I 5 Serial Killer più terrificanti della storia

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Nella cultura popolare ormai i serial killer non sono più un tabù, ma sono diventati un vero e proprio topos. I film e le serie televisive infatti trattano particolarmente di questi spietati criminali, che affascinano sempre più le nostre menti e ci spingono ad interessarci maggiormente a loro.
Ma come mai i loro atti deplorevoli ci invogliano a sapere sempre più riguardo le loro vite? Perché la psiche di questi assassini si presenta come un formidabile enigma che tanto vorremmo risolvere? Probabilmente perché vorremmo comprendere le motivazioni che si nascondono dietro le loro determinate azioni e che spingono un essere umano a diventare uno spietato killer che agisce senza rimorso.

Andiamo adesso alla scoperta di cinque tra i serial killer più terrificanti della storia.

SE SIETE FACILMENTE IMPRESSIONABILI NON CONTINUARE CON LA LETTURA

I 5 serial killer più cattivi della storia

Ted Bundy

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Fonte: Pinterest

Theodore Rober Bundy nasce a Burlington nel 1945. Sua madre, avendolo avuto molto giovane, decise di far credere al ragazzo che i suoi nonni fossero i reali genitori del ragazzo e lei la sorella maggiore, così da non creare scandalo. Si dice che sia stata proprio la scoperta di questa notizia a far scattare in Ted la voglia di uccidere.

Testimonianze raccontano di quanto Ted anche da bambino mostrava comportamenti inquietanti. Bundy è riconosciuto come uno dei serial killer più affascinanti della storia, oltre che uno dei più terribili.

Nel film “Extremely Wicked Shockingly and Vile” vediamo il giovane Zac Efron nei panni del serial killer a mostrarci come il fascino di Ted avesse influenza su chiunque lo ascoltasse.

Anche il giudice riconobbe le sue capacità e la sua intelligenza e, al fine della lettura delle sua sentenza, pronunciò le parole: “Si prenda cura di se stesso, figliolo. Glielo dico sul serio, si prenda cura di se stesso. È una tragedia per questa corte vedere un tale totale spreco di umanità come quello che ho visto in questo tribunale. Lei è un uomo giovane e brillante, avrebbe potuto essere un buon avvocato. Avrei voluto vederla in azione, ma lei si è presentato dalla parte sbagliata. Si prenda cura di lei. Non ho nessun malanimo contro di lei. Voglio solo che lo sappia. Si prenda cura di se stesso”.

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Zac Efron nei panni di Ted Bundy

Il suo modus operandi consisteva nel adescare giovani ragazze, fingendo di avere un braccio ingessato e di avere quindi bisogno di aiuto nel trasportare oggetti in macchina. Nell’auto, dalla parte del passeggero, non vi era la maniglia né la manopola per abbassare il finestrino. La vittima veniva poi picchiata, stuprata e infine uccisa.

Bundy venne condannato alla sedia elettrica e morì nel 1989, dopo aver confessato circa trenta omicidi, anche se se ne sospettano molti di più.

Bundy è uno dei serial killer più citati nella cultura popolare. Su di lui vi sono svariati riferimenti all’interno di brani musicali e brani letterari, ma soprattutto di serie televisive come Criminal Minds, Le regole del delitto perfetto e Law & Order.

Albert Fish

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Fonte: Wikipedia

Nato a Washington nel 1870, Alber Fish è stato un serial killer statunitense. Riconosciuto come uno dei serial killer più terrificanti non solo perché torturava e uccideva bambini, ma anche per la sua pratica di cannibalismo.

Crebbe in un orfanotrofio, dopo essere stato abbandonato dalla madre che non aveva la capacità di prendersene cura. Lì scoprì che provava piacere nel dolore fisico. Qualche anno dopo lama madre trovò lavoro e riprese ad occuparsi del figlio.
Durante il corso della sua vita intraprese diverse relazioni omosessuali, specialmente in carcere, dopo essere stato arrestato per appropriazione indebita.

Alber Fish da giovane iniziò a praticare anche atti di coprofagia e passava i fine settimana in bagni pubblici, a guardare ragazzi svestiti.

