Si continua a lottare per il DDL Zan: Ferragni contro Renzi e Italia Viva

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Per molti argomenti Chiara Ferragni come Fedez hanno deciso di non proferire parola e di restare esterni ai fatti, tuttavia nel momento in cui si parla di DDL Zan e di diritti umani della comunità LGBTQ+ la coppia di influencer più seguita d’Italia scende sempre in campo e non ha mai paura di esprimere la propria opinione. Questa volta Chiara ha deciso di postare diverse storie contro Matteo Renzi e il suo partito, che hanno deciso di voltare le spalle al DDL Zan e a un articolo alla cui stesura ha persino partecipato una loro collega. Ma qual è il problema adesso?

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Fonte: Pinterest

Partiamo dal principio: Italia Viva era una grande sostenitrice del DDL Zan insieme a PD, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, lo abbiamo scritto più volte e speravamo di poterlo ancora scrivere a lungo, eppure, un nome e una garanzia, il Matteo fondatore del partito ha deciso di allearsi con il Matteo della Lega per modificare un disegno di legge il cui unico obiettivo è quello di punire le discriminazioni (anche se, abbiamo visto precedentemente, non piace proprio a tutta la comunità LGBQIA). Questo cambio di rotta è decisivo poiché, senza quei voti, potrebbe non esserci la maggioranza.

Quello che Matteo Renzi ha proposto è di tornare al testo di Scalfarotto, intervenendo su alcuni articoli che abbiamo visto che non piacciono alla destra, la solita storia della scuola e dell’identità di genere. I sostenitori della legge, però, non sono d’accordo, al contrario di Matteo Salvini che prova rispetto per il Papa solo quando non porta rispetto per gli omosessuali. Il leader della Lega ha infatti detto:

«Noi abbiamo accolto l’appello del Santo Padre, e spero lo facciano anche Pd e Movimento 5 Stelle, ad approvare subito una legge che punisca severamente le discriminazioni, togliendo i due o tre articoli che sono critici, come quello sui reati di opinione. Pd e 5 Stelle si prendano loro la responsabilità di affossare il tema»

Eppure lo abbiamo detto e ridetto più e più volte: il DDL Zan non va contro la libertà di opinione, né contro i bambini. Tuttavia, poiché evidentemente proprio ci si rifiuta di leggere quelle pagine prima di criticarle, facciamo un piccolo recap su cosa non è il DDL Zan, analizzando le varie frasi che i leghisti o chiunque sia contro questo disegno di legge il cui unico obiettivo è diminuire le discriminazioni usa dire per giustificare la propria omofobia.

Cosa non è il DDL Zan

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

Chiara Ferragni vs Matteo Renzi

Partendo da questi presupposti, Matteo Renzi ha avuto il coraggio di cambiare bandiera e allearsi con il politico che fino a qualche mese fa, se non settimana, criticava aspramente, per questo motivo Chiara Ferragni, come qualsiasi persona sui social, non è proprio riuscita a stare in silenzio. Tuttavia, se ci lamentiamo noi che siamo delle persone qualsiasi, a nessuno interessa, ma se a farlo è Chiara Ferragni che ha 24 milioni di followers in tutto il mondo, allora i politici la devono ascoltare, e l’ascoltano, infatti la risposta di Renzi è arrivata subito.

Cosa ha detto Chiara Ferragni

Chiaretta ha pubblicato tre storie. La prima è un post di felicementelgbt in cui si legge che “L’Italia è il paese più transfobico d’Europa. Ed Italia Viva (con Salvini) si permette di giocarci su!“. In copertina una foto di Matteo Renzi. Il commento di Chiara è stato «Che schifo che fate politici». Insomma, senza se e senza ma ha letteralmente espresso quello che tutta Italia pensa ormai da anni: la politica in Italia è messa malissimo e non si parla di destra o di sinistra ma proprio di politica.

Nelle due storie successive poi scrive: «La triste verità è che nonostante una legge che tuteli donne, disabili e persone appartenenti alla categoria lgbtq+ SERVA nel nostro paese e sia attiva nel resto dell’Europa da decenni, in Italia non verrà mai approvata perché la nostra classe politica preferisce guardare sempre il proprio interesse personale». E, in effetti, Chiara Ferragni non ha torto. Persino Boris Johnson che è di destra e con cui non condividiamo tante ideologie, non mette in dubbio i diritti umani e civili delle persone.

