fosse già stato consigliere della Lega Nord dal 1993 al 1997, aveva abbandonato il partito proprio per studiare. Ma quando nel 2012 ha visto Salvini a Porta a Porta «mentre faceva una diretta con l’iPad dialogando con gli ascoltatori», è scattata la scintilla e ha deciso di contattarlo: «Ebbi una specie di innamoramento per lui dovuto alla constatazione della sua enorme capacità di gestire il talk showSalvini giustamente aveva l’ambizione di crescere. Altri social media gli dicevano di puntare su Twitter, io gli dissi che il popolo stava su Facebook», ha detto a Matteo Pucciarelli nel saggio “Anatomia di un populista”. E quindi ecco che nel 2013 diviene responsabile della comunicazione e social media strategist di Matteo Salvini.

La rabbia di Matteo Salvini per gli attacchi verso Luca Morisi

Inizia tutto, ovviamente, con un post su Facebook. Dopo essere stato in silenzio quando la notizia è uscita, Matteo Salvini ieri posta una foto con il suo amico Luca Morisi: «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre», scrive come didascalia. I commenti degli amici leghisti sono tutti d’affetto.

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Ma dov’era la solidarietà dei leghisti quando Stefano Cucchi è stato ucciso a suon di mazzate dalle forze dell’ordine? Per Matteo Salvini e per la Lega, era colpa della droga. La droga l’aveva picchiato. E, anche quando è stata resa nota la notizia in cui si faceva sapere che il ragazzo non era morto per droga, lui comunque non si è minimamente scusato. Ha solo ribadito che la droga fa male, come se non fosse una cosa che sanno persino i bambini delle elementari. Solo che, evidentemente, se ne fa uso un non leghista, è da attaccare. Invece se è un leghista, povero angelo, va aiutato.

E Matteo Salvini ancora non chiede scusa, a nessuno. Si è detto «disgustato dalla schifezza mediatica che condanna le persone senza che ci sia un giudice o un tribunale a farlo, prima che sia un giudice a provare qualsiasi cosa. Luca è una bella persona, è un amico che conosco da una vita. Se ha sbagliato utilizzando personalmente sostanze che io combatto e combatterò finché campo…», ha detto a Telelombardia, chiedendo anche «chi gli restituirà la dignità? chi gli chiederà scusa?», quando verrà fuori la sua innocenza. Come mai ne è così convinto?

Durante la trasmissione “Oggi è un altro giorno” su Rai 1 ha aggiungo che per lui «chi vende droga, vende morte. Su questo spero che nessuno abbia dubbi, chi consuma droga sbaglia e va aiutato e curato. Ma tirare in ballo il discorso politico, che non c’entra nulla con il partito, perché lui risponderà a se stesso e alla sua coscienza…. È un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto». Forse dovrebbe prendersela con chi ha dato la droga a dei ragazzi, non con chi riporta solo le notizie.

Ha detto anche che «in  Paese civile prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso. E faccio un esempio. Per mesi le prime pagine dei giornali hanno parlato dei fondi russi, Salvini ha preso i soldi dalla Russia, scandali, inchieste intercettazioni. E il risultato dopo anni di infamie: zero», ma sta per caso dicendo che prima di riportare una notizia bisognerebbe verificarne l’attendibilità? Ma lo sta affermando proprio lui che dalla BBC è stato premiato come uno dei tre più grandi promulgatori di fake news dell’era Covid-19?

Non si è fermato qui, però, ha persino detto che gli dispiace «non per me, ma quando prendono come capri espiatori e vittime sacrificali altre persone. Io non faccio politica così. Io non godo dei problemi degli avversari. Li voglio sconfiggere lealmente sui progetti. Io ho le spalle larghe e non sono un complottista ma il fatto che a reti unificate e a partiti unificati l’unico avversario siano Salvini e la Lega mi dice che siamo sulla strada giusta». Ah, davvero?

Ma se appena vi è uno scandalo, che riguardi una persona pubblica, un politico o persino una persona comune (per non dimenticare come ha torturato la ragazza che fece il dito medio in una foto con lui), è il primo a twittarci su tutto indignato e arrabbiato, chiedendo che si faccia chiarezza o giustizia. Solo se non riguarda il suo partito, però. Per non parlare del fatto che sul suo profilo Twitter scrive 30 post al giorno parlando dei migranti spacciatori ma quando una donna viene uccisa da un italiano non le dedica neanche un post!