Le prime aggressioni risalgono al 1919, con l’accoltellamento di un uomo, ma i veri e propri crimini iniziarono nel 1924, con l’adescamento di una bambina di quattro anni. Fish si vantò di aver molestato più di 400 bambini e averne uccise almeno 100, specialmente afroamericani, ma gli omicidi di cui si ha certezza sono tre. Nel 1934 i genitori di una ragazza che era stata rapita da Fish, Grace Budd, ricevettero una lettera proprio anonima che indusse la polizia a sospettare di Fish, in cui  venivano raccontati nei dettagli alcuni dei crimini più violenti dell’uomo.

Albert Fish venne arrestato nell’inverno del 1934 e e al processo venne condannato a morte per sedia elettrica. Morì due anni dopo, nel gennaio del 1936.

In uno dei romanzi di Stephen King, La casa del buio, il serial killer soprannominato “Il pescatore” è vagamente basato su Fish. Diverse band hanno composto brani con riferimenti ad Albert Fish, come la grind band “Dahmer” (che prende il nome da un altro serial killer) o la band grind core “Macabre”.

Jeffrey Dahmer

Jeffrey Lionel Dahmer nasce a West Allis nel 1960. Noto come Il mostro di Milwaukee è considerato tra i più temibili serial killer a causa dei suoi metodi particolarmente cruenti, come violenza sessuale, necrofilia, cannibalismo e squartamento.

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Fonte: Vocal

Dahmer era un ragazzino apatico e dal carattere chiuso; da subito manifesto interesse per i resti di animali morti che seppelliva poi nel bosco vicino casa. Successivamente oggetto di desiderio divennero veri e propri cadaveri di persone morte.

Il primo omicidio di Dahmer avvenne nel 1978, poco dopo il divorzio dei suoi genitori. La vittima fu un autostoppista di diciannove anni, che invitò a casa, dove ebbe un rapporto sessuale, e successivamente uccise tramite soffocamento. Negli anni a seguire si iscrisse all’Università, ma dopo pochi mesi si ritirò a causa della poca frequenza. Si arruolò poi nell’esercito americano con base in Germania, da dove venne cacciato per via del suo alcolismo.

A partire dal settembre del 1987 Jeffrey Dahmer continuò con i suoi omicidi, adescando sempre ragazzi presso locali gay, che poi venivano portati nella cantina di casa di sua nonna, dalla quale venne cacciato successivamente a causa dei continui rumori e dai terribili odori provenienti da lì.

Ciò non fermò Dahmer, che continuò con i suoi crimini sino a quando non venne incarcerato, dopo la denuncia di un tredicenne che era riuscito a sfuggirgli. Passò dieci mesi in un ospedale psichiatrico e ottenne la libertà condizionata: nel periodo che seguì il serial killer intensificò la sua attività omicidia, continuando ad uccidere giovani ragazzi.

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Seth Gabel nei panni di Jeffrey Dahmer

Nel 1991 però uno dei ragazzi che Dhamer aveva catturato riuscì a sfuggirgli e, arrivato in strada, fermò una pattuglia della polizia. Esaminata la casa dell’uomo, gli agenti fecero una scoperta agghiacciante: Dhamer voleva creare uno schiavo sessuale non pensante, trapanando i crani delle vittime ancora vive. I cadaveri venivano poi squartati o sciolti nell’acido.

Condannato all’ergastolo, nel 1994 venne picchiato a morte da un altro carcerato della sua stessa prigione.

Più volte oggetto di riferimento in ambito musicale, cinematografico o letterario, Dhamer compare in due puntate della serie horror American Horror Story, interpretato da Seth Gabel. Viene citato anche dal rapper Eminem, da Salmo e nominato in brani di Katy Perry e Kesha.

 

Leonarda Cianciulli

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Fonte: Wikipedia

Le donne non sono esenti dalla lista di serial killer presenti al mondo, ed è questo il caso di un’italiana, Leonarda Cianciulli, nata a Montella nel 1894. Passata alla storia come “La Saponatrice di Correggio”, poiché uccise delle donne che sciolse successivamente nella soda caustica e le trasformò poi in saponette, che vendette a parenti e amici.

