Marina Ovsyannikova: la giornalista che ha osato andare contro la guerra, adesso rischia fino a 10 anni di reclusione

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Quando leggiamo le persone lodare la Russia di Putin, dire che è il politico migliore fra tutti, raccontiamogli la storia di Marina Ovsyannikova, una giornalista russa che lo scorso marzo era stata arrestata e poi rilasciata per aver esposto un cartello in diretta televisiva semplicemente dicendo di essere contraria alla guerra e di non credere a tutta la propaganda che la Russia sta propinando da mesi a tutti i cittadini. Adesso la donna rischia ben 10 anni di carcere a causa di una legge che mira a far stare in silenzio chiunque voglia raccontare una verità diversa da quella del regime.e

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Marina Ovsyannikova

Oltre alla storia di Marina Ovsyannikova, potremmo raccontare anche quella di Roman Anin, giornalista, che rischia il carcere per essere andato contro un amico di Putin, o semplicemente quella di Alexei Navalny, uno dei maggiori oppositori di Putin che, addirittura, è stato avvelenato. E vogliamo parlare della giovanissima Olga Misik, la 17enne che leggeva la Costituzione in Russia, condannata a 2 anni e 2 mesi di “restrizioni della libertà”, accusata di “vandalismo” per aver incollato al muro un manifesto a sostegno dei prigionieri politici e degli attivisti di Nuova Grandezza?

Chi loda la Russia, non è cosciente che è un totalitarismo, un posto non sicuro per chi ha un’opinione diversa, per chi non è pronto a dire sì, è vero a qualsiasi cosa il dittatore Putin propina alla massa. Lodare la Russia significa essere ignoranti e inconsapevoli di una realtà che non può essere giusta, perché il giornalismo delle essere libero, perché il giornalismo non deve essere per forza dalla parte del governo, perché il popolo deve avere il diritto di manifestare e non essere arrestato per un cartello no-war.

In Italia abbiamo politici che oggi rischiano di andare al governo che parlavano di dittatura sanitaria quando Giuseppe Conte aveva imposto un lockdown per la salute degli italiani e in diretta nazionale ha sbugiardato il duo Salvini-Meloni che aveva effettivamente commesso un errore per semplice propaganda, e loro andavano a parlare di questa dittatura in più programmi televisivi e sui propri social network. Invece in Russia, giornalisti come Marina Ovsyannikova rischiano 10 anni di carcere per essersi opposti al pensiero unico (ma non il “pensiero unico” contro cui si oppongono in Italia le destre) del dittatore Putin.

La storia di Marina Ovsyannikova

A marzo Marina Ovsyannikova, giornalista del canale televisivo Russia 1 fu arrestata per aver esposto un cartello in diretta per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Sul cartello c’era scritto “No alla guerra, non credete alla propaganda, vi stanno mentendo, russi contro la guerra” e avrebbe anche urlato “fermate la guerra! No alla guerra“, in relazione all'”operazione speciale” (così la chiama Putin) che ha coinvolto la Russia in Ucraina. Oltre a questo, la donna ha anche pubblicato un video criticando il regime, spiegando le ragione della sua protesta.

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Marina Ovsyannikova

È proprio questo il motivo principale per cui Marina Ovsyannikova è stata arrestata, perché non puoi permetterti di andare contro Putin. Nel video dava la responsabilità dell’aggressione a «un singolo uomo: Vladimir Putin» e diceva che anche se lei stessa per molto tempo aveva contribuito a far funzionare la “macchina della propaganda russa” lavorando in quel telegiornale, ora se ne vergognava. «Nemmeno le prossime dieci generazioni riusciranno a lavare via la macchia di questa guerra fratricida», aveva detto, invitando i russi a protestare.

Adesso, dopo mesi, la donna sarebbe stata nuovamente arrestata. Sembra che Marina Ovsyannikova a metà luglio avrebbe organizzato una protesta vicino al Cremlino in cui sventolava un poster con scritto: “Putin è un assassino, i suoi soldati sono fascisti“. Davanti a lei (alla protesta era presente solo lei) c’erano tre bambole giocattolo “imbevute di sangue“. Adesso, se condannata, rischia fino a 10 anni di carcere, accusata di diffuso informazioni sulle forze armate russe ritenute false dal governo, ha fatto sapere all’AFP l’avvocato Dmitry Zakhvatov.

In un’intervista con l’AFP la scorsa settimana, Marina Ovsyannikova aveva espresso la speranza che le autorità non la mettessero in custodia cautelare perché ha due figli. Sul suo canale Telegram invece ha fatto sapere che 10 membri delle forze dell’ordine avevano fatto irruzione nella sua casa alle 6:00, spaventando anche sua figlia. Il presidente francese Emmanuel Macron le ha offerto, che ha lavorato per 19 anni per la TV di Stato russa, asilo o altre forme di protezione consolare.

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Marina Ovsyannikova

L’indagine penale contro Marina Ovsyannikova è stata avviata dopo che due tribunali di Mosca hanno condannato il giornalista a pagare multe per aver screditato l’esercito russo in varie occasioni. Sul suo canale Telegram ha domandato: «quanti bambini devono smettere prima che tu smetta?», rivolgendosi direttamente a Putin e facendo sapere che più di 350 bambini sono già morti in Ucraina. Nel corso degli ultimi mesi è comunque stata molto attiva sia online che nelle proteste, finendo in diverse occasioni in carcere.

Nonostante ciò, lei non ha intenzione di fermarsi, dice all’AFP di non aver «paura nonostante le continue intimidazioni da parte delle autorità». Il giornalista e commentatore satirico anti-Cremlino Viktor Shenderovich ha detto mercoledì di essersi sbagliato su Marina Ovsyannikova. «Ero scettico su ciò che l’editore di Channel One Marina Ovsyannikova aveva fatto e si è scoperto che mi sbagliavo. Oggi Marina paga un prezzo serio per questo e merita rispetto e supporto». Noi ci auguriamo che il regime russo di Putin possa concludersi quanto prima.

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