Il cannibale di Kobe è morto dopo aver scontato una vita in libertà

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Il cannibale di Kobe, alias di Issei Sagawa, è morto in Giappone all’età di 73 anni, dopo aver ucciso e mangiato una studentessa in Francia e poi aver passato una tranquilla vita in Giappone. L’omicidio è avvenuto nel 1981, la vittima era una collega universitaria in Francia, che ucciso sparandole e poi mangiando il suo cadavere. A rendere noto il decesso del killer, che viveva in una appartamento nella periferia di Tokyo, è stato il fratello minore, aggiungendo che la morte è avvenuta a causa di una polmonite. Il suo cadavere sarà cremato dopo una cerimonia funebre a cui hanno assistito solo alcuni familiari.

Issei Sagawa-cannibale-morto
Issei Sagawa

Issei Sagawa è divenuto noto come il cannibale di Kobe quando nel 1981 ha ucciso, violentato e mangiato Renée Hartevelt, una ragazza olandese di 25 anni mentre si trovava a Parigi. L’aveva invitata per studiare e ripassare delle poesie in vista dell’esame, ma poi l’ha uccisa con un colpo di fucile alla testa, violentando il suo cadavere e mangiandola per un totale di 7 chili di carne esportati dal suo corpo. Sagawa fu dichiarato inabile a sostenere un processo, e suo padre, Akira Sagawa, ottenne l’estradizione in Giappone, dove venne liberato dalla custodia in meno di quindici mesi. 

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La vittima

Da quel momento la sua vita è stata in discesa: ha scritto diversi best seller, è apparso in film, in un’opera drammatica intitolata Shisenjiyou no Aria (in inglese, The Bedroom), di Hisayasu Satō. Scriveva una rubrica per una testata nazionale. Insomma, tutto quello che un killer non dovrebbe fare. Nel 1997 ha persino scritto un libro di commento, Shonen A., sui serial killer di bambine di Kobe del 1997, quando un quattordicenne uccise un bambino decapitandolo. A giugno 2012 ha pubblicato un’intervista con la rivista VICE affermando di aver in passato utilizzato la masturbazione per tenere a freno i propri istinti, che lo spingevano all’antropofagia.

Di lui ovviamente si parla anche nella cultura di massa. Pensiamo ad esempio alla canzone Too Much Blood dei Rlling Stones, del 1983, in cui viene apertamente citata la vicenda dell’omicidio, senza però nominare l’assassino. La band tedesca Ost Front, invece si è ispirato all’omicidio per il brano Harte Welt, e il titolo stesso presenta un gioco di parole con il nome della vittima (Renée Hartevelt). Eppure, nonostante fosse mondialmente considerato un assassino, ha vissuto la sua vita in libertà.

Il cannibale di Kobe, Issei Sagawa, è morto in libertà

È morto a 73 anni a casa sua, dopo aver trascorso pochissimi giorni di carcere in tutta la sua vita nonostante l’omicidio, lo stupro e il cannibalismo. Sagawa è deceduto a causa di una polmonite, dopo aver ucciso, 41 anni fa, una studente olandese con un colpo di fucile alla testa. Fu arrestato mentre cercava di disseminarne i resti, dopo averne fatto pasto per tre giorni, nel parco Bois de Boulogne. In Francia lo definirono pazzo, fu trasferito in un istituto psichiatrico, ma il padre lo fece estradare in Giappone, dove fu dichiarato sano di mente.

In più, le accuse messe in piedi in Francia erano cadute, e Sagawa ha potuto trascorrere la sua vita da uomo libero, impunito e mai pentito di ciò che fece, e si vede da come tranquillamente parla di masturbazione legandosi all’antropofagia e anche da come ha scritto più e più libri sulla vicenda, monetizzando, di fatto, l’omicidio di una ragazza. Nell’intervista con VICE disse di essere «ossessionato dal cannibalismo» e che il suo «desiderio di mangiare una donna è diventato imperativo».

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Issei Sagawa

Il cannibale giapponese è morto da uomo libero all’età di 73 anni a causa di una polmonite. Lo ha annunciato il fratello minore dell’uomo, secondo il quale Sagawa è stato cremato dopo una cerimonia funebre privata a cui hanno partecipato solo pochi membri della famiglia. La storia si conclude qui, ma c’è comunque una ragazza e una famiglia che non ha mai avuto giustizia, e mai più potrà ottenerla.

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