Siamo nel 2021, le famiglie normali NON esistono! Quelle funzionali invece sì

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Nel 2021 pare ancora “normale” sentire qualcuno categorizzare il sistema della famiglia con l’appellativo di “famiglie normali“, nonostante queste non possano esistere. O per meglio dire, sarebbe difficile poter definire una famiglia come “normale”, in quanto ciò presupporrebbe la possibilità di valutarla utilizzando parametri appartenenti ad una singola visione soggettiva. Alquanto scorretto, non trovate?

E quindi come si possono identificare le famiglie? Secondo la psicologia sistemica, si possono riscontrare quelle che rispondono al nome di famiglie funzionali e famiglie disfunzionali!

La storia della famiglia in Italia

La famiglia viene definita in sociologia come un’agenzia di socializzazione primaria formale, in quanto risponde a diritti e doveri che vengono delegati direttamente dalla società, è il primo gruppo di appartenenza per l’individuo, e si occupa di insegnare i principi primi necessari per diventare membri della società. La famiglia stessa si può definire come una piccola società!

In Italia, il sistema della famiglia ha subito tantissimi cambiamenti nel corso del tempo! Il vecchio modello si basava su una struttura patriarcale, dove il pater familias (il membro più anziano) era la più alta fonte di autorità, dal quale dipendeva un’educazione molto rigida.

In realtà, ancora oggi la famiglia italiana è oggetto di discriminazioni sessiste dovute proprio alla costituzione del patriarcato, nonostante la crisi dei ruoli tradizionali dovuta all’emancipazione delle donne dopo le rivolte del 1968. Infatti, fino agli anni ’50 le donne all’interno di una famiglia avevano il compito di dedicarsi alla cosiddetta economia formale, ovvero tutte quelle attività considerate come i doveri della perfetta donna casalinga. L’uomo doveva dedicarsi esclusivamente al lavoro, così come si era già affermato con lo sviluppo della società industriale.

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Fonte: Ricognizioni

É il caso della figura del “mammo: anch’essa non esiste se non esclusivamente nel linguaggio partorito da menti bigotte che non conoscono il termine “padre”, o ne ignorano il ruolo.

Fortunatamente, però, quando le donne hanno incominciato a lavorare è stato anche innescato un processo di rivoluzione della famiglia, concretizzatosi con le riforme ottenute dopo il 1968. Ne sono un esempio:

Le famiglie normali NON esistono: quelle funzionali invece sì

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Fonte: Freepik

Una famiglia, quindi, non potrà mai essere definita normale. Possiamo, invece, definirla come bilanciata, cioè funzionale. Questo dipende dalla coesione interna e della capacità di adattamento della famiglia. Le famiglie funzionali sono in grado di trovare soluzioni ai problemi che si ritrovano a dover affrontare perché presentano coesione interna e capacità di adattamento in modo bilanciato, senza cadere nell’eccesso e nella carenza di nessuno di questi due fattori. Sono quindi capaci di reagire ai fattori esterni.

La psicologia sistemica, però, ha individuato un altro modello di famiglia: la famiglia disfunzionale. Le famiglie disfunzionali presentano un eccesso o una carenza di coesione interna e/o capacità di adattamento.

  • Una famiglia disfunzionale si definisce invischiata quando la coesione interna è eccessiva: il legame tra i suoi membri è talmente intimo da non permettere di tracciare dei confini e segnare degli spazi personali. La mancanza di privacy si traduce nella mancanza di segreti (necessari, invece, per il mantenimento del giusto equilibrio)
  • Una famiglia disfunzionale si definisce disimpegnata quando la coesione interna è carente: dilaga il disinteresse tra i membri della famiglia. Nessun membro spende energie per gli altri, conducendo una vita individuale, senza curarsi della vita condotta dal resto della famiglia
  • Una famiglia disfunzionale si definisce caotica quando la capacità di adattamento è eccessiva: la famiglia si adatta con troppa facilità alle nuove situazioni perché non ha regole precise. La massima adattabilità è dovuta al fatto che la famiglia non ha un proprio sistema
  • Una famiglia disfunzionale si definisce rigida quando la capacità di adattamento è carente: la minima adattabilità non consente alla famiglia di adattarsi a nuove situazioni, in quanto troppo legata ai propri modelli di riferimento

Quando il disagio familiare si trasforma in un disturbo

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Fonte: You’Specialist

Il disagio familiare che si crea all’interno della famiglia può comportare lo sviluppo di un disturbo nel singolo individuo, il più sensibile. Questo si verifica quando il singolo membro si assume inconsapevolmente la colpa del verificarsi del disagio familiare, tramutandola in sintomi, sintomi che in verità “appartengono” a tutta la famiglia.

Infatti, il singolo diventa la vittima designata della sua situazione familiare per mantenere uno stato di equilibrio: la persona manifesta un disturbo per spostare l’attenzione dalle reali cause del disagio familiare alla sua condizione. Desidera che il resto della famiglia si interessi del suo problema per abbandonare la causa prima di questo circolo vizioso.

Si tratta di un circolo vizioso in quanto non appena il singolo sarà guarito, l’attenzione dei membri della famiglia ritornerà sul problema originario. I disturbi manifestati dal singolo individuo possono essere, ad esempio, di tipo alimentare o legati alla tossicodipendenza e all’alcolismo. La psicoterapia familiare si occupa di sciogliere questa delicata situazione problematica.

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