LGBT: dal coming out di Jake Daniels al braccialetto “pride” di Jacopo Guarnieri

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Due giorni fa abbiamo celebrato la giornata contro l’omobitransfobia, ricordando come le persone LGBT siano esattamente delle persone alla pari di quelle etero. Detto così, sembra un dettaglio piuttosto scontato, eppure per qualcuno non è ancora così. Per questo motivo, leggere delle scelte di persone importanti nello sport, come Jacopo Guarnieri e Jake Daniels, che scelgono di far sentire la propria voce e di lanciare un messaggio, ci lascia un sorriso sulle labbra, e ci fa avere speranza per il futuro.

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Josh Cavallo

LGBT e sport spesso non vanno di pari passo, soprattutto se quello sport è il calcio. D’altronde, lo abbiamo visto anche con Joshua Cavallo, il primo calciatore in attività a fare coming out, che non si è limitato solo a questo: ad esempio, in occasione dei Mondiali a Qatar, non è stato in silenzio sapendo che «in Qatar c’è la pena di morte per i gayE questo mi rattrista. Disputare i Mondiali è un sogno per qualunque calciatore, così come rappresentare il proprio Paese. Ma dover andare a giocare in una nazione che mette in pericolo la vita delle persone è un rischio troppo grande, secondo me».

Chiese, in quell’occasione: «È più importante restare incolumi o raggiungere un traguardo professionale così importante? Io personalmente avrei paura ad andare lì a giocare». Ovviamente il presidente del comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar cercò subito di rassicurare, ma poi dei report dimostrano come i gay non siano proprio accettati nel paese, e allora ci chiediamo: ma a chi vogliono prendere in giro?

Non solo Joshua Cavallo, però. Adesso a lui si unisce un altro giovanissimo, il diciassettenne Jake Daniels, attaccante del Blackpool, che diviene il primo calciatore del Regno Unito dichiaratamente omosessuale. Sono piccoli passi, per un grande movimento, che prima o poi riuscirà a far sentire al sicuro e protetti tutti i giocatori LGBT. In più, a questo aggiungiamo il bel gesto di Jacopo Guarnieri, che nello stato più omofobo d’Europa (l’Ungheria) indossa un braccialetto “pride”.

Il coming out di Jake Daniels

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Jake Daniels

«Questa stagione è stata fantastica per me in campo. Ho fatto il mio debutto in prima squadra, segnato 30 gol per la squadra giovanile, firmato il mio primo contratto professionale e condiviso il successo con i miei compagni di squadra, arrivando alla FA Youth Cup e sollevando la Lancashire FA Pro Youth Cup.

Ma fuori dal campo ho nascosto il vero me stesso e chi sono veramente. Ho sempre saputo di essere gay, e ora sento di essere pronto ad essere me stesso.

È un passo verso l’ignoto essere uno dei primi calciatori in questo paese a rivelare la propria sessualità, ma sono stato ispirato da Josh Cavallo, Matt Morton e atleti di altri sport, come Tom Daley, per avere il coraggio e la determinazione di guidare il cambiamento.

Nel raggiungere questo punto, ho avuto alcuni dei migliori supporti e consigli dalla mia famiglia, dal mio Club, dal mio agente e da Stonewall, che sono stati tutti incredibilmente proattivi nel mettere i miei interessi e il mio benessere al primo posto. Mi sono confidato anche con i miei compagni della squadra giovanile qui a Blackpool, e anche loro hanno abbracciato la notizia e sostenuto la mia decisione di aprirmi e dirlo alla gente.

Ho odiato mentire tutta la mia vita e sentire il bisogno di cambiare per adattarsi. Voglio essere un modello da seguire facendo questo.

Ci sono persone là fuori nello stesso spazio come me che potrebbero non sentirsi a proprio agio rivelando la propria sessualità. Voglio solo dirli che non devono cambiare chi sono, o come dovrebbero essere, solo per inserirsi.

Essere te stesso, ed essere felice, è ciò che conta di più.

Jake Daniel

Queste sono state le parole condivise in un comunicato dal Blackpool FC, firmate dal calciatore Jake Daniels. Le reazioni sono state tante. Ian McKellen ha scritto che «non c’è da sorprendersi se tanti di noi, gay e non solo, lo ammiriamo e trattiamo come un eroe», Matt Lucas invece definisce il coming out come un «punto di riferimento nella storia LGBTQIA+ del Regno Unito», e persino il Principe William, che è presidente della Football Association, fa sentire il proprio supporti tramite un tweet:

Anche Josh Cavallo ha ringraziato ed è stato molto lieto di «sapere che la mia storia ha aiutato e guidato Jake ad essere sé stesso», ha detto al The Guardian. «Questo mondo e quello del football hanno un posto per chiunque. L’amore vince sempre». Infine, la scuola di Jake Daniel ha scritto che «non dovremmo mai sottovalutare il coraggio di Jake nel fare una simile dichiarazione e diventare il secondo calciatore professore apertamente gay. Alla Montgomery, celebriamo le diversità dei nostri allievi e miriamo a riconoscere e coltivare i loro talenti».

Jacopo Guarnieri e il braccialetto “pride”

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Jacopo Guarnieri

Che l’Ungheria sia un popolo colmo di omotransfobia, non è una novità, e soprattutto non lo è per Jacopo Guarnieri, che ha deciso di pedalare con un braccialetto con la scritta “pride” per sostenere i diritti LGBT. Al Corriere della Sera ha detto che gli piace «pensare, nel mio piccolo, di poter cambiare le cose in meglio. E se non ci riesco, perlomeno voglio lasciare un segno». Il ciclista ha pedalato a Budapest, in Ungheria, attraversando le strade con il braccialetto con la scritta pride.

Ha detto che «il braccialetto è la mia protesta silenziosa, ci pensavo da mesi poi mi sono consultato con il mio compagno ungherese Attila Valter. Ho pensato che la passerella in Piazza degli Eroi fosse una buona occasione, la Groupama era d’accordo: volevo lanciare uno spunto di riflessione, è il gesto che conta». In ogni caso, temeva anche delle reazioni: «ho messo in conto che qualcuno potesse tirarmi un pugno nella crono del giorno dopo, ma non è successo».

Ha voluto anche commentare la situazione che viviamo in Italia, ed è stato molto critico (ma comunque onesto): «ci raccontiamo che il nostro sia un Paese moderno e progressista, soprattutto rispetto all’Ungheria dove i contenuti omosex sono vietati ai minori, ma ricordiamoci che fine ha fatto in Parlamento il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, affossato in Senato tra gli applausi. Anche da noi il sentimento di nazionalismo sta crescendo. No, grazie, non ci tengo, preferisco sfruttare la visibilità dell’atleta per sottolineare i temi che mi sono cari».

Guarnieri ha deciso di cambiare e di migliorare il futuro da quando è diventato padre di Adelaide: «grazie a lei, da padre separato, ho cominciato a interessarmi dei diritti delle donne. L’arrivo di mia figlia ha acuito la mia sensibilità, fino a quel momento ero stato troppo indulgente con me stesso. Mi sono rimesso in discussione e adesso sogno un mondo migliore per Adelaide, un futuro libero che le permetta di essere tutto ciò che lei vorrà».

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