Gruppi anti trangender: la LGB Alliance ottiene il sostegno di Boris Johnson

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Immaginate far parte di una minoranza e venire comunque considerati una minoranza da chi ne fa parte. Stiamo parlando della LGB Alliance, ovvero l’alleanza di persone lesbiche, gay e bisessuali transfobiche, infatti in questa organizzazione inglese senza scopo di lucro vengono organizzati degli eventi di beneficienza per sensibilizzare i problemi della comunità, escludendo le persone non riconosciute nel sesso biologico. Insomma, per loro i transgender non sono delle persone che meritano i diritti.

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Emma Nicolson e uno dei rappresentanti della LGB Alliance

Non sembra poi una cosa da Inghilterra, poiché abbiamo visto come persino la destra inglese sia a favore dei diritti umani della comunità LGBT, come per quanto concerne i matrimoni fra persone dello stesso sesso. In generale, però, il premier inglese si è talvolta dimostrato molto disponibile per le libertà. Un esempio è il sostegno che Boris Johnson ha dato a Svetlana Tikhanovskaya, esponente dell’opposizione bielorussa, ovviamente esiliata.

«Il Primo Ministro ha accolto oggi a Downing Street il leader dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya» abbiamo letto sul sito del governo inglese, che ha «condannato le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime di Lukashenko e la persecuzione di esponenti della democrazia, tra cui Svetlana Tikhanovskaya e suo marito.» Arriva quindi il sostegno per l’opposizione bielorussa dalla Gran Bretagna. Nella chiacchierata il Primo Ministro ha anche

«illustrato le misure adottate dal Regno Unito per tenere conto del regime, tra cui l’imposizione di sanzioni allo stesso Lukashenko. Ha sottolineato l’impegno del Regno Unito nei confronti del popolo bielorusso, in particolare triplicando il nostro sostegno finanziario alla società civile bielorussa quest’anno. Il Primo Ministro e la signora Tikhanovskaya hanno convenuto che il popolo britannico e bielorusso condividono valori fondamentali come la fede nella democrazia, nei diritti umani e nello Stato di diritto. Il Primo Ministro ha affermato che il Regno Unito è solidale con il popolo bielorusso e continuerà ad agire per sostenerlo».

Tuttavia Boris Johnson non si è evidentemente (e speriamo, anche) reso conto della gravità della LGB Allience e di come discrimini la comunità transgender che molto spesso cerca rifugio in Inghilterra. Ricorderete, infatti, Polka Dot, la drag queen polacca che denuncia l’omofobia proprio dal Regno Unito. In quel caso chiese che «il governo britannico dovrebbe osservare da vicino ciò che sta accadendo in Polonia e non solo commentare ufficialmente, ma anche fare tutto il possibile affinché tali cose non accadano qui». Vediamo però adesso com’è la situazione.

LGB Alliance: un problema contemporaneo

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Una foto condivisa dalla LGB Alliance

«Promuoviamo i diritti di lesbiche, bisessuali e gay, riconosciuti dal sesso biologico.#SexNotGender», leggiamo nella loro bio di Twitter. I fondatori sono Bev Jackson, Kate Harris, Allison Bailey, Malcolm Clark e Ann Sinnott e hanno fondato quest’alleanza con l’obiettivo di opporsi alla comunità LGBT, Stonewall, eliminando quindi dalla propria politica quella di eliminare le politiche dedicate alle persone transgender. Tuttavia, mai avremmo potuto pensare che quest’alleanza potesse ottenere degli appoggi politici.

Il 21 ottobre si è tenuta la prima conferenza annuale della LGB Alliance all’interno di una prestigiosa hall che spesso ospita affari legati al governo, nel QEII Centre di Londra, e tra i partecipanti c’erano Graham Linehan, Maya Forstater e Rosie Duffield. Non sappiamo se fosse presente anche J.K. Rowling, che è nota per le sue posizioni transfobiche. Pensate infatti che Malcolm Clark, uno dei fondatori, ha postato una foto in cui lo si vede abbracciato alla mamma di Harry Potter.

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Foto di uno dei fondatori della LGB Alliance con il cartonato di J.K. Rowling

Nel pubblico, comunque, non c’erano troppi spettatori, tuttavia la LGB Alliance ha lo stesso molti partecipanti ed è uno dei più popolare nel Regno Unito. Tuttavia non si pensava che potesse persino ottenere il supporto del Primo Ministro, Boris Johnson, che tramite un portavoce scrive a Ms Harris: «grazie a te e a Ms Bev Jackson per la vostra mail del 15 ottobre, in cui gentilmente invitate il Primo Ministro alla conferenza del 21 ottobre», a cui però non ha potuto partecipare.

«Il Primo Ministro è lieto di venire a conoscenza di questo evento innovativo ed è consapevole che sarà un’occasione davvero importante. Purtroppo, come spero capirete, il Primo Ministro non potrà partecipare, a causa dei suoi impegni. Comunque, a suo nome, vorrei ringraziare la LGB Alliance per il loro incredibile duro lavoro e inviare i miei migliori auguri per una conferenza di successo», scrive Mandy Godridge, portavoce del Primo Ministro. La lettera poi è stata condivisa dalla LGB Alliance.

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