Il M5S vuole aiutare le mamme lavoratrici… quando sono nonne

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Di proposte insensate e di cattivo gusto ne abbiamo viste di diverse in questi giorni, dal leghista Salvini che vuole reintrodurre la leva obbligatoria per far capire ai giovani i propri doveri (sempre lui, assenteista) alla leader del primo partito italiano, Giorgia Meloni, che vuole combattere obesità, anoressia, autolesionismo, droghe e altre “devianze” (così le ha chiamate), con lo sport. Ma il Movimento 5 Stelle, con la proposta della pensione anticipata per le mamme lavoratrici, non è certo da meno. Magari risulta meno offensivo rispetto a Fratelli d’Italia, ma quale sarebbe il senso di aiutare le mamme lavoratrici quando ormai sono nonne (o a prescindere quando i figli ormai saranno adulti e indipendenti)?

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Il 42,6% delle mamme fra i 25 e i 54 anni non lavora. Questo è un gravissimo problema che i partiti dovrebbero prendere in considerazione. Perché non trovano lavoro? Perché non riescono a conciliare l’avere una famiglia con il lavoro? A causa del gender gap per cui guadagnano una miseria rispetto ai colleghi uomini? Perché vengono letteralmente discriminate e molestate sul lavoro? Evidentemente questo la politica italiana non se l’è domandato, perché ha subito pensato di fare qualcosa per le nonne mamme lavoratrici

Solo il 57,3% delle donne con figli hanno anche un lavoro, quindi quasi la metà delle madri italiane è disoccupata, chissà se per scelta o semplicemente perché non trovano un lavoro. Le madri «devono spesso rinunciare a lavorare a causa degli impegni familiari (il 42,6% delle donne tra i 25 e i 54 anni con figli, risulta non occupata)con un divario rispetto ai loro compagni di più di 30 punti percentuali», leggiamo nel comunicato dei dati diffusi lo scorso maggio da Save the Children per il rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia“.

Delle donne con un lavoro, il 39,2% delle donne con 2 o più figli minorenni ha un part-time, e solo «poco più di 1 contratto a tempo indeterminato su 10 tra quelli attivati nel primo semestre 2021, è a favore delle donneNel solo 2020 sono state più di 30mila le donne con figli che hanno rassegnato le dimissioni, spesso per motivi familiari anche perché non supportate da servizi sul territorio, carenti o troppo costosi, come gli asili nido». Ovviamente questo è un quadro molto critico, in particolare considerando anche il gender gap (che non è una questione solo italiana). E cosa fa il Movimento 5 Stelle per risolverlo?

Pensione anticipata: la proposta del Movimento 5 Stelle

Informandoci sul sito del Movimento 5 Stelle, i primi punti dell’elenco in cui dicono da che parte sono schierati, sono molto accattivanti: salario minimo legale di 9 euro lordi l’ora e agevolazione a sottoscrivere contratti a tempo indeterminato, eliminazione di stage e tirocini gratuiti e la stabilizzazione degli sgravi per l’acquisto della prima casa, parità salariale per le donne,… Tutti punti per cui ci viene da pensare: wow, finalmente. E allora come si è arrivati a produrre una proposta così inutile per le mamme lavoratrici?

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Nel paragrafo intitolato “Dalla parte delle donne: per una piena partecipazione alla crescita del paese e al suo sviluppo democratico” leggiamo in primis della parità salariale, dell’equiparazione dei tempi di congedo di paternità e maternità (che però stona proprio con la pensione anticipata), sgravi per l’assunzione delle donne in gravidanza e altro ancora. Tuttavia, è il Movimento 5 Stelle davvero dalla parte delle donne?

Sebbene diverse proposte siano interessanti, proprio questa concernente le pensioni anticipate fa storcere il naso. In primis perché (nonostante il punto sul congedo di paternità e maternità) dà per scontato che sia la madre a doversi occupare dei figli, in secundis perché non tutte le donne vogliono o possono avere dei figli. Non sei dalla parte delle donne, ma sei solo dalla parte delle madri. O meglio, delle ormai nonne o comunque madri di uomini e donne adulte in grado di badare a se stessi. A cosa serve aiutarci quando ormai è troppo tardi?

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Tra l’altro, c’è anche da pensare a un’altra questione: prendo come esempio proprio la storia di Elisabetta Franchi: la donna che fa guerra alle donne “non -anta”. Essere una donna ed essere assunta negli anni fertili, senza doverti subire la domanda: “Lei ha intenzione di avere dei figli?” (domanda che, al contrario, non viene posta agli uomini), è difficilissimo. Molte donne vengono discriminate in quanto donne (anche quelle che non vogliono diventare madri), ed è questo contro cui la politica dovrebbe lottare.

In conclusione, il Movimento 5 Stelle ha sì diverse proposte a favore delle donne nel suo programma elettorale, tuttavia dovrebbe anche spiegare come funzionerebbe questa pensione anticipata. Serve uguaglianza, serve rispetto, dalle mura casalinghe a quelle lavorative. Serve una vita decente per tutti e per tutte, a prescindere che si decida di creare o no una famiglia (a proposito, per creare una famiglia, ci servono in primis delle certezze sul futuro, cominciamo a lavorare su quelle).

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