Continua, poi: «La tutela contro l’odio verso queste categorie dovrebbe essere un obiettivo di tutta la popolazione e di tutti i partiti politici e il fatto che il DDL Zan non verrà probabilmente mai approvato è una grande sconfitta per tutti noi. Una sconfitta per ognuno di noi». Giusto, non ha detto nulla di sbagliato. Il DDL Zan protegge tutta la popolazione, anche quella popolazione che alla Lega e a chi li vota non piace. Diremmo anche Italia Viva, ma la verità è che non si sa quello che piace a Italia Viva: loro cavalcano, letteralmente, l’onda di voti del momento.

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La storia di Chiara Ferragni con l’immagine di Matteo Renzi

Come ha risposto Matteo Renzi

La risposta di Matteo Renzi non è tardata ad arrivare. Ha infatti scritto un lunghissimo post su Facebook, facendo persino la vittima perché lui ha sempre «difeso Ferragni da chi la criticava quando postava dagli Uffizi o da chi vorrebbe minimizzare il ruolo degli influencer». Peccato, però, che Chiara Ferragni non gli debba nulla. Difenderla è stata una sua scelta e lei non deve difenderlo per ricambiare il favore. Ma leggiamo quello che il leader di Italia Viva ha scritto:

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Fonte: Pinterest

«Chiara Ferragni entra nel dibattito sulla Legge Zan dicendo ai suoi 24 milioni di follower: “Che schifo che fate politici”, con la mia faccia.
Ho sempre difeso Ferragni da chi la criticava quando postava dagli Uffizi o da chi vorrebbe minimizzare il ruolo degli influencer. Lo faccio anche oggi.Fa bene Chiara Ferragni a dire quello che pensa. Solo che da lei mi aspettavo qualcosa in più di una frasina banale e qualunquista.

Dire che i politici fanno schifo è il mediocre ritornello di chi vive di pregiudizi. Da una persona che stimo mi aspetterei un confronto nel merito.
Perché sapete chi fa davvero schifo in politica? Fa schifo chi non studia, chi non approfondisce, chi non ascolta le ragioni degli altri, chi pensa di avere sempre ragione.

Io ho firmato la legge sulle unioni civili, mettendoci la fiducia: quella legge dura più di una storia su Instagram. Per firmarla ho preso insulti, ho rischiato la vita del Governo, ho fatto compromessi.
La politica è serietà, passione, fatica: non è un like messo per far contenti gli amici.

Se Chiara Ferragni vuole confrontarsi sugli articoli 1, 4, 7 della legge Zan e sugli emendamenti Scalfarotto io ci sono.
Se chiara Ferragni vuole conoscere come funziona il voto segreto al Senato, ai sensi dell’articolo 113.4 del Regolamento, io ci sono.
Se Chiara Ferragni vuole discutere, criticare, approfondire io ci sono.

Ma sia chiaro. La politica, cara Ferragni, è un’attività nobile e non fa schifo.
E la politica si misura sulla capacità di cambiare le cose, non di prendere i like.

Quando tutti mi dicevano che non dovevamo cambiare Conte noi non abbiamo seguito l’onda social: abbiamo ragionato con la nostra testa e grazie al nostro coraggio è arrivato Draghi. E le cose vanno meglio. Anche allora gli influencer ci attaccavano e ci insultavano. Anche allora noi siamo andati controcorrente. E abbiamo vinto.

Sono pronto a un dibattito pubblico con la dottoressa Ferragni, dove vuole e come vuole. Sono sempre pronto a confrontarmi con chi ha il coraggio di difendere le proprie idee in un contraddittorio. Se ha questo coraggio, naturalmente.»

Insomma, ha un po’ fatto la vittima e poi ha anche preso in giro il lavoro degli influencer, parlando più volte di storie e likes, come se lui o i suoi colleghi o le persone con cui si vogliono alleare non stiano a pubblicare sempre sui social network. In ogni caso, Chiara Ferragni non ha risposto perché Chiara è così, lei se ne frega di quello che pensano di lei gli altri. Suo marito, però, non sopporta che si tocchi sua moglie, e infatti su Twitter ha risposto al senatore:

Cosa ne pensano i social

Inutile dirvi che sui social la gran parte delle persone sta dalla parte di Chiara Ferragni e del DDL Zan, con le dovute eccezioni. C’è infatti chi ha criticato Fedez per come ha risposto, ma anche chi ha odiato le storie di Chiara Ferragni. Tuttavia, a farlo, sono molti leghisti, e questo ci fa solo capire da che parte il partito di Matteo Renzi stia navigando. Vediamo, intanto, alcuni tweet di senatori, vip o, semplicemente, persone che vogliono e possono esprimere la propria opinione. Ovviamente, metteremo sia chi va a favore dei Ferragnez, che chi contro.

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