Manifestazione CGIL a Roma: in tantissimi in piazza per il diritto al lavoro e per non dimenticare

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Ieri dalle 13.30 alle 18 circa si è tenuto a Roma un corteo fino a Piazza del Popolo, organizzato dalla CGIL per non dimenticare l’attacco fascista alla CGIL di Roma dello scorso anno in seguito al corteo dei No-Vax e No-Green Pass, ma anche per rimettere (finalmente) al centro della discussione, in Italia e in Europa, la persona e il lavoro. All’evento, chiamato “Italia, Europa, ascoltate il lavoro“, sono stati presentati anche i punti di richiesta del sindacato indirizzati al Paese e che vanno dalla tutela del potere d’acquisto alla lotta alla precarietà al tema del fisco.

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Intervistato da La Repubblica, il segretario della CGIL Maurizio Landini ha detto che la manifestazione serve «non solo per non dimenticare l’attacco fascista e squadrista di un anno fa alla nostra sede, ma anche perché vogliamo rimettere al centro della discussione, in Italia e in Europa, la persona e il lavoro. Quell’attacco e altri simili in Europa sono anche il frutto del disagio sociale che cresce e delle condizioni di lavoro e vita che peggiorano». Lo slogan è “Italia ed Europa ascoltate il lavoro“.

Presentandola poi, dice che «su questo ci mobiliteremo il prossimo 8 ottobre, data che avevamo stabilito prima delle elezioni. Il lavoro fa delle proposte all’Italia e all’Europa. E avevamo detto che qualsiasi governo ci sarà, noi ci confronteremo. Il sindacato non cambia idea a secondo del quadro politico che c’è. Noi dobbiamo dare risposte ai lavoratori, giovani e pensionati, cambiando leggi e politiche sbagliate». Queste sono le proposte della CGIL:

  1. aumento di stipendi e pensioni
  2. introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza
  3. il superamento della precarietà
  4. una vera riforma del fisco
  5. garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza
  6. la sicurezza nei luoghi di lavoro
  7. un tetto alle bollette
  8. un piano per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili.

Il corteo è partito alle 13.30 da piazza della Repubblica per raggiungere piazza del Popolo, dove parlerà Landini intorno alle 17.30. Dalle 19 alle 22, al termine della manifestazione, è stata aperta la sede di corso d’Italia 25 e per l’occasione è stata presentata anche l’opera restaurata di Ennio Calabria, danneggiata nell’assalto dell’ottobre scorso. L’apertura straordinaria è proseguita anche nella giornata di domenica 9 ottobre dalle 9.30 alle 13.

Manifestazione CGIL a Roma: le parole di Landini

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Ha descritto la Piazza del Popolo come «una piazza colorata che emoziona perché carica di responsabilità. In questi giorni è cresciuta l’aspettativa intorno a noi su cosa avremmo detto e cosa avremmo fatto. La situazione – ha scandito – è difficile». Si rivolge poi a Giorgia Meloni, poi: «Lo dico a chi sta pensando di formare il nuovo governo perché ha vinto le elezioni. Da parte nostra non abbiamo nessuna pregiudiziale, giudichiamo tutti per quello che fanno ma voglio dare un consiglio: non si utilizzi il metodo degli esecutivi precedenti. Eviti di chiamarci a Palazzo Chigi quando si sono già decise le cose perché non facciamo i servi sciocchi di nessuno».

«Non abbiamo paura né delle differenze né delle diversità, anzi quando la situazione diventa difficile dobbiamo diffidare da chi pensa di avere una soluzione in tasca. Noi non abbiamo bisogno di uomini soli al comando: abbiamo già pagato pesantemente e sia quelli che dicevano di essere di sinistra che quelli che dicevano di essere di destra e poi si facevano le stesse politiche. Noi la Costituzione l’abbiamo difesa sia con Berlusconi che con Renzi e non abbiamo cambiato idea: la Costituzione nasce dalla lotta e dalla Resistenza ma non è né di destra né di sinistra. E’ antifascista e democratica e si fonda sulla libertà», continua.

E ancora: «Dalle elezioni è emerso che la destra ha preso 12 milioni di voti e se sommo, anche se non si può, i voti dati a tutti gli altri partiti arriviamo a 15,8 milioni. Quindi anche chi prova a governare deve partire da questo dato: che nessuno può dire di avere la maggioranza di questo Paese. Lo diciamo non per delegittimare, perché rispettiamo tutti, ma per dire che non serve dividere ulteriormente questo Paese ma unirlo partendo proprio dal lavoro».

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Parla poi delle tasse: «Non è la flat tax quello di cui abbiamo bisogno. Serve una riforma fiscale vera, bisogna ridurre il carico fiscale sui lavoratori dipendenti e pensionati a partire dei redditi più bassi e rafforzare la lotta all’evasione. Noi siamo quelli che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo e diciamo a chi teorizza un taglio delle tasse: cominciamo a ridurle a chi le paga. Perché non è vero che il Paese è tutto povero ma è vero che è un Paese di diseguaglianze».

Infine, ricorda l’assalto dello scorso anno: «un anno fa da questa piazza ci fu chi invitò ad assaltare la Cgil sfruttando il malessere sociale e la rabbia e pensando che la risposta fosse quella di assaltare Cgil e il lavoro. Quando la politica si assume la violenza e si assume come obiettivo l’attacco ai lavoratori questo si chiama fascismo ed è quello che dobbiamo combattere. Rispettiamo il lavoro della magistratura ma chi non ha fatto il proprio mestiere è chi siede nel Parlamento a cui avevamo chiesto di applicare la Costituzione e di mettere fuori legge tutte quelle forze che si ispirano al fascismo».

Noi non ci arrenderemo mai. Cambieremo questo Paese

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