Kazakistan: cosa succede?

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È ufficialmente stato di emergenza in Kazakistan, dove i cittadini stanno manifestando da giorno contro l’aumento del prezzo del carburante deciso dal governo per eliminare il limite massimo al prezzo del GPL (gas di petrolio liquefatto). C’è comunque da sottolineare che il Kazakistan è un paese con un governo autoritario, per cui le manifestazioni sono più rare che mai, e quindi di per sé il fatto che ci siano delle proteste fa intuire quanto grave sia la situazione.

Le manifestazioni sono iniziate sabato scorso in diverse province di Mangghystau, ma quelle che hanno causato più problemi e che hanno raggiunto un numero molto elevato di manifestanti (più di 5mila persone) sono state nella città più grande del paese, Almaty, dove sono state incendiate delle auto e ci sono stati degli scontri molto violenti con la polizia locale che, utilizzando dei gas lacrimogeni, delle granate e delle bombe sonore, ha cercato di far disperdere la folla per ordine del presidente.

A proposito di Kassym-Jomart Tokayev, presidente del Kazakistan, per rispondere a queste proteste, ha deciso di sciogliere il governo, ha nominato a capo del nuovo esecutivo l’ex vice premier Alikhan Smailov, ha istituito lo stato di emergenza in modo da introdurre un coprifuoco dalle 11 di sera alle 7 del mattino, delle restrizioni sulle libertà di movimento e il divieto di formare assembramenti, e ha anche ordinato alle forze di sicurezza di intervenire sui manifestanti anche con violenza in modo da reprimere tutte le proteste.

Martedì sera il presidente aveva detto che avrebbe imposto nuovamente il limite al prezzo del GPL, in modo da far cessare le proteste, promettendo anche che avrebbe riunito il governo per discutere delle richieste di chi stava manifestando in quel momento. Ma poi, come scritto nel paragrafo precedente, ha dichiarato lo stato di emergenza di due settimane a Nur-Sultan, la capitale del paese, ad Almaty e nella provincia di Mangghystau, ma non solo.

Mercoledì pomeriggio è stato imposto anche l’accesso a internet su tutto il territorio nazionale e ha deciso di assumere la guida del Consiglio di Sicurezza, che si occupa proprio della sicurezza e delle questioni militari, togliendo quest’incarico al predecessore che lo ha nominato, l’ex presidente Nursultan Nazarbayev che ha governato il Kazakistan come una dittatura per circa 20 anni, dal 1990 al 2019, ed è anche contro di lui che i manifestanti si sono scagliati.

Kazakistan: le ultime novità

La polizia del Kazakistan ha annunciato che «decine di manifestanti» sono stati uccisi dal corpo di polizia durante la notte, e le proteste continuano in tutto il Paese. «La scorsa notte le forze estremiste hanno tentato di prendere d’assalto gli edifici amministrativi e il dipartimento di polizia di Almaty, oltre a dipartimenti e posti di polizia locali», ha detto un portavoce delle forze dell’ordine, Saltanat Azirbek, alla televisione Khabar-24 aggiungendo che «decine di assalitori sono stati eliminati e le loro identità sono in corso di accertamento».

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Fonte: Twitter

La portavoce ha anche chiesto ai cittadini di «evitare di uscire di casa per tutelare la loro incolumità». I media locali hanno citato il ministero dell’Interno del Kazakistan, affermando che sono almeno 12 i poliziotti morti durante gli scontri, mentre i feriti sarebbero 137. I media mostrano anche dei negozi saccheggiati e degli edifici amministrativi presi d’assalto. Anche dei civili sono stati feriti, alcuni molto gravemente. Delle fonti parlano addirittura di più di mille feriti.

Nelle ultime ore poi si parla dei piani della Russia e dei paesi della CSTO (Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, che raggruppa sei ex stati sovietici) che avrebbero inviato in Kazakistan una «forza di pace». Ad annunciarlo è stato il premier armeno Nikol Pashinyan su Facebook, che ha spiegato che queste forze di pace resteranno per un «tempo limitato per stabilizzare e normalizzare la situazione nel Paese» causate da «interferenze esterne».

L’agenzia russa Tass fa anche sapere che «le truppe sono arrivate in piazza e hanno iniziato a ripulirla dai rivoltosi», aggiungendo anche che in quel momento era «in corso un’intensa sparatoria». Stamani le autorità del Paese hanno anche annunciato l’avvio di una «operazione antiterrorismo contro i saccheggiatori e i rivoltosi condotta in modo congiunto da forze di sicurezza ed esercito».

Le foto e i video dal Kazakistan

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