Anthoine Hubert: 2 anni dall’incidente che gli costò la vita al GP del Belgio

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Anthoine Hubert aveva un sogno, voleva correre in Formula 1. Anthoine non ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno perché in quel tragico incidente del 31 agosto 2019 la vita gli è stata strappata a soli ventidue anni, sarebbero stati ventitré il mese dopo. I semafori si sono spenti alle 16:45 al circuito belga di Spa-Francorchamps e con loro la sua timidezza, la sua grinta e il suo talento.

Proprio nel 2019 debuttò nella Formula 2 con la Arden, conquistando due vittorie, a Monaco e nella sua Francia. Molti sostenevano che sarebbe potuto diventare campione del mondo un giorno, ma quel giorno non è mai arrivato.

L’incidente fatale

Belgio, circuito di Spa-Francorchamps, 31 agosto 2019. La gara non finirà mai perché la tragedia accade nella curva Raidillon al secondo giro. Giuliano Alesi perde il controllo della sua vettura ed esce fuori pista, costringendo Anthoine Hubert e Ralph Boschung a cercare di evitare una collisione con la sua monoposto.

Boschung rallenta bruscamente, non c’era altro modo, e va a contatto con la vettura di Hubert. La collisione a 260 km/h fa perdere ad Hubert l’ala anteriore: inevitabile l’impatto con le barriere esterne, che porta la sua vettura a rimbalzare nuovamente verso la pista.

Dietro di lui sopraggiunge Juan Manuel Correa che perde il controllo della vettura in quanto colpisce i detriti lasciati da Alesi. Colpisce la monoposto di Hubert a 218 km/h.

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Fonte: Vehicle CuE

Anthoine Hubert perde la vita a causa dei gravi traumi riportati nell’incidente, inutile l’intervento dei soccorsi.

Il giorno dopo Charles Leclerc conquista la sua prima vittoria e la dedica all’amico: “É un sogno che avevo fin da bambino, ma si è realizzato in un week-end davvero difficile. Abbiamo perso un amico, voglio dedicare la mia prima vittoria in Formula 1 a lui, siamo cresciuti insieme“.

Il ritorno di Correa a Spa: “Corro per Hubert”

Juan Manuel Correa a distanza di due anni ritornerà a correre a Spa il 30 agosto nella Formula 3.

L’incidente che ha provocato la morte di Anthoine è stato anche la causa del coma di Juan Manuel, il quale al suo risveglio ha dovuto lottare contro il parere dei medici per impedire che gli venisse amputato il piede. Dopo 25 interventi chirurgici si è dimostrato pronto a tornare, la prima gara a Barcellona, e adesso sogna un podio.

Ovunque andrò nel mondo delle corse porterò il suo Anthoine con me. Perché eravamo sulle stesse piste, nello stesso campionato, combattevamo per lo stesso obiettivo, per arrivare in Formula 1. Tutti noi che siamo in questi campionati abbiamo storie molto simili, gli stessi sacrifici, gli stessi sogni. Quando ho saputo che Anthoine era morto ero molto triste. Perché ho pensato a una persona che non è più qui, ma anche perché significava che non avrebbe più potuto vivere il suo sogno. Che è anche il mio. Ho la fortuna di poter continuare a fare qualcosa che lui avrebbe voluto fare. Ecco perché lo porterò sempre con me“, parlando dei contatti mai sciolti con la madre di Anthoine.

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Fonte: Instagram – Anthoine Hubert

In memoria di Anthoine Hubert #AH19

Oggi si correrà il Gran Premio del Belgio ricordando ancora una volta questa tragedia. Le qualifiche che si sono tenute nella giornata di ieri hanno segnato la conquista della pole position per Max Verstappen, seguito in P2 da George Russell e in P3 da Lewis Hamilton. Partiranno in P9 e P11 rispettivamente le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, graziati dalla penalità di Bottas guadagnata al GP d’Ungheria e quella di Norris. Ottima prestazione per Lando Norris, interrotta in Q3 da un brutto incidente, che ottiene quindi la P15 con una penalità di cinque posizioni per la sostituzione del cambio.

Tutti ricordano che persona speciale fosse Anthoine Hubert e che pilota eccezionale il mondo dell’automobilismo abbia perso, in particolare Pierre Gasly, che si è sfogato due anni dopo da quel giorno, “il giorno in cui la mia vecchia vita è finita e ne è iniziata una nuova“.

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Fonte: Bleacher Report

Anthoine ed io dicevamo sempre che un giorno saremmo arrivati in Formula 1. Tutti alzavano gli occhi al cielo“, ha rivelato alle pagine di The Players Tribune.

Mentre camminavamo ho visto la bandiera rossa sventolare per segnalare l’interruzione della gara. Ricordo di aver pensato che forse qualcuno si era fatto male seriamente e sarebbe stato costretto a saltare il resto della stagione. Nel mio cuore, però, potevo sentire che qualcosa era profondamente sbagliato. Il mio corpo lo sapeva”.

Era il ragazzo con il casco arancione. Era il ragazzo più veloce in Francia. Quando ho iniziato il karting nel 2005, Anthoine Hubert era IL ragazzo. Aveva solo otto anni, ma aveva già quello che ogni pilota nel karting voleva: la velocità. Ogni volta che vedevo quel casco arancione arrivare in pista, sapevo che sarebbe stata una gara difficile. Ha vinto la coppa nazionale quell’anno, ma solo dopo, quando avevo 13 anni, avrei davvero conosciuto Anthoine“.

Così sono riuscito a crescere ogni giorno con il ragazzo più veloce di Francia che con il tempo è passato dall’essere il ragazzo serio con il casco arancione ad essere mio amico, ad essere mio fratello“.

Seduto in quel debrief a Spa, tutto quello a cui riuscivo a pensare era il mio amico. Ho iniziato a tremare. Non riuscivo a sentire le mie mani. Non riuscivo a sentire quello che mi dicevano. Il mio respiro è diventato irregolare, e le mie mani sono diventate così sudate che ho avuto difficoltà a tirare fuori il mio telefono per cercare di controllare i social media per le notizie“.

Non appena il nostro debrief è finito, sono corso giù nella hospitality per vedere i miei genitori e la mia ragazza perché sapevo che avrebbero avuto più informazioni. Ricordo di essere sceso dalle scale e di averli visti singhiozzare. Erano distrutti e capii cosa significava. Sapevo che il mio amico non c’era più“.

Non ero preparato a questo. Pensavo che forse Anthoine era in coma o qualcosa del genere. Ma la morte? La morte? Non ho mai pensato che fosse possibile. Ero completamente a pezzi. Ho pianto fino a non aver più lacrime. Non ho mai provato una sensazione peggiore di quella in vita mia. Mai. Quella notte, quando ho chiuso gli occhi per andare a dormire, ho pensato al mio amico”.

Non ha mai corso rischi stupidi. Come è potuto succedere a lui? Perché? Non doveva succedere. Aveva troppo da fare. Era sulla sua strada. Credevo davvero che un giorno sarebbe stato in F1. La gente dubitava di me, e io sapevo quanto duramente lavorasse. L’avevo visto per tutta la vita. Sapevo che se potevo riuscirci io, poteva riuscirci anche lui“.

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Fonte: Motorsport

Pierre, così come Charles e Juan Manuel, appena giunto al circuito di Spa-Francorchamps, ha depositato un altro mazzo di fiori nel punto in cui Anthoine ha perso la vita.

Ciao Anthoine, sarai per sempre nei nostri cuori!

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