F1: Sebastian Vettel si schiera con la comunità LGBTQ+, ma poi scatta la squalifica

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Non serviva anche la squalifica di Sebastian Vettel per decretare che il GP d’Ungheria sembrava condannato già dalla prima curva: la frenata scellerata di Bottas e la manovra spericolata di Stroll hanno causato l’uscita di scena non solo dei colpevoli, ma anche di Leclerc, Norris e Perez, oltre ai danni riportati dalla vettura di Verstappen, secondo sfortunato incidente per la Red Bull, costretta a singhiozzare per i costi di riparazione che potrebbero portare a sforare il limite di spese consentito dalla FIA.

Ma ancora prima dell’inizio gara i commissari della FIA avevano avviato un’indagine che ha dell’incredibile.

Il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel si è ritrovato sotto inchiesta con la pretesa di aver violato il regolamento che impone il divieto di mostrare simboli politici o ideologici durante il pre-gara. Il pilota tedesco si è presentato al Gran Premio d’Ungheria indossando una maglietta richiamante la bandiera arcobaleno della comunità LGBTQ+, con tanto di dicitura “Same Love” e mascherina abbinata.

Sebastian Vettel: “Sono felice se mi squalificano. Lo rifarei

Gran Premio d’Ungheria, Hungaroring. Vettel si dichiara apertamente contrario alla politica disumana attuata da Viktor Orbàn, primo ministro dell’Ungheria. Raggiunge il paddock mostrando con fierezza la maglietta arcobaleno che indossa a favore della propaganda LGBTQ+, munito di mascherina abbinata.

Non nasconde il suo dissenso nei confronti della legge anti-LGBT di Orbàn neanche durante l’inno pre-gara. La legge definita liberticida e discriminatoria dalla stessa Unione Europea, è stata approvata dal parlamento ungherese e vuole “vietare la promozione dell’omosessualità tra i minori“.

La FIA si era premurata di porre sotto indagine il comportamento di Vettel, ma il provvedimento attuato è stato “solo” un ammonimento verbale.

È imbarazzante per un Paese dell’Unione europea far passare misure del genere. Non capisco perché non lascino la gente libera di fare quello che sente e che vuole“, così ribatte VettelSono felice se mi squalificano. Possono farmi quello che vogliono, non mi interessa. Lo rifarei, l’ho fatto a sostegno di tutti coloro che soffrono per le regole di questa Nazione“.

Fonte: Instagram – apriteilcervello

Podio per Vettel, ma arriva la squalifica

L’emozione per Sebastian Vettel arriva a fine gara: secondo podio della stagione con la nuova scuderia Aston Martin, conquista la P2 dopo una gara spettacolare. La P1 spetta a Esteban Ocon, mentre il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton raggiunge la P3.

In previsione del Gran Premio d’Ungheria, Vettel ha deciso di modificare il design del suo casco, in modo da portare avanti il suo messaggio anche durante la competizione.

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Fonte: Instagram – Aston Martin

I festeggiamenti per la vittoria, però, non durano molto: la FIA pone per la seconda volta Vettel sotto indagine a fine gara. Alle 22:07 del 1 agosto arriva l’ufficialità della squalifica.

Nel rilevare il carburante rimanente al termine del GP, la direzione ha trovato 0,3 litri di benzina, invece di 1 litro richiesto. Questa infrazione violerebbe l’articolo 6.6.2 del regolamento emesso dalla FIA.

Ma l’Aston Martin ha deciso di fare ricorso contro tale provvedimento, dimostrandosi sicura delle proprie posizioni: “Abbiamo 96 ore a disposizione e confermo la volontà di fare ricorso secondo tutti i nostri calcoli, ci dovrebbero essere ancora 1,44 litri di carburante rimasti nell’auto dopo il prelievo del campione di 300 millilitri. La Federazione ha accesso a questi dati perché attraverso il flussometro sa benissimo quanto carburante è stato utilizzato“.

La regola del litro di benzina che deve essere estratto dalla macchina è vecchia e risale a stagioni precedenti a tutte le misurazioni alle quali è stato soggetto il carburante negli ultimi anni. Ne verremo a capo, la benzina deve essere rimasta dentro le pompe. Dobbiamo solo dimostrare alla FIA dov’è la benzina che è rimasta in macchina e che i commissari non sono riusciti ad estrarre“, ha concluso il direttore operativo Otmar Szafnauer.

La squalifica diventa incerta: parrebbe quindi che la motivazione avanzata dalla FIA sia stata edificata sulla base di un errore, mentre l’Aston Martin è sicura di poter dimostrare la sua veridicità.

L’investigazione della FIA risulterebbe frettolosa, se non addirittura costruita per soddisfare ulteriori interessi, economici e politici: che la Mercedes di Hamilton in P2 e una Ferrari sul podio abbiano più “valore” della performance di Vettel, rimasta comunque impressa nei nostri cuori, non è una novità per il mondo della F1.

Mentre lo stesso Lewis Hamilton era stato accusato da Judit Varga, ministra della giustizia ungherese, in quanto “diffonde fake news, dovrebbe limitarsi a guidare” dopo aver utilizzato il suo account Instagram per lanciare un appello ai cittadini ungheresi: “Votate per proteggere i diritti della comunità Lgbtq+“.

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Fonte: La Gazzetta dello Sport

Ho tenuto la maglietta in sostegno di quelle persone che soffrono in questa nazione perché alcuni fanno delle leggi che piuttosto che proteggere i bambini, probabilmente li minacciano e compromettono la loro crescita“, ha dichiarato ancora Vettel.

Ci auguriamo fermamente che la politica di Orbàn non sia riuscita ad influenzare anche il giudizio dei commissari della FIA.

La sportività non dovrebbe mai cedere il proprio orgoglio a favore della politica: attendiamo il verdetto per poter chiarire la posizione della FIA nei confronti di questa vicenda, che potrebbe rivelarsi più complicata di quanto gli appassionati di Formula 1 possono immaginare, nella speranza di rivedere il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel ancora sul podio ai prossimi GP!

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Fonte: Instagram – Aston Martin

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