Le rivolte per Donald Trump: manifestazione o terrorismo?

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Stamattina abbiamo concluso l’articolo con una domanda abbastanza provocatoria: e se i manifestanti di Donald Trump fossero stati neri? Probabilmente voi le ricordate quanto me le rivolte che ci sono state per George Floyd lo scorso anno. Iniziarono decisamente con tanto rumore, giustamente più persone erano state uccise a causa di pregiudizi razziali, ma poi, con i giorni, anzi, già dal giorno dopo, le manifestazioni divennero pacifiche. Cartelli e silenzi, o al massimo qualche urlo.

Ricordiamoli, prima di parlare: George Floyd, ucciso da un poliziotto perché si pensava che avesse usato banconote false, completamente disarmato. George Floyd come Breonna Taylor, uccisa nel suo letto da un poliziotto, mentre lei dormiva tranquilla. Insieme a loro ci sono anche altre vittime la cui unica colpa era essere nati con un colore di pelle che alla polizia americana (e non solo) non piace. Uccisi perché ritenuti colpevoli, e durante le manifestazioni per difendere la loro vita, i poliziotti hanno dato il peggio di sé.

Facciamo una premessa prima di entrare nel vivo di questo mio pensiero: uccidere è sempre sbagliato, non sto in alcun modo cercando di far intendere che i poliziotti dovrebbero uccidere o aprire il fuoco verso i manifestanti di Donald Trump, anzi, chiamiamoli, l’esercito di Trump, l’unico obiettivo di questo articolo è far comprendere come in America basti avere un colore di pelle chiaro per poter letteralmente fare di tutto, anche irrompere nel Campidoglio, mentre se hai la pelle scura non puoi neanche avere un cartello con scritto Black Lives Matter perché in men che non si dica ti trovi una pistola puntata contro.

Manifestanti di Donald Trump: e se fossero stati neri?

Voglio che, prima di iniziare subito a darmi dell’esagerata che ama scrivere per iperbole, guardiate queste due foto recuperate da Twitter, che penso esprimano al meglio il mio pensiero:

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Da una parte, sopra, vediamo una bambina sulle spalle di un uomo, non sappiamo se il suo papà o qualcun altro. Penso che tutti possiamo concordare sul fatto che, nessuno dei due, stia facendo qualcosa di sbagliato. Eppure quel poliziotto le sta puntando una pistola contro. Sotto, invece, vediamo uno screen preso da una diretta in cui, preparatevi, un poliziotto sta scattando un selfie con uno dei manifestanti di Donald Trump. Un selfie, capite? Un selfie.manifestanti-di-donald-trump

Eppure la bambina insieme al suo papà stanno solo camminando per strada, senza fare del male a nessuno e soprattutto senza violare alcuna legge, mentre quei manifestanti di Donald Trump, e correggetemi se sbaglio, hanno letteralmente fatto irruzione in Senato interrompendo un evento piuttosto importante (anche se lo hanno fatto sotto ordine del loro duce).

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Fonte: Twitter

E allora è davvero opportuno chiedersi: perché? In che modo un poliziotto troverebbe più pericolosa una bambina che passeggia rispetto a un tizio che irrompe in Senato? Sarà forse che la polizia sta dalla parte di Donald Trump? Ovviamente non sto affermando nulla, non ne ho le capacità e neanche le competenze, sto esprimendo solo dei pensieri penso più che leciti. Perché in questa situazione le ipotesi sono due: o i poliziotti sono razzisti o i poliziotti sono dalla parte di Trump e hanno permesso ai suoi manifestanti di fare irruzione (ovviamente sto generalizzando, sottolineiamo anche questo).

In fin dei conti stiamo parlando del Senato, della Camera, un manifestante è riuscito a entrare nella Camera e ha urlato “Trump ha vinto le elezioni“, davvero la polizia che usava armi, manganelli o fumogeni non è minimamente riuscita a fermare dei cittadini che cercano di entrare nel Campidoglio? Forse è tempo di cominciare a fare altri addestramenti. Sempre che, ovviamente, non siano dei complici. Ci troviamo in un costante binomio ma non si sa qualche delle opzioni sia la migliore o la peggiore.

Se ancora non siete riusciti a trovare la risposta, ve la consiglio io: se i manifestanti di Donald Trump fossero stati neri, a quest’ora sarebbero o morti, o arrestati. Ma, se sei bianco e americano, tutto ti è concesso. O almeno sei rispettato dalle forze dell’ordine.

La reazione sul web

Prima di chiudere, comunque, voglio che commentiamo insieme alcuni tweet, perché sapete che il popolo di Twitter riesce sempre a colpire in segno. Iniziamo con questa, che è tratta da una scena de I Griffin che, sebbene cartone molto particolare e spesso non apprezzato, riesce a esprimere al meglio la situazione degli ultimi mesi in America e soprattutto delle ultime ore:

Questo, invece, lo inserisco solo per far comprendere la bassezza e l’ignoranza, oltre che la completa insensibilità per una vita che non sia la propria, dei manifestanti di Donald Trump, che hanno cercato di emulare l’omicidio di George Floyd. Il motivo? Non lo sappiamo. In fin dei conti, come dice la ragazza che ha scritto il tweet, le aspettative erano già molto basse.

Questa ragazza invece, riassume in pochi caratteri tutto il nostro articolo: George Floyd ucciso (e i poliziotti sapevano che stava per morire dato che urlava di non riuscire a respirare) perché utilizzava banconote false, ma questi manifestanti di Donald Trump riescono persino a entrare nel Campidoglio, armati e senza troppi problemi.

E, infine, concludiamo con la cheerleader di Donald Trump che però, a quanto pare, si è pentita, dimostrandosi incoerente come al solito. Insomma, la sua unica coerenza è l’essere incoerente costantemente e seguire l’onda del momento. In fin dei conti, da Matteo Salvini che qualche mese fa indossava la mascherina con stampato “Trump 2020”, non ci aspettiamo nulla di più:

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