Nel suo memoriale Leonarda raccontò di essere stata maledetta dalla madre alla vigilia del suo matrimonio, con cui poi chiuse ogni tipo di rapporto, e tale fatto condizionò profondamente la psiche della donna. Leonarda ebbe svariati aborti spontanei e dieci dei neonati morirono nella culla. Si dice che solo dopo l’intervento di una strega del paese riuscì a portare avanti una gravidanza.

Dopo il suo matrimonio si trasferì a Correggio, luogo in cui si verificarono poi gli omicidi di Leonarda. Con il timore che uno dei sue figli venisse richiamato al fronte, per lo scoppio della seconda guerra mondiale, la donna decise di ricorrere alla maglia, ritenendo che fosse l’unica soluzione per risolvere il suo problema. La sua intenzione era quella di compiere sacrifici umani in cambio della vita di suoi figlio. Scelse tre donne, con le quali aveva stretto rapporti di amicizia in precedenza, e che erano sole e senza un marito.

Venne riconosciuta subito come colpevole poco dopo la scomparsa delle tre vittime e durante il processo ammise di non aver ucciso per odio o per avidità, ma per amore di madre. Venne condannata a trent’anni di carcere e tre di manicomio criminale, ma passò la detenzione a vita in manicomio.

Compare in diverse opere letterarie e musicali e su di lei è stato girato un cortometraggio, del 2016, intitolato “Leonarda”.

 

Edmund Kemper

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Fonte: Wikipedia

Conosciuto anche come “Ed Kemper” o “Il Killer delle studentesse”, Kemper nacque a Burbank nel 1948. Era un giovane brillante, nonostante abbia manifestato da subito disturbi psichici. Torturava e uccideva animali, era un piromane e mostrava segni di necrofilia. Molto attaccato al padre, fu distrutto alla notizia del divorzio dei suoi genitori. Odiava sua madre, una donna violenta e che amava umiliare il figlio.

Kemper presto scappò di casa per raggiungesse il padre, il quale però si era risposato e non voleva avere contatti con il figlio. Andò quindi a stare a casa dei nonni, i quali furono proprio le prime vittime di Ed Kemper, quando lui aveva solo quindici anni. Venne internato in un Ospedale Psichiatrico. Lì effettuò dei test che rivelarono un quoziente intellettivo sopra la media. Cinque anni dopo venne riaffidato alle cure della madre, nonostante il parere contrario di molti medici.

Tra il 1972 e il 1973 Ed Kemper inizia la sua serie di omicidi, convincendo molte giovani autostoppiste a salire in macchina con lui. Dopo averle portate in luoghi isolati le accoltellava o strangolava e successivamente abusava dei cadaveri e li sezionava.

Tra i suoi vari crimini Kemper uccise anche sua madre, colpendola nel sonno. La decapitò e la violentò, poi posizionò il capo sulla mensola del caminetto, utilizzandola come bersaglio per le freccette. Le strappò anche le code vocali, ammettendo: «Mi sembrava appropriato dato che non aveva fatto altro che urlare, strillare e infierire contro di me per anni».

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Cameron Britton nei panni di Ed Kemper

Al processo Kemper si dichiarò infermo di mente, ma venne comunque giudicato colpevole di otto omicidi. Nonostante la richiesta di pena di morte, venne condannato all’ergastolo. Non ha mai mostrato segni di rimorso per quanto compiuto, ma al contrario sembrerebbe orgoglioso degli atti compiuti. Tutt’ora insegna informatica in carcere e partecipa ad un programma di trascrizione di opere letterarie in Braille. È tutt’ora imprigionato nel carcere della California, California State Prison.

Ed Kemper compare anche nella serie tv di Netflix, Mindhunter, interpretato da Cameron Britton, come personaggio ricorrente.

Conoscevate questi 5 serial killer? Pensate che ce ne siano di più cattivi?

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