La reazione dei colleghi

Intanto sui social sono in tanti a dire la propria opinione a riguardo. In primis, Giuseppe Conte, che non vuole entrare in merito perché «lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. Colpisce il fatto che Salvini con gli amici è molto indulgente, mentre con gli altri è sempre stato duro». ha detto a Mattino 5 su Canale 5.

Tuttavia si dice preoccupato per gli effetti che questo potrebbe avere al governo: «Ora vediamo cosa questo provocherà nella Lega, che in questi giorni appare già divisa. In Parlamento si vedono le loro divisioni, danno libertà di voto, di coscienza, ma rischia in questo momento di diventare libertà di incoscienza. In un momento in cui dobbiamo completare la campagna vaccinale, non si possono dare segnali equivoci».

Maria Elena Boschi, invece, è molto più dura: «Leggo che Salvini si lamenta oggi del “mostro sbattuto in prima pagina”. Mi domando stupita: ma se ne accorge solo adesso? Non si ricorda quando la Bestia di Luca Morisi massacrava le nostre vite ogni giorno? Nella vicenda della mia famiglia non girava droga, ma solo tanto odio, l’odio che ricevevamo dalla macchina della propaganda social di Lega e Cinque Stelle. Noi rimaniamo garantisti sempre. Ma speriamo che questa vicenda serva a tutti loro per cambiare stile», e come darle torto? Sono in tanti che sono finiti nello stomaco della Bestia in tutti questi anni.

Anche Ilaria Cucchi non è stata in silenzio, ma ancora una volta ha dimostrato una maturità e una superiorità incredibile nei confronti del leader della Lega:

«Ora so che tutte le durissime prese di posizione di Matteo Salvini contro Stefano Cucchi e la mia famiglia hanno un volto: Luca Morisi, indagato dalla Procura di Verona per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Così almeno leggo sui giornali. Leggo delle sue pubbliche scuse a Salvini ed al partito: “Ho delle fragilità irrisolte”. Così si giustifica. Quanta gratuita sofferenza ci ha inflitto oltre al dolore per Stefano. Eppure io lo perdono. Lo perdono perchè mi piace pensare che abbia capito e che ora condivida la disperazione che portiamo sulle spalle. Lo perdono. Si. Però Stefano lo hanno ammazzato».

Simone Pillon invece dimostra anche di essere peggiore di Luca Morisi, in un’intervista con Il Fogliko:

«Non mi stupisce, viste le note attitudini del personaggio. La giustizia divina ha fatto il suo corso. A me questo Morisi non è mai piaciuto. Mai. Poi mi ha sempre fatto la guerra, ora capisco tante cose. Adesso capisco quando a Verona, al congresso mondiale della famiglia, Morisi si mise di traverso. Non voleva che Matteo vi partecipasse, diceva che era divisivo, poco conveniente politicamente. Luca decideva tutto: diceva chi andava in televisione e chi no. Sceglieva i contenuti. Non mi mandava mai in tv, ma io ho i miei canali (…) Per me è una  brutta notizia per l’uomo e pregherò per lui nonostante la guerra che mi ha sempre fatto, ma magari è una bella notizia per la Lega

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Ritratta poi le sue parole, dicendosi «molto dispiaciuto e amareggiato per quanto a me attribuito su Il Foglio in ordine alla vicenda di Luca Morisi. Un mix di molte parole che non ho detto, miscelate con alcune parole strumentalmente decontestualizzate, nel quale non mi riconosco in alcun modo, e che non rendono giustizia né a Luca Morisi, né a Matteo Salvini e neppure a me. Ribadisco la mia vicinanza e solidarietà a Luca Morisi per il difficile momento che sta attraversando. Incontrerò oggi stesso i miei legali per valutare ogni ulteriore azione».

Il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli, scrive che «Morisi è il simbolo della doppia morale della destra italiana che oggi addirittura perdona la Bestia, quella stessa Bestia che metteva sul patibolo dei social migranti, “drogati” ed emarginati. Evitiamo parole di buonismo perché la pericolosa ipocrisia della destra va contrastata senza alcuna esitazione», mentre Alessandro Di Battista, ex deputato M5S: «Salvini, come la stragrande maggioranza dei politici, è forte con i deboli e debole con i forti. Morisi oggi è un debole e io non lo attacco, anzi gli faccio i migliori auguri. Ho avuto amici che hanno vissuto la stessa tragedia e non li ho mai giudicati».

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