La Russa vuole il ritorno dei “mini-naja”

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Chi vuole umiliare i giovani per farli crescere, e chi invece vorrebbe il ritorno della leva volontaria, la “mini naja di 40 giorni“. Se del primo caso ne abbiamo già parlato, il secondo è una novità (più o meno, visto che ogni tot un nostalgico si sveglia e dice che la leva militare sarebbe ottima per le giovani menti): proprio negli ultimi giorni, infatti, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha annunciato di aver predisposto, sebbene non abbia la possibilità di presentarlo in prima persona, un disegno di legge per portare a 40 giorni la mini-naja volontaria.

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Prima di lui, sono stati in tanti, ma il nostro preferito è Matteo Salvini, le cui dichiarazioni a riguardo risalgono al 22 agosto scorso, in cui disse che «il militare nel nostro Paese non è stato annullato». L’occasione era la Festa della Lega a Pinzolo, in cui disse che il servizio militare è sospeso temporaneamente, «il che vuol dire che domani, volendo, sistemi qualche caserma, magari senza mandare quello di Trento a Catania e quello di Catania a Trento. Magari facendo un servizio militare o civile su base regionale con nozioni di protezione civile di pronto soccorso, di pronto intervento, di tutela dei boschi sarebbe un anno ben speso per questi ragazzi e ragazze».

Ha anche sottolineato come «il servizio potrebbe pure essere reintrodotto su base regionale». La Stampa fa notare che non è la prima volta che Salvini fa questa minaccia, ma già qualche settimana prima, sempre in campagna elettorale, ne aveva parlato a Lampedusa. Ma lui il servizio militare lo ha fatto? «Certo, in fanteria, 7/95. il Car a Casale Monferrato, e poi a Milano, in caserma in Corso Italia e alla Montello in piazza Firenze», ha risposto. Ma qual è il motivo per cui il leader leghista voleva il servizio militare?

Perché qualcosa non va nelle famiglie che difendono sempre i figli a spada tratta: «Adesso purtroppo qualche genitore se arriva il figliolo a casa con la nota vanno a chiedere conto alla maestra, c’è un po’ da insegnare rispetto ed educazione, lo dico in terra di alpini, anche reintrodurre un anno di servizio militare e servizio civile per i nostri ragazzi un po’ di educazione lo reintrodurrebbe nel nostro paese». Quindi… Dovrebbero essere i genitori ad aver fatto il servizio militare? Qual è la colpa del figlio viziato? Domande senza risposta, per cui passiamo al presidente La Russa.

La Russa vuole introdurre il servizio militare volontario

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Solo 18 anni fa è stata sospesa la leva militare obbligatoria, ma Ignazio La Russa, avrebbe incoraggiato i suoi colleghi a presentare a Palazzo Madama un disegno di legge che consenta ai giovani cittadini italiani di trascorrere sotto le armi quaranta giorni della loro vita, per cui parliamo della mini-naja volontaria, nulla di obbligatorio. Naja è dialetto veneto e si usa per indicare la leva militare e la vita delle reclute in caserma; quaranta è lo stesso numero di giorni che all’epoca della leva obbligatoria erano dedicati con il Centro addestramento reclute.

«Crediamo che fare una legge che consenta volontariamente di passare 40 giorni per un addestramento che potrebbe essere un domani facilmente integrato qualora servisse sia una cosa utile», ha detto il presidente del Senato, Ignazio la Russa, a margine delle celebrazioni in ricordo degli Alpini e di tutti i soldati caduti in guerra e in pace per la Patria, tenutasi in piazza Duomo a Milano. Ha aggiunto poi che «ci saranno una serie di incentivi a fronte della partecipazione. Punti per la maturità, per la laurea, e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici».

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Ovviamente, essendo Presidente del Senato, Ignazio La Russa non può fare in prima persona questa proposta, quindi «lo farà un gruppo di senatori». «Il disegno di legge parte da una legge che è ancora in vigore anche se non viene più finanziata da molto tempo ed è quello della cosiddetta mini naja. Il concetto è quello ma è ampliato, quando c’era il servizio militare il periodo di addestramento durava 40 giorni, allora noi crediamo che per venire incontro alle richieste arrivate dalle forze armate e soprattutto dagli alpini, sia giusto fare una legge che consenta, volontariamente a chi quindi lo desidera, di passare non tre settimane ma 40 giorni, nelle forze armate», spiega il senatore.

Aggiunge che «a fronte di questa partecipazione noi prevediamo una serie di incentivi che possono essere punti per la maturità per tutti i tipi di scuola, una serie di incentivi per la laurea, come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione, e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici. Ma naturalmente il vero incentivo resta la volontà di aiutare la propria patria anche con un breve periodo». Sottolinea anche come ora come ora renderlo obbligatorio costerebbe troppo in risorse, «ma è un primo passo». Il termine di anni di leva volontaria è fra i 16 e i 25 anni.

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