Renzi contro il reddito di cittadinanza: è polemica sul web

Condividi

Matteo Renzi non ne risparmia una, e ormai sul web è uno dei politici più criticati, forse quanto il nuovo alleato Matteo Salvini. Prima ha fatto cadere il governo, poi ha deciso di voltare le spalle al DDL Zan, e adesso ha fatto delle dichiarazioni molto ambigue sui giovani d’oggi e il reddito di cittadinanza, proprio mentre sono uscite le foto in cui si gode la vita su uno yatch che nessuno di quei ragazzi può sognare di permettersi. Delle dichiarazioni che al web non sono sfuggite, tanto che #RenziFaiSchifo è in tendenza da stamattina.

matteo-renzi-reddito-di-cittadinanza
Matteo Renzi su uno yatch
Fonte: Twitter

Già tre settimane fa il leader di Italia Viva era andato contro il reddito di cittadinanza, chiamandolo «diseducativo» e volto «al voto clientelare», ma nelle ultime ore, presentando il suo libro Controcorrente, ha anche spiegato che vorrebbe creare un referendum per abolirlo. «Il referendum sul reddito di cittadinanza è una grande operazione educativa e culturale», ha detto, «In un mondo che va verso le nanotecnologie, in un mondo che investe sul Big Data, internet of thingsartificial intelligence, ai ragazzi va detto studiate, provate, mettetevi in gioco, poi se fallite vi diamo una mano, ma rischiate», ma davvero?

Perché io penso che il mondo stia andando avanti, ci evolviamo a livello di tecnologia, ma l’educazione in Italia è ferma al secolo scorso. I professori (quelli universitari in particolare) continuano a sfogare le proprie frustrazioni sugli studenti, rendendo gli esami impossibili da superare perché hanno paura che copino con la didattica a distanza, come se poi la didattica a distanza fosse una colpa degli alunni (ma non solo per questo motivo, sia chiaro). In Italia continuiamo a studiare la storia di centinaia di secoli fa, ma in quinto superiore non ti accennano neanche il G8 di Genova. Forse un problemino di educazione c’è.

Continua poi, Matteo Renzi: «Se il messaggio è non vi preoccupate tanto lo Stato vi dà un sussidio, state a casa e poi eventualmente fate un lavoretto in nero, tanto non se ne accorge nessuno, così rimpinguate lo stipendio, se c’è questo messaggio è diseducativo» e su questo siam tutti d’accordo. Ai giovani vanno date delle opportunità, ma ci sarà un motivo se le menti geniali, se i laureati, se chi ha scelto di non frequentare l’università, vuole andare all’estero. Sarà forse che il problema non sono i giovani ma il sistema italiano? Sarà forse che deve cambiare l’Italia per poi veder cambiare gli italiani? A questo Matteo Renzi non ci ha pensato.

matteo-renzi-reddito-di-cittadinanza
Le dichiarazioni di Matteo Renzi
Fonte: Twitter

Lui vuole «mandare a casa il Reddito di cittadinanza perché voglio riaffermare l’idea che la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela e se non ce la fai ti diamo una mano. Ma bisogna sudare ragazzi, i nostri nonni hanno fatto l’Italia spaccandosi la schiena non prendendo i sussidi dallo Stato». Tuttavia c’è qualcosa che Matteo Renzi o gli altri politici non sanno. E sapete quali sono i dati che alle persone che possono permettersi uno yatch sfuggono?

Che gli studenti e i giovani lavoratori (e spesso sono anche la stessa persona), soffrono già. Soffrono, come abbiamo già scritto, un sistema educativo rimasto al secolo scorso così come anche dei professori frustrati che si sfogano sui propri studenti che spesso, purtroppo, arrivano anche a suicidarsi. Soffrono quando cercano lavoro ma trovarne uno non sottopagato è divenuta un’utopia, e poi si sentono anche dire di essere degli scansafatiche solo perché non vogliono essere sfruttati. Soffrono quando vedono la nostra politica pensare a se stessi ma non alla cultura, l’ultima ruota del carro.

