La Casa di Carta: recensione dell’ultima parte

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Sarò brutalmente onesta: La Casa di Carta più andava avanti con le stagioni più si è rovinata, ma questi ultimi episodi non mi sono per niente dispiaciuti. Qualcosa aveva dell’assurdo? Assolutamente sì. Alcuni personaggi (il figlio di Berlino?) li ho considerati completamente inutili con la trama? Certamente. Ma mi ha fatto piacere rivedere il genio del Professore, conoscere ancora meglio Alicia Sierra e vedere come si è voluta la sua amicizia con il suo nemico, e, lo ammetto, la cosa che mi ha fatto più piacere è non vedere sullo schermo Arturito o Gandia. Scherzi a parte, quest’articolo è pieno di spoiler per cui se non avete ancora visto la quinta parte di La Casa di Carta, fermatevi!

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La Casa di Carta

Riviviamo le prime parti de La Casa di Carta. Nella prima stagione della Casa di Carta abbiamo conosciuto i personaggi, dei criminali guidati da Il professore scelti non a caso ma proprio per le proprie abilità, che cercano di irrompere nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre a Madrid, far stampare migliaia di milioni di banconote e scappare con il denaro. La prima stagione si conclude ovviamente con un lieto fine: riescono a fuggire e tutti vissero per sempre felici e contenti. No, ovviamente, ci sono altre quattro stagioni.

Nella seconda stagione i componenti del gruppo si riuniscono nuovamente quando Rio viene catturato dalla polizia, e decidono di aiutarlo organizzando un altro colpo: rubare l’oro della Banca di Spagna. Questo colpo era stato concepito 5 anni prima da Berlino e da Martín, suo amico che partecipa alla nuova rapina con il nome di Palermo e il ruolo di capo, visto che Berlino è morto ucciso delle Squadre Speciali alla Zecca. Ovviamente riescono nell’intento, ma intanto il professore viene scoperto da Alicia Sierra, la detective che lavora sul caso dopo che la Murillo si è unita alla squadra con il nome di Lisbona.

Riguardo l’ultima parte, abbiamo detto addio alla narratrice, Tokyo, che si sacrifica per la squadra che intanto sta vivendo una vera e propria guerra all’interno della Zecca di Stato, con qualche crollo mentale soprattutto da parte di Monica che ha fatto un piacere a tutto il fandom e ha sparato ad Arturo. Conosciamo anche un nuovo personaggio, il figlio di Berlino, che pensavamo avrebbe aiutato suo zio nell’impresa e invece no, colpo di scena… Alicia Sierra ha qualcosa in mente e non ci fidiamo di lei, ma poi, in realtà… E ora arriviamo alla nostra ultima parte.

La Casa di Carta: cosa pensiamo del finale di stagione [ALERT SPOILER]

Come ho già scritto, non mi è per niente dispiaciuto il finale di una delle serie tv più famose di Netflix, anzi. Lo apprezzato e neanche poco. Ho apprezzato il fatto che ci sia stato il lieto fine, che il Professore sia stato capace di salvare quasi tutti, mi ha fatto piacere che nessun altro ci abbia lasciato le penne e soprattutto che qualcosa sia andato storto, ma per davvero. Ho amato come si sono presi gioco delle forze dell’ordine che sono stati fatti passare come degli sciocchi e soprattutto disumani, come hanno dimostrato di essere nelle ultime stagioni.

Il Professore, come tutta la banda, hanno continuato a essere amati sempre dalla popolazione e lo si vede non solo dalle lacrime quando annunciano la pseudo-morte, ma anche da come il Professore passa, sulla macchina clamorosamente rossa, in mezzo alla folla: acclamato, applaudito e amato, come un Robin Hood moderno. Ma in questa stagione si rende conto di non essere come lo descrivono, e si accetta per questo: lui è un ladro, come lo era suo padre, suo fratello e come lo sarà anche suo figlio.

In quest’ultima stagione vediamo come tutto è iniziato. Continuiamo a vedere Berlino, morto nella seconda parte ma costantemente presente in tutte le altre stagioni, insieme a suo fratello e suo figlio, mentre ascolta suo fratello aprirsi per la prima volta con lui sulla morte del padre, a cui lui ha assistito. Il Professore per la prima volta entra nella Zecca di Stato e si unisce ai suoi compagni, catturati, presi in ostaggio, anche un po’ disperati. Entra e comincia a fare ordine, perché solo lui (e Palermo) sanno come va a finire il piano, e non per niente sono gli unici tranquilli.

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La Casa di Carta

Un personaggio rivoluzionario di quest’ultima stagione di La Casa di Carta è stata Alicia Sierra e non mentiremo: lei è stata questa stagione allo stesso modo del Professore. Geniale, pazza da legare, intelligente come poche. Era quasi scontato il fatto che si sarebbe unita alla banda, tuttavia anche all’inizio di questa stagione non ne era sicura finché non è stata davvero in pericolo e si è resa conto che l’unica persona che c’era per lei era il suo nemico.

In questa stagione de La Casa di Carta abbiamo visto la sofferenza di un amore e di un’amica, persino l’ideatore del piano che è sempre concentrato non è riuscito a non abbassare le difese di fronte alla morte di Tokyo, abbiamo visto la caduta degli eroi ma anche la ripresa, abbiamo visto la positività di un ragazzino che ne ha passate troppe, ma che ha deciso di restare positivo, ma anche la negatività di una donna che si è appena riscoperta. Abbiamo visto il trauma di una persona convinta di aver ucciso qualcuno, e la debolezza di chi si pensava invincibile.

I protagonisti de La Casa di Carta, ancora una volta, hanno portato sullo schermo una sorta di resistenza, con Bella Ciao ancora una volta in un episodio cantata a squarcia gola, hanno rappresentato la rivoluzione contro un sistema che prende in giro le persone comuni, e lo ha dimostrato proprio il fatto che quelle persone comuni si sono schierate dalla parte dei ladri, e anche come, spesso, anche le stesse forze dell’ordine (i poliziotti umani e rari) si siano rese conto di come i rapinatori agissero con il cuore e con l’onestà, al contrario dello Stato che faceva di tutto per screditarli.

La Casa di Carta si sarebbe potuta fermare alla prima stagione (quindi quando riescono a fuggire e cominciano a vivere le proprie vite tranquillamente), perché poi il secondo filone, quello per salvare Rio, non è poi stato un granché, tuttavia alla fine si è ripresa alla grande e io l’ho amata per davvero. «Non tutto è andato come avremmo voluto», ma non siamo tristi di averla vista fino alla fine.

«L’eredità continua grazie a voi, la vera Resistenza»
La Casa di Carta

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