Soffrono quando devono fare tre lavori diversi mentre studiano perché altrimenti non possono permettersi le tasse universitarie o, soprattutto, l’affitto, l’abbonamento al bus e soprattutto i libri universitari che costano sempre quanto un rene e che spesso non sono neanche necessari per l’apprendimento ma sono scritti dal docente che, oltre allo stipendio universitario, vuole anche quello dal libro che, altrimenti, non comprerebbe nessuno. Soffrono quando si trovano di notte a piangere perché non ce la fanno più e nessuno, nessuno!, li aiuta.

Quindi, caro Matteo Renzi, la gente già soffre. Hanno sofferto i genitori per cercare di dare un futuro ai propri figli in degli anni in cui l’Italia è stata davvero allo sfascio, e soffrono oggi i figli perché hanno costantemente paura di non riuscire ad avere un futuro. Non tutti nascono in famiglie agiate che posseggono un’azienda di famiglia senza la necessità di doversi spaccare la schiena per cercare un lavoro. Non tutti nascono in un decennio in cui se non ti laurei prima alla triennale e poi alla magistrale, se non fai un master e ovviamente anche uno stage non pagato o pagato ai minimi della decenza umana, non lavori se non all’estero.

Il problema, caro Matteo Renzi che prendi soldi da un principe che uccide giornalisti, non sono i giovani sfaticati, ma l’Italia che li rende tali. Perché se un ragazzo esce dalle scuole superiori e riesce a trovare anche solo un lavoro in cui non chiedono persone con dieci anni di esperienza altrimenti sono pagati un euro all’ora, forse al reddito di cittadinanza neanche ci pensa. Se un ragazzo decide di proseguire gli studi e lo fa in un ambiente sano e per niente tossico come l’università italiana, riesce anche a laurearsi e poi a trovare il lavoro dei suoi sogni. E se ci diamo anche una bella svegliata, quel lavoro dei sogni si trova in Italia.

Prima di dare la colpa ai giovani che oggi non soffrono solo perché abbiamo internet e i social network e perché molti di noi si sono dovuti creare un lavoro (sì, anche i tanto odiati influencer, youtuber e tiktokers sono stati al passo con i tempi) per non perdere la testa, forse dovremmo guardarci dentro e pensare: io ho mai sofferto perché non trovavo lavoro? Io ho mai sofferto perché ho lavorato troppo? Io ho mai sofferto perché non avevo alcuna certezza sul mio futuro, e non per colpa mia?

Perché forse, se ci ponessimo queste domande, eviteremmo di dire tante cavolate. Quindi, caro Matteo Renzi, la prossima volta pensiamo due volte prima di aprire la bocca e giudicare una generazione che neanche conosci.

La risposta dei social a Matteo Renzi

matteo-renzi-reddito-di-cittadinanza
La famiglia di Matteo Renzi
Fonte: Twitter

Come ho scritto all’inizio dell’articolo, in tanti si sono ribellati alle parole del leader di Italia Viva, sebbene molti siano comunque dalla sua parte. Un utente scrive «Mio nonno si è spaccato la schiena ed è diventato con l’aiuto di mia nonna un industriale, era figlio di comunisti, sicuramente lo era da giovane, poi non si è mai saputa la sua fede politica. Mio nonno ti prenderebbe a calci in culo», mentre un altro «È davvero incredibile che ad ogni colpo assestato, per il bene del paese, da questo governo il #RenziFaiSchifo vada subito in tendenza. Nessuna argomentazione, le solite foto ed i soliti commenti miserabili ed infamanti. Tutto qui, miserabilmente. IO DICO FORTE #grazieRenzi».

Tuttavia, a essere in tendenza è #RenziFaiSchifo, per cui quest’ultima fazione è sicuramente superiore all’altra. Molti commenti sono ironici, molti invece puntano il dito direttamente contro Italia Viva e Matteo Renzi, altri ancora sono i giovani tanto criticati che raccontano la propria esperienza. Sono testimonianze di chi questi anni li sta vivendo davvero come un giovane che non sa cosa accadrà in futuro. Dei giovani che Matteo Renzi, in quanto politico, dovrebbe ascoltare davvero e non solo sentire per ottenere qualche consenso.

Non perderti le nostre news!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.